DI MADRINA CE N'È UNA SOLA
Venite con noi a festeggiare una grandissima artista nel giorno del suo compleanno!
Portatevi dietro le droghe, portate alcol, portate la voglia di scatenarvi!
Ma portatevi pure un Vangelo, perché oggi non è un compleanno qualsiasi: è quello dell’inafferrabile, indefinibile, inarrestabile NINA HAGEN, la “Madrina del Punk”!
Perché un Vangelo, chiederete a questo punto?
Che ci incastra il Vangelo con l’irriverente e bizzarra cantante tedesca?
C’entra, c’entra, cari amici dei Mutzhi Mambo: visto che recentemente la vocalist teutonica ha deciso di convertirsi alla fede cristiana, non vorremmo mancarle di rispetto e offendere la sua sensibilità scordandoci di Gesù nel bel mezzo della festa!
Ma non pensate che la ritrovata fede abbia rincoglionito la nostra!
Dal vivo spacca sempre ed è sempre imprevedibile!
Provocatoria come Frank Zappa, variopinta come Alice Cooper, oltraggiosa come Sid Vicious, contestatrice come Bertolt Brecht: Nina Hagen è stata senza dubbio la più importante cantante tedesca e la sua carriera (pur con alti e bassi) è un vero capolavoro di coerente incoerenza!
Siamo sinceri, non tutto quello che ha prodotto incontra i nostri gusti (ci piacciono soprattutto le sue prime cose), ma la Hagen va apprezzata a prescindere, soprattutto come “personaggio”.
E poi è oggettivamente una cantante eccezionale!
Il suo genio ribelle si esprime attraverso un virtuosismo vocale che copre 4 ottave (che le consente arditezze nei bassi come negli acuti), e naturalmente con il look, sempre diverso e sorprendente: labbra nere, occhi iper-bistrati, capelli sparati e variopinti, oggetti improbabili usati come orecchini, reti e giochi di tulle, la Hagen aggredisce il palco come una forza della natura, fra smorfie, linguacce, urla di gola e limpidissimi vocalizzi.
La sua penna è stata assai prolifica di testi, veri acri manifesti delle desolanti strade di Berlino.
Canzoni spesso femministe e di contestazione, che hanno segnato una generazione di giovani crucchi (ma non solo…).
Catharina Hagen (così all’anagrafe) nasce a Berlino Est, l’11 marzo del 1955, figlia della cantante e attrice Eva-Maria Hagen, molto popolare nell'ex Repubblica Democratica Tedesca, e dello scrittore Hans Oliva-Hagen.
I genitori divorziano quando Nina aveva due anni e lei vede raramente il padre.
A soli 9 anni, si trova nei camerini di un teatro con la madre, quando prova a imitare per la prima volta la voce dei cantanti d’opera: tutti si voltano a guardare da dove viene, perché non la riconoscono.
Nina scopre così di avere una gran voce e decide di lavorare con essa.
La madre si risposa col cantante e attivista politico Wolf Biermann quando Nina ha 11 anni.
A 17 anni Nina è già una cantante di successo: il suo brano “Du hast den Farbfilm vergessen” diventa molto popolare.
La canzone letteralmente parla di una ragazza che rimprovera al suo ragazzo di esser venuto con lei in vacanza e aver dimenticato la pellicola a colori per la macchina fotografica, ma in realtà, secondo molti, si tratta di una sottile satira del grigiore della DDR.
Quando suo patrigno, un intellettuale dissidente della Germania dell’Est, viene espatriato nel 1976, perché bollato come individuo dal comportamento antisociale per le sue contestazioni contro l'invasione sovietica della Cecoslovacchia, Nina decide di seguirlo nella Germania Ovest.
La nostra si trasferisce in seguito a Londra dove sta nascendo la scena punk e Nina collabora e frequenta nomi di primo piano del panorama come i Sex Pistols e Vivienne Westwood.
Si appassiona a questo movimento tipicamente maschile perché gli unici esponenti del punk sono ragazzini di appena quattordici o quindici anni.
Lei invece di anni ne ha già ventidue (praticamente una Milf!) e tutti cominciano a chiamarla "Madrina del punk" e successivamente “Regina”!
Al suo ritorno in Germania Ovest assume atteggiamenti sempre più eccentrici e assieme al suo gruppo (i cui componenti provengono dai Lokomotive Kreuzberg, e che dopo la fine del sodalizio con la Hagen cambiano il nome in Spliff) registra due album dal titolo "Nina Hagen Band" (1978) e "Unbehagen" (1979).
Questi due dischi, che vanno a ruba anche al mercato nero dell'Est, hanno un grande successo e aprono un nuovo capitolo nella storia del rock tedesco offrendo al pubblico un primo approccio alla creazione di musica punk e NDW (“Neue Deutsche Welle”, ovvero "Nuova onda tedesca", il genere crucco dai ritmi proto-elettronici un po’scemotti ma dai testi corrosivi che caratterizzerà molti gruppi dell’epoca).
