A noi bambole e marionette fanno paura!
Tutte (a parte i Muppets), dai Pupi siciliani alle damine, da Topo Gigio a Ciccobello, hanno quel non so che di inquietante che ci mette a disagio…
E la colpa non è di “Profondo Rosso”: il Darione nazionale non ha fatto che appoggiarsi su paure ataviche per la spaventosissima scena della marionetta nel suo capolavoro.
Oltretutto l’avversione per le marionette c’era già prima…
Saranno gli sguardi fissi delle bambole di porcellana che ci guardavano dalle mensole delle camerette delle compagne più ricche, mettendoci in soggezione; saranno i movimenti innaturali, a scatti, impressi dai fili, e tutte quelle botte che si danno nelle favole dei Pupi; saranno le lugubri illustrazioni dei libri di Pinocchio, quelle di Attilio Mussino con cui ci terrorizzavano da piccini; sarà che vedere una bambola rotta, magari senza un occhio o coi capelli strappati, rimane uno spettacolo comunque disturbante; insomma, cari amici dei Mutzhi Mambo, vuoi per quello, vuoi per questo, fatto sta che le bambole e soprattutto le marionette non ci hanno fatto dormire sonni tranquilli…
E questo naturalmente vale per i pupazzi di GERRY ANDERSON, il geniale creatore dei “Thunderbirds”!
Quei telefilm così avventurosi e pieni di ingenua fantascienza erano un must per noi ragazzini ma comunque quei personaggi che muovevano le bocche a sincrono con i dialoghi, mantenendo però lo sguardo perso nel vuoto, ci mettevano a disagio…
Gerry Anderson, in qualità di creatore e produttore ha realizzato alcune della serie televisive che hanno fatto la storia della fantascienza, anzi, che hanno fatto davvero la storia della televisione, in una carriera che è durata ben cinque decenni.
Insieme alla moglie Sylvia, darà vita alla “Supermarionation” (contrazione di “Super Marionette Animation”), ossia ad una tecnologia per animare delle marionette: in pratica, venivano prima registrate le voci dei doppiatori e poi il segnale sonoro delle voci veniva collegato a dei sensori posti nella testa delle marionette che “animavano” la bocca, dando la orrenda sensazione che le stesse parlassero.
Altre parti del corpo venivano mosse con dei fili sottilissimi collegati agli arti della marionetta.
Alla AP Films, la società fondata da Gerry per dare sostanza alle sue creazioni tecnologiche, gli Anderson diedero vita ad alcune produzioni televisive con le supermarionette per bambini e ragazzi che hanno fatto letteralmente il giro del mondo sul piccolo schermo, ma anche a due serie televisive con attori che fanno parte della storia della fantascienza: U.F.O. e Spazio 1999.
In tutto, ben 17 le produzioni realizzate dai coniugi Anderson in oltre trent'anni di attività, roba talmente di culto che il culto potrebbe chiamarsi direttamente Anderson...
Gerald Alexander Abrahams (così all’anagrafe) nasce a Londra, il 14 aprile del 1929, da una famiglia di origine ebraica.
Trascorre i primi anni di vita nei sobborghi della capitale inglese e viene educato alla Kingsgate Infants School di Kilburn e Braintcroft Junior e Senior School di Neasden, prima di vincere una borsa di studio alla Willesden County Grammar School.
All'inizio della seconda guerra mondiale, il fratello maggiore di Gerry, si offre volontario per il servizio nella Royal Air Force; di stanza negli Stati Uniti per un addestramento avanzato, spedisce spesso delle lettere ai familiari, descrivendo una base aerea chiamata “Thunderbird Field”, il cui nome rimarrà impresso nella memoria di suo fratello minore.
Il 16 ottobre 1952, Anderson sposò Betty Wrightman, da cui avrà due figlie, Linda (nata nel 1954) e Joy (nata nel 1957).
Inizia la sua carriera come fotografo, con un tirocinio presso la British Colonial Film Unit nel dopoguerra.
