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IL MASTINO AMERICANO

"See you later", "Ci vediamo": così recita la frase scolpita sulla lapide del grandissimo ROD STEIGER, uno dei nostri attori preferiti in assoluto!
E, parlando di Rod Steiger, non si sa se è un augurio o una minaccia…
Con la sua faccia da mastino è riuscito ad essere credibile nei più svariati ruoli, specie come villain della storia: Ponzio Pilato, Napoleone, Mussolini, Al Capone.
Nessun personaggio era troppo per lui!
Ha lavorato in ogni genere, cari amici dei Mutzhi Mambo, dal noir all'action, dallo spaghetti-western all'horror, dal film di denuncia alla commedia, e sempre ha fatto la sua porca figura.
Personaggione pieno di lati oscuri, ha avuto un'infanzia tremenda e una vita non facile segnata dall'alcolismo e dalla depressione ma in compenso può vantare una carriera straordinaria, ricca di soddisfazioni e di grandi interpretazioni.
È stato uno dei cattivi più incisivi e carismatici della storia del cinema: con lui il personaggio negativo diventava subito il focus del film, non importa se la sua era una parte scondaria!
Rod Steiger se magnava tutti, oscurava tutti, superava tutti…
Perché Rod Steiger era un eroe!

Rod Steiger13Rodney Stephen Steiger nasce il 14 aprile 1925 a Westhampton nello stato di New York, figlio unico di una coppia di attori, che divorziano subito dopo la sua nascita.
Il padre va via di casa e in futuro si fa vedere poco dal piccolo Rod, mentre la madre, risposatasi e trasferitasi col nuovo compagno a Newark nel New Jersey, è un'alcolista.
Anche il patrigno ci dà sotto con la bottiglia e, in breve, la situazione diviene insostenibile tanto che Rod, ormai quindicenne, decide di andarsene di casa.
Una decisione difficile e dolorosa e che, in seguito, comporterà non pochi squilibri nel futuro attore.
Rod, mentendo sull'età, riesce a farsi arruolare nella Marina, cosa che gli darà di fatto quella dimensione di vita regolare e comunitaria che gli manca così profondamente.
Le tappe di quelle sue navigazioni all'ombra della bandiera americana, sono le più disparate, anche se nei ricordi dell'attore prenderanno sempre il sopravvento i periodi passati nei mari del Sud.
Intanto, però, si consumano anche i peggiori episodi della Seconda Guerra Mondiale e uno spaesato Rod ci si ritrova proprio in mezzo…
Finita la guerra, Steiger decide di farla finita col la carriera militare e, per sopravvivere, si mette a fare i lavori più umili mentre, a tempo perso, comincia a recitare.
Ci prende subito gusto: il teatro è qualcosa che lo distoglie dalle miserie della vita quotidiana, che lo proietta in un altro mondo, e così si iscrive alla scuola di drammaturgia di New York dove cerca di studiare, sull'onda dell'entusiasmo per tutto ciò che fa "teatro", anche i grandi e immortali capolavori dell'Opera lirica.
Da Shakespeare a Verdi, tutto fa brodo per la sua bulimia di cultura!
Il destino di Steiger sembra essere relegato a quello di ottimo dilettante o, nei suoi sogni più arditi, a quello di caratterista di second'ordine.
Invece, con la decisione di andare a studiare all'Actors Studio, le cose cambiano profondamente.
I suoi compagni di classe hanno i nomi di Marlon Brando, Eva Marie Saint, Karl Malden e Kim Stanley e, in mezzo a quello straordinario humus artistico, Rod cresce rapidamente in bravura e sapienza attoriale, fino a diventare uno dei più coerenti e promettenti seguaci del "Metodo Stanislavskij", quello che prescrive una totale immedesimazione dell'attore nel ruolo.
Da quel momento in poi, è storia nota.