I brani che hanno più risonanza sono “African Reggae”, “Naturträne”, brano che la stessa Hagen scrisse all'età di 13 anni e una versione di "Lucky Number" di Lene Lovich che riscuote molto interesse sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti d'America dove l'artista si trasferisce.
Nina si rifiuta di confessare il motivo della rottura con la band, ma probabilmente è il desiderio da parte della cantante di intraprendere una carriera solista.
Nina si trasferisce negli USA sola soletta ma, ha un'eccellente conoscenza della lingua inglese, che ha appreso nel suo viaggio a Londra, una discreta somma di denaro ricavato dalle vendite dei suoi primi lavori e tanta, tanta determinazione.
Ma in America nessuno ha mai sentito parlare di lei, così Nina pensa bene di pubblicare un EP che racchiude i suoi principali successi, in attesa di un nuovo lavoro discografico.
I brani riscuotono un notevole successo, soprattutto nelle discoteche newyorkesi e dopo pochi mesi comincia a lavorare ad un nuovo progetto.
Il titolo di quello che diventerà forse la sua più celebre opera sarà “NunSexMonkRock” (1982), uno degli album più influenti del periodo, un tour de force vocale come pochi nella storia del rock.
Punk, ska, new wave, goth, synth-pop miscelati con quell’appeal teutonico distintivo della nostra, faranno la fortuna del disco.
Proprio poco tempo prima dell'uscita dell'album, Nina si innamora di un giovane chitarrista di nome Ferdinand Karmelk che suonava già per il suo ex fidanzato, il grande cantante olandese Herman Brood, con cui a sua volta aveva avuto una chiacchieratissima relazione segnata dagli eccessi.
Dalla breve frequentazione col chitarrista nasce una figlia a cui danno il nome Cosma Shiva in riferimento alle due grandi passioni della madre, gli UFO e l'Induismo.
Nella track list dell’ album, viene incluso un brano dedicato alla figlia.
Un’altra canzone di notevole successo è “Dr. Art”, una dedica al disegnatore di Graffiti Ivar Vics, anch’esso ex fidanzato della Hagen.
Tuttavia il singolo trainante che per tutta l'estate 1982 rimane tra le principali hit trasmesse per le radio di tutto il mondo è “Smack Jack”, scritta e composta interamente da Ferdinand Karmelk.
La canzone tratta di temi pesanti come la droga (infatti il chitarrista è un noto un tossico che muore di AIDS nel 1988) e la disperazione umana.
Viene anche trasmesso un video girato in una discoteca dove si vede Nina interpretare quattro diverse persone: Adolf Hitler (indossando baffi e cappellino e cantando con voce roca), una ragazza pazza, una prostituta di colore e la Madonna (che cerca inutilmente di scacciare tutto il male e di liberare le persone dai loro peccati).
Convertita alle discoteche californiane con “Fearless” (1983), che contiene il singolo “New York”, e “Ekstasy” (1985) che contiene “Ekstasy Drive”, ma vedrà la sua stella musicale sbiadire rapidamente.
La nostra Nina rimane però sulla cresta dell’onda (almeno dalle sue parti) dando spesso scandalo, come per esempio negli anni ottanta quando, ospite in una trasmissione televisiva austriaca, dimostra al pubblico sbalordito diverse tecniche di masturbazione; o quando, a 31 anni suonati, si sposa con un punk di 16 anni, celebrando le nozze con l’album "Punk Wedding" (1987).
Oppure quando ripropone in lingua tedesca con un testo femminista, “Wenn ich ein Junge wär” (“Se fossi un ragazzo”), un successo di Rita Pavone in Germania negli anni sessanta, cambiando l'ultima strofa da: "se fossi un ragazzo tutto sarebbe più facile" a "se fossi un ragazzo avrei più rapporti (sessuali)".
Nina suscita molto scalpore anche negli anni Novanta quando rivela di credere agli UFO, di interessarsi all'esoterismo e di ispirarsi ai movimenti religiosi orientali, convertendo all’induismo; nel 1999 pubblicherà infatti un album di mantra dal titolo “Om Namah Shivay” (?).
Con l'album a suo nome del 1989, tenta invano di resuscitare la sua carriera in chiave house.
Un po’meglio i successivi “Street” (1991), sempre sulla stessa falsariga di mix rock-elettronica ma più declinato verso l’hip pop e il trip hop , con ospiti come Anthony Kiedis e John Frusciante dei Red Hot Chili Peppers e “Revolution Ballroom”, in collaborazione con Phil Manzanera.