Sviluppa interesse per l'editing cinematografico e si trasferisce alla Gainsborough Pictures, dove fa ulteriore esperienza.
Nel 1947 viene arruolato per il servizio militare nella Royal Air Force.
È di base in un aeroporto vicino a Margate, e presta parte del suo servizio nel controllo del traffico aereo: in un'occasione riesce a salvare da una collisione uno Spitfire che stava atterrando senza che il carrello si fosse abbassato.
Di quegli attimi concitati il nostro farà tesoro, quando si tratterà di immaginare le acrobazie aeree dei suoi Thunderbirds.
Dopo aver completato il servizio militare, Anderson torna a Gainsborough, dove lavora fino a quando lo studio chiude nel 1950.
Lavora poi come freelance in una serie di lungometraggi.
A metà degli anni '50, Anderson si unisce alla compagnia di produzione televisiva indipendente Polytechnic Studios come regista, dove incontra il cameraman Arthur Provis.
Dopo il fallimento anche di questa casa, Anderson, con Provis, Reg Hill e John Read, nel 1955 fonda la Pentagon Films, che pero durerà poco.
A questo punto Anderson e Provis danno vita ad una nuova società, la AP Films, che sta per Anderson-Provis Films, sempre con Hill e Read come partner.
Gerry, per foraggiare la nascente compagnia si trova però costretto a continuare il suo lavoro come regista freelance.
La prima produzione televisiva della AP è per la Granada Television: “Le avventure di Twizzle” (1957-1958), creata da Roberta Leigh, è una serie per bambini piccoli su di una bambola con la capacità di allungare braccia e gambe.
È il primo lavoro in cui Anderson utilizza i burattini, usando come set la propria casa, e l'inizio delle sue lunghe e proficue collaborazioni con la marionettista Christine Glanville, col tecnico degli effetti speciali Derek Meddings e col compositore/arrangiatore Barry Gray.
Segue un'altra serie di burattini a basso costo sempre scritta dalla Leigh, “Torchy the Battery Boy” (1958-1959).
Le ristrettezze del budget e l'uso di “attori non umani” consente a Gerry di farsi notare facendogli produrre, in breve tempo, altre due serie. Una di queste, “Four Feather Falls”, è ricordata come la prima serie di genere western con pupazzi animati.
È in questi anni che Anderson mette a punto le tecniche di animazione elettronica per le marionette, tecniche che consegneranno lui e sua moglie alla Leggenda della Tv dei Ragazzi.
Intanto, durante la produzione di “Le avventure di Twizzle”, Anderson inizia una relazione con la segretaria Sylvia Thamm: alla fine lascerà moglie e figli e, in seguito al divorzio, Gerry sposerà la Thamm nel novembre 1960, dando inizio ad un sodalizio sentimentale ed artistico profondissimo e estremamente fecondo dal punto di vista professionale.
Nonostante il buon successo di “Four Feather Falls”, la casa di produzione Granada non gli commissiona un'altra serie, così Anderson accetta l'offerta di dirigere “Crossroads to Crime”, un thriller low-budget di serie B.
Sebbene Gerry nutra molte speranze sulla pellicola e sul fatto che possa permettergli di passare alla produzione cinematografica tradizionale, il film si rivela un bel fiasco al botteghino.
Il primo grande successo arriva nel 1961 con “Supercar”, sempre con pupazzi animati, in cui però il vero protagonista è un veicolo capace di solcare i cieli, di muoversi su qualsiasi superficie e di inabissarsi negli oceani.
Ma il nome e la carriera dei coniugi Anderson rimarranno indissolubilmente legati ai show televisivi quali “Fireball XL5” (1962), “Stingray” (1964) e, naturalmente, “Thunderbirds” (1965).
La prima vede protagonista un agente della polizia spaziale che nell’anno 2063 si sposta a bordo del Fireball XL5 per difendere il venticinquesimo settore del sistema solare.
La seconda (più conosciuta in Italia) è ambientata nel 2065: lo Stingray è un sommergibile potentissimo e tecnologicamente avanzato, teso a difendere i mari dai nemici e da eventi naturali per conto del WAPS (World Acquanaut Security Patrol).