Rod Steiger26Il cinema rappresenta la sua grande occasione, come per ogni attore del Novecento divenuto veramente popolare, un'arte a cui il nostro dedica innumerevoli energie.
Un amore ricambiato: in anni di carriera, questo eccezionale e carismatico artista riesce a girare decine di film, molti dei quali entrati di diritto nella storia della settima arte.
Nel 1951 debutta sul grande schermo con "Teresa" di Fred Zinneman, ma conosce il grande successo nel 1954 grazie a "Fronte del porto" di Elia Kazan, in cui interpreta il fratello di Marlon Brando (altro celebre fautore del "Metodo"), ruolo che gli vale la prima nomination all'Oscar come attore non protagonista.
L'anno dopo è nel cast del bellico "Corte marziale", diretto da Otto Preminger, e del capolavoro di Robert Aldrich, "Il grande coltello", con Jack Palance e Shelley Winters.
Nel 1956 si segnalano il meraviglioso "Il colosso d'argilla", un film di Marc Robson ambientato nello sporco mondo del pugilato, a fianco di Humphrey Bogart, e l'avventuroso "Ritorno dall'eternità" di John Farrow, con Robert Ryan e Anita Ekberg.
Nel 1957 è nel noir "Furia infernale", di John Farrow, con la splendida Diana Dors, e nel western "La tortura della freccia", diretto da Samuel Fuller, mentre l'anno successivo è la volta del thriller "Lama alla gola", di Andrew L. Stone.
In "Al Capone" (1959), di Richard Wilson, indossa magnificamente i panni del famoso gangster italo-americano.
Steiger interpreta i suoi ruoli più intensi e memorabili lungo gli anni Sessanta: "I sette ladri" (1960), un bel noir diretto da Henry Hathaway, il kolossal bellico "Il giorno più lungo" (1962), con Robert Mitchum e John Wayne; il giallo "La notte delle jene" (1962), di Philip Leacock; il prison movie "Tre passi dalla sedia elettrica" (1962), di Millard Kaufman, con Ben Gazzara e Vincent Price; il drammaticissimo "L'uomo del banco dei pegni" (1964), di Sidney Lumet; il notissimo "Il dottor Zivago" (1965), di David Lean; fino a "La calda notte dell'ispettore Tibbs" (1967), dove la sua interpretazione dell'ottuso sceriffo razzista che se la prende con Sidney Poitier, gli regala l'unico Oscar della sua carriera.
Serial killer in "Non si maltrattano così le signore" (1968), di Jack Smight, individuo tormentato (e tatuato) nel visionario e fantascentifico "L'uomo illustrato" (1969), sempre di Smight, basato su tre racconti brevi contenuti nella collezione "Il gioco dei pianeti" di Ray Bradbury: Steiger non ha nessun problema a calarsi in nessun ruolo, anche fosse il più bizzarro e imprevedibile.
Rod lavora spesso nel nostro paese, interpretando un fetido palazzinaro senza scrupoli in "Le mani sulla città" (1963) di Francesco Rosi, "Gli indifferenti (1964), diretto da Francesco Maselli, tratto dal romanzo di Moravia, con Tomas Milian, Claudia Cardinale e Shelley Winters, il bellico "La ragazza e il generale" (1967), di Pasquale Festa Campanile, con Virna Lisi.
E poi più avanti è l'indimenticabile rivoluzionario messicano Juan Miranda in "Giù la testa" (1971) di Sergio Leone, a fianco di James Coburn; interpreta il crime "Lucky Luciano" (1973), di Francesco Rosi, con Gian Maria Volontè; "Gli eroi" (1973), di Duccio Tessari, "Mussolini ultimo atto" (1974) di Carlo Lizzani.

Rod Steiger16Sempre negli anni '70 si segnalano: la sua resa di Napoleone in "Waterloo" (1970), di Sergei Bondarcuk; il drammatico "Gli innocenti dalle mani sporche" (1975), di Claude Chabrol; il tremendo "Gesù di Nazareth" (1977), di Franco Zeffirelli (che si segnala solo per la sua interpretazione di Ponzio Pilato); il biopic "F.I.S.T." (1978) di Norman Jewison, con Sylvester Stallone; il discreto "Amityville Horror" (1979), di Stuart Rosenberg, il crime "Killer" (1979), di Allan A. Buckhantz, con Jack Palance, "Tiro incrociato" (1979), di Stuart Rosenberg.
Sposato innumerevoli volte, famoso per l'enorme appetito, Steiger ha spesso problemi di sovrappeso ma il suo male maggiore, che lo segna per tutta la sua carriera, è la depressione, aggravata dall'alcolismo e dal consumo di droga.
Bene o male riesce pure a starci dentro, fin quando è vittima di un ictus che lo costringe a letto per ben due anni.
C'è la fa comunque a riaversi e a continuare a recitare fino a poco prima della morte.
Fra i suoi ultimi ruoli negli anni '80 si ricordano: il western al femminile "Branco selvaggio" (1981), di Lamont Johnson; il censuratissimo (in Italia) "Il leone del deserto" (1981), di Moustapha Akkad, film che narra le famigerate imprese degli italiani in Libia viste nell’ottica del paese aggredito, dove il nostro interpreta nuovamente il Duce; l'horror "La casa degli orrori - American gothic" (1988), di John Hough.
Nei '90 invece si segnalano: il crime "Uomini d'onore" (1990), di William Reilly, curioso adattamento del Macbeth di Shakespeare in salsa mafiosa, "Verdetto: colpevole" (1991), di Sam Irvin, "I protagonisti" (1992), di Robert Altman; il corrosivo "Mars Attacks!" (1996), di Tim Burton; il divertente action-horror "Giorni contati - End of Days" (1999), di Peter Hyams, con Arnold Schwarzenegger e Gabriel Byrne.
Rod Steiger muore a Los Angeles il 9 luglio del 2002, in seguito a complicazioni polmonari e renali sopraggiunti dopo un intervento per l'asportazione di un tumore alla cistifellea.
È sepolto in un colombario del Forest Lawn Memorial Park di Los Angeles, California.
"See you later" grande Rod: per noi è un augurio…
Onore a Rod Steiger!

"Purtroppo avevi ragione tu, averlo nel culo fa male."
Juan Miranda/Rod Steiger - Giù la Testa



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