Finalmente, con “FreuD euch” (1995), la Hagen torna a sonorità più punk; all’album collabora Dee Dee Ramone e lei ricambia partecipando alla creazione dell'album “I Hate Freaks Like You” della band dell’ex bassista dei Ramones, “Dee Dee Ramone I.C.L.C.”.
Con “Return of the Mother” (2000) è esplicita, anche nel titolo, la volontà della nostra Nina di riprendersi il suo “trono” di “Madrina” del punk ed in effetti ha un suono più tosto, a tratti proprio industrial.
Negli ultimi anni fa uso della sua voce camaleontica (si dice che ne abbia fatto così tanto abuso da essere stata operata d'urgenza alle corde vocali dopo un concerto) provando diversi stili: nel 1998 interpreta brani di Bertolt Brecht con l'attrice Meret Becker in uno spettacolo per l'anniversario dei 100 anni della nascita del drammaturgo; nel 2003 canta “Seemann” con gli Apocalyptica, e nel 2003 e nel 2006 escono i suoi ottimi album di musica swing, rispettivamente “Big Band Explosion” e “Irgendwo auf der Welt”.
Dopo una crisi personale decide di avvicinarsi alla religione cristiana, di ritrovare Dio (o almeno quello che significa per lei Dio…), si fa battezzare con rito protestante e pubblica "Personal Jesus" (2010).
L'album è cantato in inglese ed è un disco gospel, ma in versione Nina Hagen, contiene una rivisitazione del brano dei Depeche Mode, da cui l'album prende il nome, diversi brani tradizionali, ma anche una rilettura della canzone politica di Woody Guthrie "All You Fascists Bound To Lose".
Sempre a tema cristiano/politico il successivo “Volksbeat” (2011), a tutt’oggi l’ultimo album pubblicato dalla nostra.
Nina Hagen ha all'attivo anche alcune prove cinematografiche.
A cominciare da diversi film underground tedeschi e il mitico “Cha Cha”, un film olandese del 1979 scritto da Herman Brood e diretto da Herbert Curiel che ha come protagonisti lo stesso Brood, Nina Hagen, Lene Lovich e The Chappell.
È una storia di un rapinatore di banche che si prova provare a cambiare la sua vita e diventare una rock star e si svolge nella scena punk e new wave di Amsterdam.
Tutti i personaggi del film hanno gli stessi nomi degli attori, ed la pellicola ha il suo fascino nel documentare un periodo assolutamente fantastico della storia del rock’n’roll.
Celeberrima la colonna sonora del film, distribuita da CBS e Ariola Records.
Dopo varie altre comparsate (fra cui nel 1983 il fondamentale “Pankow ’95”), nel 2004 ha sostenuto il ruolo della perfida strega-regina nel film “7 Zwerge”del regista Sven Unterwaldt Jr., una produzione tedesca dove il personaggio di Biancaneve è recitato dalla figlia Cosma Shiva, nata nel 1981.
Nel 2016 partecipa all'oscura fiaba "Gutterdämmerung", sottotitolato "The Loudest Silent Movie on Earth", una sorta di concept rock'n'roll/film/concerto partorito dalla mente dell'artista visivo belga-svedese Bjorn Tagemose.
In parte spettacolo rock, in parte un'esperienza cinematografica, in parte concerto che ha coinvolto alcuni dei più grandi nomi del rock'n'roll tra cui Grace Jones, Iggy Pop, Henry Rollins, Jesse Hughes degli Eagles Of Death Metal, Lemmy dei Motörhead, Tom Araya degli Slayer, Mark Lanegan, Volbeat, Josh Homme dei Queens of Stone Age, i Justice, Slash, e naturalmente la nostra Nina.
Sinceramente non abbiamo capito bene di cosa in realtà si tratti (pare sia un film muto in bianco e nero, sonorizzato dal vivo da un'apposita band, su di un angelo punk inviato sulla Terra, ma non ne siamo sicuri…); comunque pare interessante...
La nostra Hagen ha scritto anche le sue memorie nel 1988.
Nessuna è come Nina Hagen!
Tanti auguri, Madrina!
“…Allein!
Die Welt hat mich vergessen
Ich hänge rum!
Hab's bei allen verschissen
Ich sitz' zu Hause!
Keine Lust zu gar nichts
Ich fühl' mich alt!
Im Sumpf wie meine Omi:
Ich schalt' die Glotze an
Happiness, Flutsch Flutsch, Fun Fun
Ich glotz' von Ost nach West, 2, 5, 4
Ich kann mich gar nicht entscheiden,
Ist alles so schön bunt hier!
Ich glotz' TV (Sie glotzt TV)
Ich glotz' TV (Sie glotzt TV)
Wau!...”
Nina Hagen - TV-Glotzer (White Punks on Dope)