Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Esistono i folletti?
In realtà, cari amici dei Mutzhi Mambo, saremmo un po’troppo cresciutelli per porci questo tipo di domande…
Ma quando vediamo all’opera l’adrenalinico ANGUS YOUNG, il dubbio si insinua…
Angus Young, chitarrista formidabile e leader indiscusso degli AC/DC, è veramente un folletto della mitologia!
Piccolo, aria dispettosa, accentuata dal sua divisa da scolaretto, foga inarrestabile, Angus sembra davvero uscito da un libro di fiabe!
Soltanto che il libro in questione è quello di storia del rock’n’roll!

Angus Young12
A parte Keith Richards, nessuno incarna meglio di lui lo spirito energico e irriverente del vero rock’n’roll, quello che si gusta dal vivo, in concerti al fulmicotone.
Il suo stile è influenzato dal blues di B.B.King, Freddie King e Muddy Waters, e soprattutto dal rock’n’roll di Little Richard e Chuck Berry (a cui ha copiato pure il famoso Duck Walk, il passo del papero), nonché da Jimi Hendrix, Pete Townshend, John Lee Hooker, Keith Richards e Dave Davies, il chitarrista dei Kinks.
Angus sul palco è una macchina da guerra, spara riff e assoli a nastro, correndo da una parte all’altra, buttandosi a terra, a passeggio sulle spalle, senza soluzione di continuità.
Infaticabile, il solo vederlo suonare con in braccio la sua Gibson SG Diavoletto, toglie letteralmente il fiato, pare un indemoniato o una vittima di un attacco epilettico.
Probabilmente uno così, in un’altra epoca, sarebbe stato internato come pazzo o bruciato sul rogo come possesso.
Ma per fortuna ora c’è il rock’n’roll, che di tipi così ne fa giustamente virtù! 
Insieme al fratello, il mai troppo compianto Malcom, ha fondato il gruppo hard rock per eccellenza, gli AC/DC, la band che ha spiegato al mondo che non servono fantasia o originalità per fare da Dio il rock’n’roll: servono palle, dedizione e energia, e pure il gusto, l’abilità e l’umiltà di saper giocare con pochi accordi rock-blues senza cedere alla tentazione di voler fare i fighetti...
Anche perché i fratelli Young sono oggettivamente proprio l’antitesi dei fighetti.
Sono eroi proletari, brutti, ignoranti e cattivi ma davvero irresistibili.
Questo detto senza nulla togliere agli altri componenti, in primis l’inarrivabile Bon Scott ma anche Phil Rudd, Cliff Williams e Brian Johnson: gli AC/DC sono essenzialmente i fratelli Angus e Malcom Young!
A metà anni Settanta hanno letteralmente rifondato l’hard-rock, ritirando fuori le genuine radici rhythm’n’blues e sfrondandolo totalmente dalle mefitiche tastiere progressive, dalle nascenti e invasive diavolerie elettroniche, dagli intellettualismi impegnati del cantautorato, dagli scampoli Peace&Love della psichedelia ormai al tramonto, dal “famolo strano” dell’art-rock, dall’etnicismo freakkettone della world music.
Nulla, tabula rasa, solo riffacci feroci e ottusi, testi grezzi e tamarri, attitudine delinquenziale e sguaiata. 
Fu, il loro, un richiamo alla semplicità e agli istinti più bradi del rock’n’roll; anche il loro presunto satanismo, è roba da bambini che fanno gli scherzi per Halloween, non il plumbeo inferno dei Black Sabbath né l’esoterismo luciferino degli Zeppelin.

Angus Young13Praticamente sono stati l'essenza del punk prima dell’esplosione del punk, al netto della ribellione “politica”, che negli AC/DC è assolutamente assente, e dell’esibita imperizia tecnica, perché tutto si può dire ai fratelli Young, meno che non sapessero suonare!
E di questa rinascita, il simbolo e proprio il piccolo Angus, che dal basso del suo metro e mezzo abbondante, è stato capace di dominare i palchi delle arene e degli stadi di tutto il mondo.
Facendo sempre la stessa cosa: il rock’n’roll!
E basta!