La serie otterrà uno strepitoso successo in Inghilterra, tanto da generare anche dei sequel.
La più nota anche nel nostro Paese resta, tuttavia, l’iper-cult “Thunderbirds”.
Questa volta l’azione è situata nel 2026.
Jeff Tracy, ex astronauta, è uno dei primi uomini ad aver toccato il suolo lunare; rimasto vedovo con cinque figli e divenuto miliardario, Tracy decide di mettersi al servizio dell’umanità.
Compra un’isola nel pacifico e, reclutato un geniale scienziato, dà vita all’International Rescue (Soccorso Internazionale), un organizzazione in grado di intervenire – attraverso mirabolanti mezzi di trasporto pilotati dai figli di Tracy – in aiuto di tutto il mondo in caso di eventi naturali catastrofici.
Tracy mette insieme anche una rete di agenti sparsi per il mondo, guidata da una bella e aristocratica donna inglese (Penelope Creighton Ward).
A mettere i bastoni fra le ruote dei Thunderbirds vi sono pericolosissimi criminali come Kirano e The Hood.
“Thunderbirds”, dalle trame assolutamente complesse e innovative per l’epoca (trattandosi di prodotti per bambini), ottiene un successo incredibile, soprattutto, presso i ragazzini ma non solo.
Forgerà tutta una schiera di futuri nerd, grazie ai sofisticati modellini creati per l’occasione.
Però, per quanto le produzioni di pupazzi APF renderanno Anderson famoso nel mondo, il nostro rimarrà sempre scontento di lavorare con i burattini.
Li userà principalmente per ottenere attenzione e una buona reputazione con le reti televisive, sperando di servirsene come trampolino di lancio per fare film d'azione dal vivo e serie TV.
Nel 1970 compare sugli schermi della Tv britannica un altro cult: “U.F.O.,” telefilm con attori in carne e ossa destinato ad ottenere un discreto consenso di pubblico in tutta Europa, Italia compresa e a rimanere impresso nella immaginazione di una generazione.
Nel 1980 la Terra è minacciata da una spietata razza alieni che, a bordo di dischi volanti, effettuano misteriose incursioni sul nostro pianeta: A difendere gli ignari terrestri c’è la S.H.A.D.O. (Supreme Headquarters Alien Defence Organization) un’organizzazione segreta guidata dal comandante Straker (Ed Bishop), la cui base è situata sotto gli studi cinematografici Harlington-Straker.
La genesi di questo show, così pieno di fantasia e di plausibili messi avveneristici, è quasi casuale.
Gli Anderson vengono dall’insuccesso di una pellicola cinematografica: “Doppia immagine nello spazio” (1970), film da loro prodotto e diretto da Robert Parrish.
Si tratta del loro primo lungometraggio live-action e narra le vicende di un astronauta (interpretato da Roy Thinnes) che ritorna sulla Terra dubitando che sia lo stesso pianeta dal quale è partito.
Per questa ambiziosa produzione il duo inglese ha, come sempre, creato tutta una serie di modellini di astronavi e sgargianti scenografie.
L’insuccesso della pellicola sia in Europa che negli Stati Uniti è un duro colpo, ma gli Anderson non si arrendono di certo e decidono di sfruttare i modellini, i costumi e le scenografie per creare una nuova serie televisiva con attori umani.
Nasce così “U.F.O.”, una delle serie più “segnanti” della televisione del periodo: costumi bizzarri e sexy, personaggi a tutto tondo, fuori dai triti stereotipi, finalmente “tridimensionali”, cura dei dettagli e gusto per il design, fanno di questa produzione un capolavoro camp irresistibile.
Oltretutto alcuni episodi affrontano temi veramente spinosi (addirittura, per l’epoca, tabù, come le droghe, il divorzio, il suicidio…), tanto che la Televisione italiana, non trasmette alcuni dei 26 episodi girati.
