Viaggio a ritroso nel tempo oggi, cari amici dei Mutzhi Mambo, per andare a omaggiare uno dei padri del cinema dell'orrore, il cupo ROBERT WIENE, il maggior esponente del cinema espressionista tedesco!
Il suo capolavoro, "Il Gabinetto del Dottor Caligari" (e "Gabinetto" sta per "Laboratorio", razza di ignoranti!), non ha perso nulla, a distanza di quasi un secolo, della sua carica angosciante e visionaria e rimane, insieme a "Nosferatu" di Friedrich Wilhelm Murnau e "Il Dottor Mabuse" di Fritz Lang, l'apice del cinema horror dell'epoca.
Sebbene pochi dei film del grande regista tedesco siano sopravvissuti a oggi, a Wiene ne è bastato essenzialmente uno per creare un quadro che ha forgiato i nostri incubi.
L'inizio di tante altre tematiche dei film dell'orrore può essere trovato in questa storia psichiatrica e claustrofobica, con le sue scenografie espressioniste, tutte storte e irreali, come nella visione di un pazzo, il trucco grottesco e la storia di un sinistro dottore che si esibisce in una fiera locale mentre un sonnambulo commette brutali omicidi di notte, terrorizzando la città.
Mentre la storia arriva alla sua ambigua conclusione, diventa evidente che questa è davvero la visione di un folle, raccontata da un pazzo in un manicomio, dove il medico curante è lo stesso inquietante dottore della fiera.
Ma è davvero così che va a finire?
Giocato sul il tema del doppio e della difficile distinzione tra allucinazione e realtà, aiutato da una scenografia delirante caratterizzata da forme zigzaganti e spigolose, il film si avvale del grande Conrad Veidt come protagonista (che ha anche partecipato all'unico altro film di Wiene che si avvicina alla bellezza di "Caligari", "The Hands of Orlac"), e verrà nutrito dall'atmosfera oscura e pesante che si respirava nella Germania post-Grande Guerra, prefigurando allegoricamente gli esiti storici che ebbe quell'infausto periodo.
Robert Wiene nasce a Breslavia, il 27 aprile del 1873, figlio di Carl Wiene, un noto e popolare attore teatrale.
Conrad, suo fratello minore, diverrà anch'egli attore.
Robert all'inizio frequenta i corsi di legge all'Università di Berlino ma dal 1908, entra anche lui nel mondo dello spettacolo con piccole parti in teatro.
La sua prima incursione nel mondo del cinema avviene nel 1912 con un suo soggetto cinematografico, "Die Waffen der Jugend"; dal 1914 collabora con la Messter-Film e altre case di produzione, scrivendo e dirigendo commedie e melodrammi.
La sua carriera ha una svolta nel 1919, quando dirige "Das Cabinet des Dr. Caligari"; originariamente proposto a Lang che però lo aveva rifiutato; prodotto dalla Decla-Film, su soggetto di Hans Janowitz e Carl Mayer, il film sarà un grande successo, nazionale e internazionale, cui contribuiscono, con il loro fenomenale apporto, gli scenografi Hermann Warm, Walter Reimann e Walter Röhrig.
Nella storia del folle ipnotizzatore (Werner Krauss) responsabile dei crimini commessi da una sorta di zombie (Conradt Veidt), la scenografia anticipa infatti il ruolo svolto in seguito dai movimenti di macchina: di fronte alla cinepresa, ancora immobile, le linee spezzate e contorte suggeriscono allo stesso tempo l'instabilità del mondo esteriore e il disordine di quello interiore.
Nel film il terrore nasce dagli andirivieni dei personaggi in un ambiente dipinto fatto di viuzze strette e contorte, di alberi macilenti di cartone, di fanali sbilenchi (con buona pace di Tim Burton...).
Il termine "gabinetto", che allude anche ai "gabinetti di curiosità" settecenteschi, assume così il suo significato clinico: Caligari invade l'interiorità delle menti dirigendo un ospizio per alienati, strutturato a sua volta come una scena immaginaria.
L'interiorità e l'esteriorità divengono inestricabilmente legate e reversibili; l'anima è un teatro e l'uomo è una marionetta.
Ma soprattutto del film si ricordano i fondali dipinti in modo asimmetrico e irrealista, il pesante trucco sui volti dei personaggi, il clima da incubo che tanto spaventerà il pubblico dell’epoca e che tanto influenzerà il cinema a venire, soprattutto quello horror.
Wiene conserverà uno stile vicino all'Espressionismo, improntato al gusto per le "forze oscure", nelle produzioni immediatamente successive, "Genuine" (1920), "Delitto e Castigo" (1923), tratto dal romanzo omonimo di Dostoevskij, "I.N.R.I." (1923), spettacolare ed enfatica messa in scena della passione di Cristo, girata con ingenti mezzi e l'impiego di grandi star, e "Il Burattinaio Satanico" (1923).
Tornato a Vienna, dal 1924 assume la direzione artistica della Pan-Film e riconquista la critica con "Le Mani dell'Altro" (1924), un thriller psicologico (tratto dal romanzo "Les mains d'Orlac" di M. Renard), in cui un pianista è dominato dalla volontà delle mani che gli sono state trapiantate (nel 1935 Karl Freund ne avrebbe realizzato un remake negli Stati Uniti, dal titolo "Mad love").
Sempre a Vienna gira "Der Rosenkavalier" (1926), adattamento dell'opera di Strauss che suscita grande interesse anche per il contributo del compositore e librettista H. von Hoffmanstahl.
Di nuovo a Berlino dal 1926, Wiene proseguein questo indirizzo più commerciale, anche se non abbandona del tutto temi e motivi propri dell'Espressionismo, come dimostra in particolare il suo primo film sonoro, "Der Andere" (1930), remake dell'omonimo film del 1913 di Max Mack, inquietante vicenda basata sul motivo a lui caro del "doppio".
Nel 1934, quando i nazisti avevano già conquistato il potere, Wiene, di origini ebraiche, deve fuggire dalla Germania; dopo aver soggiornato a Budapest e a Londra, si stabilsce a Parigi, dove fatica a trovare lavoro e non riesce memmeno a portare a termine la sua ultima regia, "Ultimatum" (1938), dramma storico sulle origini della Prima Guerra Mondiale, affidato poi a Robert Siodmak.
Il grande regista muore infatti di cancro il 17 luglio del 1938, dieci giorni prima di finire la produzione del film.
E pensare che oggi, per far paura (?) ci vogliono i milioni.
Un secolo fa, bastavano estro e tanta, tanta fantasia malata!
Tanti auguri Maestro dei Maestri (ovunque tu sia adesso...)!
"I must know everything
I must penetrate his secret...
I must become Caligari!"
Didascalia de "Il Gabinetto del Dottor Caligari"