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UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

PUPE DI PUPA

Viva le Pin-up!!
Cosa sarebbe il mondo senza Pin-up?
Una triste landa desolata, un deserto emozionale, una barbarie antiestetica!
Noi, cari amici dei Mutzhi Mambo, siamo appassionati di Pin-up, siamo malati di Pin-up, vogliamo solo Pin-up, Pin-up in ogni dove, Pin-up a profusione!
Specialmente ora, che la primavera è finalmente esplosa, niente di meglio di una Pin-up per rallegrare la giornata e far salire ulteriormente l’ormone…
Oggi fra l'altro, vi presentiamo una vera rarità: la bravissima ZOË MOZERT, una delle pochissime artiste che si sono affermate disegnando donnine sexy!

Zoë Mozert14Come premessa, prima di leggere mugugni e scassamenti vari, diciamo subito che sappiamo benissimo che l’estetica delle Pin-up perpetua lo stereotipo femminile più superficiale, che l’immagine della donna ne viene sminuita, oltraggiata e ridotta a mero oggetto di lussuria, e blablabla...
Ma diciamo anche: “chissenefrega!!”
A noi le Pin-up piacciono, sono parte integrante dell’estetica Pulp e tanto basti!
Dopo aver sgombrato il campo (speriamo) ad eventuali equivoci, passiamo dunque all’argomento di questo Vostro Almanacco.
Zoë Mozert è stata la pittrice di Pin-up più famosa del suo tempo e, pur avendo come soggetti principalmente donnine seminude, è nota per aver rifiutato i cliché delle sexy-girl tutte uguali (era normale infatti per ogni disegnatore, avere il suo "marchio" di fabbrica, un modello femminile standard da riproporre nelle varie situazioni) in favore della raffigurazione di giovani donne "vere", con caratteristiche e personalità distintamente riconoscibili.
La maggior parte del suo lavoro, inclusi i suoi famosi nudi onirici e ultraromantici come "Moonglow" e "Sweet Dreams", era destinato a illustrare calendari (principalmente per Brown & Bigelow).
Insomma, un esempio, al di là degli stereotipi, di donna affermata in un campo prettamente maschile.
E campo più maschile che disegnare pupe (poco) vestite, è difficile immaginarlo...

Alice Adelaide Moser (così all’anagrafe) nasce il 27 aprile del 1907 a Colorado Springs.
È di origini tedesche e di cognome la sua famiglia faceva originariamente Motzar, ma venne cambiato in Moser quando suo nonno era emigrato in America.
Nel 1910 il padre, ingegnere meccanico, viene assunto come modellista in una fonderia di metallo a Beaver Dam City, nel Wisconsin, e da lì parte la sua invidiabile carriera.
Nel 1914 la famiglia si trasferisce a Newark, Ohio, dove il padre fonda la Moser Pattern & Foundry Co.; in seguito inventa e brevetta una particolare valvola in ghisa per stufe e ciò porta presto la sua modesta famiglia a vedere un bel po' di verdoni, e di conseguenza Zoe può permettersi di frequentare una scuola privata in Virginia.
Dopo il diploma Zoe si iscrive alla Scuola d’Arte Lafrance, dove il suo lavoro viene molto apprezzato dai redattori dell’epoca tanto che i suoi disegni appariono su molte copertine di giornali Pulp molto in voga in quel periodo, come “Uncanny Tales”, “Western Story”, “Marvel Tales” e molti altri.

Zoë Mozert15Dal 1925 al 1928 Mozert si iscrive a corsi avanzati di grafica presso la “Philadelphia Museum School of Industrial Art”, con Thornton Oakley e Howard Pyle, e per pagarsi gli studi, visto che ha un personalino niente male, decide di saltare la barricata e posare lei stessa nuda come modella presso la stessa scuola, di fronte a prestigiosi pittori come Earl Moran.
A scuola, Zoe conosce molti altri artisti che come lei diventeranno poi noti come illustratori di Pin-up.
Tra i suoi contemporanei ricordiamo H. J. Ward che progetterà copertine per riviste Pulp come “Spicy Mystery”, usando proprio lei come modella.
Purtroppo, la carriera di Ward viene presto interrotta a causa di un tumore ai polmoni e muore all’età di 35 anni nel 1945.
Nel 1932 Zoe si trasferisce a New York per cercare lavoro come illustratrice free-lance ed assume il nome d'arte Zoë: pare che indecisa, consulti un dizionario e scelga questo come perché è l'ultimo in lista.
La Mozert spesso scatta foto di se stessa, usando specchi e vari altri accorgimenti per cogliere le pose, per poi usarle come base per le sue pin-up.
È una discepola esemplare dello stile pastello di Rolf Armstrong.
Diventa anche la più conosciuta delle tre artiste del cosiddetto "club della ragazza", una specie di associazione informale che raccoglie altre illustratrici donne: le altre sono Joyce Ballantyne e Pearl Frush.
Nel 1933 vince una borsa di studio presso l’Art Students League, mentre l’anno successivo illustra alcune copertine per riviste Pulp (i primi lavori sono per la rivista “True Story") che le apriranno la strada al mondo della cinematografia, come addetta alla progettazione dei manifesti per i film.
Sebbene sia difficile per una donna venire apprezzata in una professione dominata dagli uomini, il suo lavoro parla da solo e viene rapidamente ingaggiata per dipingere pubblicità e copertine di riviste.
I suoi ritratti di copertina delle attrici di Hollywood per pubblicazioni come “Romantic Movie Stories” e “Screen Book” sono particolarmente popolari, ma lavora anche per periodici come “American Weekly” e “True Confessions”.
I lavori di Zoe sono così affascinanti, eleganti e sexy, da risultare perfetti per campagne pubblicitarie (come per i cosmetici IRRESISTIBILE) e per le pelliccole Hollywoodiane.

Zoë Mozert11Nel 1937 viene assunta dalla Paramount Pictures per creare il poster del film di Carole Lombard, “True confession”.
Ma la locandina di film più clamorosa della carriera di Zoe è, senza dubbio, la rappresentazione di Jane Russell per il film “The Outlaw”, che ispira l’eccentrico inventore Howard Hughes a creare un modello di reggiseno particolare che sollevi i seni troppo abbondanti (e cadenti…), con dei ferretti cuciti dall’interno, sotto il petto.
Nel 1941 Zoë firma un contratto di quindici anni in esclusiva come Top Pin-up artist per la casa editrice Brown & Bigelow, la quale si assicura anche il lavoro di altri artisti talentuosi come Rolf Armstrong, Gil Elvgren, e Earl Moran.
Nel 1945 la Mozert si trasferisce ad Hollywood dove lavora come consulente d’arte e come artista; nel ’78 si ritira a Sedona, dove continua a lavorare come pittrice, morendo nel 1993 all’età di 85 anni.
Certo, questi artisti che ci hanno fatto sognare, andrebbero studiati meglio e celebrati più spesso, perché ci riservano tante, tante sorprese.
Ma purtroppo, finché rimarrà l'idea di arte di serie A e di serie B, si andrà poco lontano...
Onore a Zoë Mozert!

A proposito di Pin-up, la citazione di oggi è di Milo Manara, uno che dell’argomento se ne intende…

“Il camionista non si attacca sul camion un quadro di Rauschenberg o di Jasper Johns, si attacca una bella pin-up. Devo alle mie pin-up il fatto di poter ancora divertire, di essere vicino alla gente: militari, camionisti, carcerati...”
Milo Manara

Almanacco Pulp dei Mutzhi Mambo

  • Zoë Mozert

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