Nonostante conquisti un pubblico di fans appassionati, il telefilm non andrà oltre la prima serie.
Probabilmente è troppo avanti o troppo sui generis per il periodo…
Tra il 1971 e il 1974 escono comunque sul grande schermo cinque film composti da episodi montati uno di seguito all’altro e accompagnati dallo score firmato John Barry: “UFO Contatto Radar – Stanno atterrando”; “UFO Allarme Rosso – Attacco alla Terra”; “UFO Annientate SHADO – STOP – Uccidete Straker”; “UFO Distruggete Base Luna” e “UFO Prendeteli Vivi”.
Durante la produzione di “UFO”, Anderson viene contattato niente popò di meno che da Harry Saltzman, all'epoca co-produttore della serie degli 007 di James Bond, insieme al Albert "Cubby" Broccoli.
Viene invitato a scrivere e produrre quello che avrebbe dovuto essere il prossimo film della serie, “Moonraker”.
Il nostro si mette di buzzo buono, collaborando con Tony Barwick per definire la caratterizzazione, mentre lui stesso si concentra sulle sequenze d'azione.
Alla fine però non se ne fa di nulla, e Broccoli e Saltzman produrranno “Diamonds Are Forever” (1971) e “Live and Let Die” (1973) e,“L'uomo con la pistola d'oro” (1974).
Offrono ad Anderson 20.000 sterline per il “disturbo”, ma il nostro le rifiuta, temendo che se avesse accettato non potrebbe più avere voce in capitolo sul film di Bond da lui ideato.
Intanto esce pure “The Spy Who Loved Me” (1977) ed Anderson apre un procedimento legale contro Broccoli per un presunto plagio di sue idee nella storia, ma ritira l'azione poco dopo, intimorito dallo stuolo di legali che può permettersi il produttore italo-americano.
Alla fine si dovrà accontentare di sole 3.000 sterline di risarcimento mentre la versione cinematografica di “Moonraker” che esce al cinema nel 1979, non terrà assolutamente conto del materiale prodotto da Anderson.
Dopo la conclusione di “UFO”, la relazione tra gli Anderson peggiora.
Gerry decide di non lavorare con sua moglie nel suo prossimo progetto, la serie d'azione “The Protectors”, uno dei pochi prodotti non originali di Anderson.
La produzione viene funestata da diversi problemi ma ha molto successo sia nel Regno Unito che in America e la sua sigla "Avenues and Alleyways" diventa un disco di successo in Inghilterra per il cantante Tony Christie.
Sarà anche la prima serie live-action prodotta da Anderson a sopravvivere in una seconda stagione.
Per fortuna, il successo internazionale arriderà ai nostri coniugi in crisi con un'altra serie: la mitica “Spazio 1999” (1975-77), da molti considerata una sorta di sequel di “U.F.O”.
Con protagonisti Martin Landau e Barbara Bain (all’epoca veramente sposati), prodotta dalla Group Three Production, in collaborazione con la ITC e la RAI, il telefilm si comporrà di 48 episodi e coinvolgerà anche celebri attori come Barry Morse.
In “Spazio 1999” si respira la medesima atmosfera cupa già presente in “U.F.O.”.
Le scenografie, a cominciare dagli interni della base bianco “pallido”, quasi depressivo, il ritmo lento (a vederla ora fa impressione da quanto è statica, rispetto alle produzioni contemporanee), le trame ricche di approfondimenti psicologici e la “regola” imposta agli sceneggiatori di scrivere gli episodi in modo lineare, per consentire allo spettatore di capire la storia in qualsiasi momento si sintonizzasse con lo show, non verranno del tutto recepiti dal pubblico non amatore.
La seconda serie, vedrà l’ingresso di Fred Freiberger, già produttore della terza stagione di Star Trek, che, senza dare nessuna spiegazione ai telespettatori, fa uscire di scena alcuni personaggi e ne introduce di nuovi.
Le storie diventano più canonicamente avventurose e fa capolino persino una patina di melensaggini romantiche.
