TI FARÀ MOLTO MALE
Oggi contiamo di stupirvi o almeno di incuriosirvi, cari amici dei Mutzhi Mambo, con un autore che viene da lontano e che da noi rimane ancora pressoché inedito.
Vogliamo infatti celebrare un fumettista giapponese fra i meno "digeribili", ma non per questo meno affascinanti: Signore e Signori, l'inquietante KATZUICHI HANAWA, maestro di torture e atmosfere da incubo.
I giapponesi, si sa, sono notoriamente malati, dei veri maestri nell'immaginare e rappresentare situazioni estreme, sadiche e morbose, e Katzuichi Hanawa è per l'appunto considerato un Maestro di questi maestri del Sol Levante; quindi, per sillogismo, ci troviamo di fronte ad una vera testa di serie, un autore che, chi ama il Pulp più eccessivo, non può non ammirare e conservare nel cuore.
Per chi non lo sapesse, esiste un filone peculiarmente nipponico all'interno dell'horror, un sottogenere denominato "ero guro" (una traslitterazione nipponica di "erotic-grottesque"), che noi potremmo tradurre anche con "horror erotico", senza però rendere appieno il significato del termine.
L' "ero guro" mescola elementi più o meno espliciti di terrore, mistero, suggestioni fantastiche ed esoteriche, bizzarrie, splatter e sesso, giocando coraggiosamente con i tabù e sfidando continuamente i confini del buon gusto.
Questo genere, impensabile dalle nostre parti fino a qualche anno fa, ha lo scopo di disturbare il lettore (o al limite eccitarlo, ma bisogna essere un po' malati...), esplorando situazioni in cui l'erotismo incontra violenza e paura, anticipando quello che ora viene spacciato come "torture porn" (ma che tuttora, rispetto alla produzione di autori come Hanawa, sembra comunque "edulcorato"...).
Il nome completo di questo famigerato genere è "ero guro nansensu" (dove "nansensu" sta per "nonsense"), ed è un movimento artistico e letterario apparso nella letteratura giapponese negli anni '30.
Le opere che ne fanno parte incorporano elementi grotteschi, surreali e sinistri nell'erotismo ma definirlo pornografia e violenza estrema non è assolutamente sufficiente per definire il genere (oltretutto non sono caratteristiche automaticamente presenti nelle opere degli autori "ero guro").
Dopo la seconda guerra mondiale, questo filone si è diffuso dalla letteratura verso altre forme d'arte, tra cui la musica, il fumetto, il teatro ed il cinema.
Il genere trova ispirazione in vari precursori come il Marchese de Sade (naturalmente...) e alcuni autori surrealisti (tra cui Georges Bataille).
C'e chi fa risalire le sue radici fin dall'ukiyo-e, le famose stampe xilografiche, in particolare nella categoria "shunga" (arte erotica) e in quelle più fantastiche, che raggiunsero il loro apice durante l'era Edo (1603-1867), soprattutto con le disturbanti stampe di Utagawa Kuniyoshi e Tsukiyoka Yoshitoshi.
Queste illustrazioni rappresentano spesso e volentieri scene erotiche, creature mitologiche, ma anche eventi violenti nella storia giapponese, come decapitazioni, torture, mutilazioni e chi più ne ha, ne metta.
I mangaka più famosi accostari al genere sono: Hajime Yamano, Go Nagai, Jun Hayami, Toshio Maeda, Henmaru Machino, Horihone Saizo, Waita Uziga.
Però fra i piu estremi e coraggiosi vanno citati Suehiro Maruo, Shintaro Kago e il decano Katzuichi Hanawa, di cui oggi, appunto ci andiamo ad occupare.
Hanawa è uno dei mangaka più venerati e imitati del Giappone: le sue macabre e visionarie storie erotiche ambientate nell'aristocrazia medievale sono perle di umorismo e crudeltà nella rappresentare in modo spietato la decadenza del tardo periodo Heian.
Di tradotto, nella nostra lingua, si trovano solo due volumi incentrati sulla sua dolorosa esperienza carceraria, splendidi ma un po' fuorvianti rispetto alla sua produzione classica degli anni '70.
Speriamo quindi che questo Vostro Almanacco aiuti Voi a scoprire e ammirate le sue opere e magari ad aggiungere un piccolo stimolo alla richiesta di stampare qualcos'altro di questo geniale mattoide e del genere "ero guro" (qualcosa si trova ma rimane la punta dell'iceberg...).