Angus McKinnon Young nasce a Glasgow, in Scozia, il 31 marzo del 1955.
È il più giovane fra i sei figli di William e Margaret Young; nel 1963 si trasferisce a Sydney, in Australia, assieme ai genitori e ai suoi fratelli, tra cui Malcolm, George e Alex, che diventeranno tutti musicisti, e la sorella più anziana Margaret. 
Inizia a suonare la chitarra all'età di 5 anni, quando vede strimpellare il fratello: in seguito si fabbrica pure da solo uno strumento a corde, modificando un banjo.
La sua prima chitarra, una Höfner, gli viene regalata dal fratello Malcolm, di due anni più grande, e mai dono sarà più azzeccato…
Fin dall'inizio il nostro è allergico alla scuola: l’unica materia in cui va bene è l’arte mentre anche in musica va maluccio.
Per iI suo professore infatti, Angus non possiede minimamente il senso del ritmo.
Non c’è che dire, un insegnante veramente lungimirante…
Il giovane Young abbandona quindi gli studi e durante l’adolescenza suona in una band chiamata Kantuckee.
Compiuti i 18 anni, suo fratello Malcolm fonda gli AC/DC, e lo chiama a far parte già del nucleo iniziale, insieme a Colin Burgess alla batteria, Larry Van Kriedt al basso elettrico e Dave Evans alla voce. 
Il nome deriva da una scritta su un aspirapolvere che aveva visto dalla sorella e che significa Alternate Current-Direct Current.
L'uniforme da scolaretto che Angus indosserà come una divisa (cosa molto ironica, visto quanto amava la scuola), proviene dal suo liceo, la Ashfield Boys High School a Sydney. 
Nel 1973, quando Angus ha già da tempo abbandonato la scuola, la sorella Margaret gli suggerisce di indossare il suo completo perché Malcolm aveva chiesto a tutti di procurarsi i propri costumi.
Come rivelerà Dave Evans, il loro primo cantante, questa è anche una scaltra mossa di marketing: per agganciare il pubblico degli studenti, dato che all’inizio della carriera gli capita spesso di suonare nelle feste scolastiche, niente di meglio che promuovere l'immagine che dipinge Angus come scolaretto ribelle.
Addirittura, la sua data di nascita verrà falsificata per alcuni anni e divulgata alla stampa e al pubblico in modo erroneo: secondo queste informazioni, Angus sarebbe nato infatti nel 1959, e non nel 1955. 
Soltanto verso la fine degli anni settanta la band ammetterà che Angus è in effetti quattro anni più vecchio di quanto precedentemente sostenuto, ma anche negli anni seguenti tuttavia varie pubblicazioni continueranno a riportare la data di nascita errata.
Dell’origine della band e i tutto il primo periodo però già ci occupiamo negli Almanacchi dedicati a Malcom Young e Bon Scott, quindi è inutile qui ripetersi.
Riprendiamo allora il filo dopo la tragica morte per abuso di alcolici di Bon Scott.
L'annuncio dello scioglimento del gruppo, secondo molti osservatori esterni, sembra solo questione di tempo: per una band, sostituire il cantante (e ché cantante, in questo caso!) non è mai uno scherzo. 
Dopo qualche giorno, Malcolm e Angus, ancora frastornati dal lutto, si ritrovano per provare del nuovo materiale, quasi a livello terapeutico.