Queste novità permetteranno alla serie di avere maggiore successo anche in America, ma renderanno i telefilm troppo “Star Trek dei poveri”, facendo perdere alla serie il suo peculiare fascino oscuro e alienante e comunque, non eviteranno la chiusura del programma.
Fortunatamente, le continue repliche avvicineranno a “Spazio 1999” sempre nuovi “adepti” rendendo la serie progressivamente un grande “cult” televisivo.
Il matrimonio di Andersons si guasta irrimediabilmente durante la prima serie di “Spazio 1999: nel 1975 Gerry annuncia la sua intenzione di separarsi.
Sylvia rompe i suoi legami con il Gruppo Tre, e per alleviare la sua situazione finanziaria, Anderson vende la sua quota dei profitti dagli spettacoli APF / Century 21 e dalla loro casa vacanze in Portogallo a Lew Grade, in cambio di un pagamento una tantum.
Verso la fine degli anni '70, la vita e la carriera di Anderson non son proprio rose e fiori: il matrimonio ormai è finito, è in difficoltà finanziarie, e non riesce a trovare da lavorare.
Nel dicembre 1980, il matrimonio di Gerry e Sylvia si conclude ufficialmente col divorzio.
Nei primi anni '80, il nostro fonda una nuova partnership, la “Anderson Burr Pictures Ltd”, con l'imprenditore Christopher Burr.
La prima produzione della nuova compagnia si basa su una idea della fine anni ‘70 non realizzata di Gerry per una serie di cartoni animati giapponesi.
“Terrahawks” segna il ritorno di Anderson a lavorare con i burattini, ma piuttosto che le marionette questa serie utilizza un nuovo sistema soprannominato "Supermacromation" che utilizza fantocci mossi da guanti altamente sofisticati, un approccio ispirato ai progressi fatti dal Jim Henson dei “Muppets” e dai suoi colleghi.
Variazione sul tema gia presente in “UFO” (un'organizzazione segreta che difende la Terra dagli alieni).
Questa serie avrà un discreto successo dal 1983 al 1986 nel Regno Unito, ma non riesce a farla distribuire in USA per quattro anni.
“Terrahawks” si conquista comunque la sua bella fama di culto che mantiene ancora oggi, anche se ad Anderson questo lavoro fa cacare.
Anderson spera di continuare a cavalcare il suo rinnovato successo con una serie chiamata “Space Police”, una nuova opera che mescola live-action e burattini.
Purtroppo il nome “Space Police” era già stato registrato da un'altra società, quindi il programma di Anderson uscirà solo nel 1995 come “Space Precinct”.
Un film pilota era già stato realizzato con Shane Rimmer, ma ci vorranno quasi dieci anni per portare la pellicola sullo schermo.
Nel frattempo, Anderson e Burr producono la serie animata stop-motion “Dick Spanner (un ennesimo cult) che godrà di molti episodi sul canale britannico 4 fra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90.
È l’ultimo progetto completato da Anderson e Burr.
Anderson si unirà poi alla Moving Picture Company come regista di spot pubblicitari e fornirà la direzione per effetti speciali per la commedia musicale “Return to the Forbidden Planet”.
Durante gli anni ’90 cresce l’attenzione per i lavori del nostro (lo testimonia anche l’omaggio nel video “Calling Elvis” dei Dire Straits, realizzato in “stile” Anderson).
Dopo diversi tentativi per lo più fallimentari di aggiornare i suoi personaggi per il pubblico moderno (purtroppo ormai i progetti partono direttamente dal merchandising e non viceversa e questa cosa al nostro non riesce ad andare giù …), nel giugno 2012 viene reso noto che Anderson ha ricevuto una diagnosi di malattia di Alzheimer.
Il Maestro muore nel sonno il 26 dicembre 2012 all'età di 83 anni.
Ora le marionette non divertono proprio più nessuno: fanno paura e basta…
Onore a Gerry Anderson!
“Un UFO non localizzato è come una donna di troppo.”
Ed Straker/Ed Bishop – U.F.O. Allarme Rosso…Attacco alla Terra