Perché comunque è un filone interessante, addirittura indispensabile per chi, come noi ama il Pulp e la roba eccessiva, e meriterebbe sicuramente più attenzione dalle nostre parti.
Cosi, giusto per smettere ogni tanto di pensare che su certe cose noi occidentali abbiamo l'esclusiva...
Siamo invece dei pischelli al confronto!
Katzuichi Hanawa nasce il 17 aprile 1947.
Autodidatta, il suo primo lavoro, "Kan no Mushi", appare sulla rivista "Garo" nel 1971: è la storia di un ragazzo cattivo che la madre affida ad un sadico agopuntore per una cura.
Le prime opere, come "Tatakau onna" o "Nikuyashiki", rientrano solo in parte nel genere "ero guro", e si segnalano per gli sfondi dettagliati ispirati dallo stile di Yoshiharu Tsuge e del pittore e illustratore Hikozō.
Disegna i personaggi in stile sia realistico che grottesco si rivelano essere lavori fortemente contrassegnati dall'inquietante e il surreale, pieni di raffigurazioni di violenza estrema e degrado umano.
I fumetti di Hanawa via via affrontano temi sempre più inquietanti, come il karma, la maledizione e le donne malvagie con storie ricche di di sangue, follia, e sado-masochismo.
Dopo la morte di sua madre all'inizio degli anni '80, Hanawa smette di disegnare e si ritira nella sua città natale nella campagna di Saitama, dove si mette a fare il contadino, leggendo contemporaneamente diversi libri sul buddismo, lo yoga e la psicologia.
Viene di nuovo convinto a pubblicare dei manga nel 1984 dal leggendario editore Hiroshi Yaku, che gli commissiona una storia di trentaquattro pagine per il numero di debutto di "Comic Baku".
In questo periodo Hanawa è molto teso ed ha la paranoia di incontrare gente del suo paese che lo possa riconoscere come autore di fumetti.
Il suo stile e le tematiche affrontate cambiano radicalmente: buddhismo esoterico, antiche leggende, tradizioni locali e soprannaturale la fanno da padroni.
Inizia una storia senza alcuna idea sulla direzione che prenderà la vicenda narrata, disegna un'immagine dietro l'altra ma riesce comunque a tenere il focus sul tema e sulla grazie alla sua acquisita capacità di concentrazione, maturata grazie alle letture e alla meditazione.
Aggiunge inoltre un bel po' di fantasia fantascientifica, dando alle sue opere un’atmosfera straniante e unica, contaminando in chiave postmoderna il Giappone medievale, particolarmente del periodo Heian che nelle sue mani diventa un luogo e un periodo mentale, più che reale.
Il suo stile di disegno si evolve, diventa sempre più dettagliato con ampie campiture nere; i volti si allungano come nelle stampe "ukio-e", e si avverte prepotente l’estetica cruenta dell’incisore Tsukiyoka Yoshitoshi.
Trasferitosi a Sapporo, nel nord del Giappone, nel 1994 viene arrestato dalla polizia per la sua mania di collezionare e restaurare armi antiche.
In Giappone la legislazione sul possesso di armi da fuoco è estremamente severa e così il nostro viene condannato a tre anni di carcere duro.
Dopo la sua liberazione, pubblica il suo capolavoro, "In Prigione" (uscito da noi nel 2003), un romanzo grafico disegnato durante la detenzione con cui descrive con ossessiva accuratezza ed apparente freddezza (c'è chi lo ha definito un "documentario a fumetti") la sua esperienza nelle patrie galere.
Il libro diventa uno dei manifesti piu efficaci contro le alienanti istituzioni nipponiche e una denuncia delle tremende condizioni di vita dei carcerati, offrendo uno squarcio su un argomento che fino ad ora era stato coperto da un velo di colpevole omertà.
In Italia viene tradotto anche il "prequel" di questa graphic novel, "Prima della prigione" (2003), in cui Hanawa racconta del suo fascino morboso per le armi che lo porterà all'arresto, intrecciando la narrazione con una vicenda cruenta ambientata nel Medioevo.
Dal 1998, Hanawa lavora per il periodico "AX", il successore di "Garo".
Sperando che possa ancora lavorare a lungo non resta che onorare un vero Maestro, con l'auspicio che le sue tavole possano essere sempre più apprezzate per quello che sono: opere d'arte!
Altro che Doraemon e Candy Candy!
Tanti auguri Maestro!
"If people around here knew I was a mangaka", they'd come and throw stones at me."
Katzuichi Hanawa