Angus Young10Queste sessioni di prova riescono fortunatamente a tirare su il morale ai fratelli Young, che decidono di rimettere in piedi il carrozzone. 
Dopotutto gli AC/DC sono roba “loro” e comunque, il vero frontman, l’uomo immagine della band, è Angus.
Iniziano così a cercare un nuovo cantante ma la ricerca non si rivela affatto facile: molti dei possibili candidati si rivelarono subito deludenti e non all'altezza. 
Dopo diversi pessimi provini, dopo rifiuti insospettabili e inaspettati (fra cui quello, ancora inspiegabile, del cantante dei Krokus, i loro più sfacciata imitatori), la scelta cade sull’inglese Brian Johnson.
Nel 1980, esce il più classico dei lavori degli AC/DC, lo straordinario “Back In Black”. 
Per certi versi agli antipodi del precedente, il bellissimo ma ancora bluesy “Highway to Hell”, inconsapevole canto del cigno di Bon Scott, “Back in Black” vanta alcuni dei riff più memorabili della carriera della band: la title-track, "Hells Bells", “Shoot to Thrill”, “Have a Drink on Me”, “Rock’n’roll ain’t Noise Pollution”, e "You Shook Me All Night Long", bastano questi titoli per dare l’idea di che razza di disco stiamo parlando...
Non e una rivoluzione copernicana (con gli AC/DC le rivoluzioni non hanno da essere, mai!), sempre di riff rocciosi e primordiali si tratta, ma il suono appare nel complesso più netto, potente, pulito, rispetto al lercio magma peccaminoso dei lavori precedenti; anche il modo di cantare del nuovo acquisto Brian Johnson, caratterizzato da un inconfondibile falsetto strillato, simile a quello del cantante dei Nazareth, rende il tutto più “rock” e meno “blues”, in una parola, più metal.
L'album si piazza al numero quattro delle classifiche americane (ma col tempo supererà le 50 milioni di copie vendute!) facendo diventare gli AC/DC delle vere rockstar.
Il successivo “For Those About To Rock We Salute You” (1981), è l'album più duro e pesante del gruppo mai uscito: ma con questo disco, ahinoi, inizia l’inarrestabile scivolamento nel manierismo di questa comunque grande band.
Fa strano parlare di manierismo riguardo agli AC/DC: dopotutto hanno sempre fatto le solite cose, sono manieristi nell’essenza…
Eppure è proprio così: potranno fare dischi più o meno riusciti, pezzi più o meno ganzi, ma a nostro avviso, dopo “Back in Black” è tutta maniera, tutto un esercizio di stile.
Per carità, il successo arriderà ai nostri ancora per diversi anni, i fans saranno sempre in aumento, la hit, bene o male, la piazzano sempre, i loro concerti rimangono senza dubbio spettacolari ed entusiasmanti; però…
Del 1983, è il mediocre “Flick Of The Switch”, probabilmente il disco più inutile del gruppo, funestato dai problemi col batterista Phil Rudd che a fine registrazioni se ne va.
A lui subentra l’ancor più stolido drummer (se mai questo fosse possibile…) Simon Wright, potente ma assolutamente incolore, ma il suo ingresso non fa di certo il nuovo album “Fly On the Wall” (1985) un capolavoro, anzi!
A parte "Shake Your Foundations", "Danger", "Sink The Pink", e "Send For The Man", l’album è sinceramente un po’ loffio.
Alla lunga, sembra essere proprio il modo di cantare strillato di Johnson il limite maggiore di questi “nuovi” AC/DC; in ogni caso, le cose migliori si sentono nel consumato mestiere dei fratellini, cosa che invece, all'epoca di Scott, non succedeva, c’era più amalgama. 
Sempre nell’ 1985, il gruppo, involontariamente, viene coinvolto in un pessimo fatto di cronaca nera: il terribile caso del serial killer Richard Ramirez.
Ramirez, si dichiara satanista, e dalla stampa viene descritto come un estimatore del gruppo (un cappello da baseball con il logo degli AC/DC, appartenente a Ramirez, era stato ritrovato sulla scena di uno dei delitti).
A detta dei giornalisti, è il pezzo “Night Prowler”, contenuto in “Highway to Hell”, in cui si narra di un uomo che si introduce in casa altrui, la fonte di ispirazione per l’assassino seriale!
A poco varranno le smentite della band che faranno notare che in realtà la canzone, più prosaicamente, racconta di un giovane che s'introduce a casa della propria fidanzata mentre il padre di lei dorme.
Però alla fine, come si dice, parlane male ma parlane...
Verso la fine dello stesso anno, il gruppo viene contattato da sua maestà Stephen King per la realizzazione della colonna sonora del film “Brivido”. 
Il Re dell’horror è un sincero estimatore degli AC/DC, e raccoglie alcune delle sue canzoni preferite dagli album precedenti, che finiranno su “Who Made Who” del 1986 insieme a tre nuovi brani appositamente scritti dal gruppo per il film.
L’album vende bene ma la pellicola viene stroncata dalla critica ed è un fiasco al botteghino, anche se in seguito verrà rivalutata...

Angus Young4Dopo tre anni esce “Blow Up Your Video”, album che disorienta i fan, vista l’ attitudine un filo più pop (ma sempre sui soliti due-tre accordi si gira, non vi preoccupate…)
Trainato dai singoli "Heatseeker", e "That's The Way I Wanna Rock & Roll", l’album ha un buon successo, dopo le vendite bassine dei due album precedenti, ma la voce di Johnson inizia impietosamente a mostrare la corda.
Se ne va anche Simon Wright, che ai fan non era mai piaciuto (e, se permettete, a ragione), sostituito dal vigoroso Chris Slade.
“The Razor's Edge” esce nel 1990, e di fatto è l'ultimo grande album degli AC/DC.
Le cose migliori, a nostro avviso, sono "Thunderstruck", “Money Talks”, "Mistress For Christmas", “Fire Your Guns" e "If You Dare", ma tutto il disco possiede una potenza e una freschezza che mancavano dai tempi di “Back in Black”. 
Cinque anni dopo è il momento di “Ballbreaker”, che vede il ritorno dopo 12 anni nella formazione del batterista Phil Rudd, che nel frattempo si era dedicato agli elicotteri.
Nonostante la produzione di Rick Rubin (già apprezzato al lavoro con Danzig, Metallica e Johnny Cash) e qualche pezzo non male (“Hard as a Rock” e “Boogie Man”), il disco non mantiene le aspettative mentre la voce di Johnson risulta sempre più sciupata e inadatta a proseguire col solito stile acuto.
A noi le voci scassate ci piacciono, ma non in questo caso…
Passano altri cinque anni ed esce “Stiff Upper Lip”, in cui alla regia ritorna George Young, fratello dei due chitarristi e storico produttore della band.
Per certi versi questo ritorno giova al gruppo, che non si vergogna e accetta il suo essere ormai definitivamente retrò. 
La title-track, “Can't Stop Rock'n'Roll”, “Satellite Blues”, “Give It Up” possono risultare datate, autoreferenziali, ma non gli si può rimproverare loro sincerità e dedizione alla causa del rock blues.
Alla luce dei successivi sviluppi, diciamo che per noi, la loro discografia avrebbe potuto, anzi dovuto dignitosamente fermarsi qui.
Purtroppo pubblicheranno ancora un paio di dischi sinceramente imbarazzanti, anche per il più scafato dei fan.
“Black Ice” (2008), e il successivo “Rock or Bust” (2014), sono davvero bruttini, e soprattutto assolutamente inutili.
Se a questo aggiungiamo che la chitarra ritmica, dopo 41 anni di carriera degli AC/DC, nell’ultimo album viene registrata non da Malcolm Young, che ha dovuto abbandonare il gruppo per problemi di salute dovuti a una forma di demenza senile, bensì da suo nipote Stevie Young, che aveva già preso il posto dello zio durante il tour statunitense di “Blow Up Your Video (quando Malcom era in clinica per disintossicarsi dall’alcol); che il batterista Phil Rudd viene allontanato dopo le incriminazioni per possesso di marijuana e per aver assoldato un killer per far fuori due persone; che Brian Johnson si danneggia i timpani in un incidente automobilistico e viene quindi estromesso e sostituito da Axel Rose; che il bassista Cliff Williams si ritira a vita privata dopo le registrazioni e il tour dell’ultimo disco; che Malcom ci lascia il 18 novembre 2017, pensiamo che il tempo di mettere in pensione il gruppo, per il buon Angus, sia arrivato, abbondantemente. 
Magari può pure fare altro, se vuol continuare a suonare, ma gli AC/DC no!
È un vera agonia così, che fa male a tutti.
Comunque sia, tanti auguri, Angus!
Ti vogliamo bene!

“It's criminal
There ought to be a law
Criminal
There ought to be a whole lot more
You get nothin' for nothin'
Tell me who can you trust
We got what you want
And you got the lust
If you want blood, you got it
If you want blood, you got it
Blood on the streets
Blood on the rocks
Blood in the gutter
Every last drop
You want blood
You got it
Yes you have…”
AC/DC – If You Want Blood (You Got It)

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