Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

IL SESSO DEGLI ANGELI

Ahiahiahi, cari amici dei Mutzhi Mambo, oggi ci tocca di parlare di roba pesa, si scava davvero nel torbido, si affrontano argomenti controversi...
Quindi sappiate che alcuni di voi non apprezzeranno il contenuto dell'Almanacco odierno: siete avvertiti!
Gli spartiacque tra testimonianza e compiacimento, tra arte e morbosità, tra denuncia e voyeurismo, perdono infatti i loro confini nell'opera del disturbante LARRY CLARK, fotografo rivoluzionario e uno dei padri fondatori del cinema indipendente a stelle e strisce.

Larry Clark13
Larry Clark forse non è un nome molto noto alle masse dei caproni ma è stato davvero uno dei personaggi più influenti a cavallo fra gli anni '70 e '90: provocatorio e ribelle, è una delle figure più controverse della cultura americana.
"Figlio" degenere dell'impietoso realismo di Dane Arbus, Robert Frank e Walker Evans, il suo lavoro ha a sua volta ispirato numerosi fotografi e diversi registi, da autori più underground come Harmony Korine e Shin'ya Tsukamoto, ad altri più acclamati come Gus Van Sant, Martin Scorsese e Francis Ford Coppola.
Al centro dell’opera di Clark c’è la giovinezza, raccontata come parte fondamentale della formazione e chiave di lettura dell’età adulta.
Per questa ragione, l’artista è diventato uno dei cineasti più amati dai giovani indie e molti dei suoi lavori nascono proprio dalla collaborazione con ragazzi.
Una gioventù allo sbando, quella che narra Clark, dove le droghe, il sesso esplicito e la violenza la fanno da padroni.
Tutta l’indagine di Larry Clark, sia cinematografica che fotografica, ruota infatti più o meno sullo stesso tema: il mondo adolescenziale statunitense, quello più marginale, disgraziato, perduto, che subisce gli adulti e fa presagire una futura generazione di adulti ancora più patologici.
In soldoni, una "gioventù bruciata", totalmente smarrita, senza sconti di sorta!
In Italia non siamo certo dei "verginelli" riguado a questi temi, ci sono stati autori che della descrizione del disagio giovanile hanno fatto una vera e propria poetica (basti pensare a Pasolini, per dire..), che hanno saputo descrivere con estrema crudezza lo squallore della tossicodipendenza (e qui, chiaramente, la mente vola subito su "Amore tossico", di Claudio Calegari...), ma, nel caso di Clark, a volte si naviga nelle acque dell'indifendibile "Maladolescenza" di Pier Giuseppe Murgia, uno dei film più infami e sequestrati della storia per l'esibizione di nudi fanculleschi.
Perché va bene la denuncia, va bene la necessità di turbare lo spettatore, va bene tutto, insomma, ma la insistita attenzione del nostro sulla sessualità minorile (oltretutto costantemente riprodotta come patologica, malata, morbosa), dà piuttosto fastidio.
Intendiamoci, non si tratta di erotismo, di sensualità, non c'è nulla di "eccitante" nei film di Clark (a meno che uno non sia davvero maniaco), anche se una certa patinatura estetica (che probabilmente deriva dalla sua formazione come fotografo) resiste: c'è invece la voglia di disturbare, di mettere a disagio, di mettere in discussione, di provocare, ma la linea di demarcazione che distingue i suoi film dalla pedo-pornografia è veramente labile, a volte proprio indistinta...
Con questo, come al solito, noi siamo solo degli umili portatori del Verbo Pulp, e di certa roba siamo costretti ad occuparci, senza indulgere in inutili moralismi che in questa sede non possono aver spazio: a voi, cari amici, spetta il giudizio, sapendo che dalla visione dei film di Clark se ne esce un po' più sporchi, con quella fastidiosa consapevolezza di aver fatto qualcosa di sbagliato...

Lawrence Donald Clark nasce a Tulsa, in Oklahoma, il 19 gennaio del 1943.
Il padre è un rappresentante, la madre fotografa; ed è proprio grazie al lavoro di mamma che il giovane Larry si avvicina a questo mezzo espressivo, tanto che, dopo essersi laureato all’università di Milwaukee, si trasferisce a New York per intraprendere una carriera freelance.
Ma dopo pochi mesi incombe la chiamata alle armi per il Vietnam.
Dopo il suo ritorno in patria, Clark si concentra nelle subculture a lui più care: quelle che ruotano intorno agli skateboard e al nascente movimento punk.
Proprio questo suo interesse per la società americana underground porterà alla nascita del suo capolavoro "Tulsa" (1971).
Il volume raccoglie una serie di scatti che raccontano senza filtri o censure, con una crudezza mai vista prima, il "tran-tran" di un gruppo di ragazzi tossici, gli amici più stretti di Clark, che il fotografo frequenta abitualmente, finendo spesso in carcere, addirittura per tentato omicidio.
Il libro racconta in realtà una storia ben più lunga: il nostro, con la sua inseparabile macchina fotografica, ci illustra un periodo che va dal 1963 fino al 1971, in un magnifico bianco e nero nel quale i critici hanno riconosciuto la nascita della "street photography" contemporanea, con artisti come Wolfgang Tillmans, Terrence Richardson, Nan Goldin e altri.
Ma "Tulsa" non è stata un’opera eccezionale solamente perché ha posto la basi per il lavoro di Clark ma anche perché sarà fonte di ispirazione per diversi registi della New Hollywood e del cinema indipendente a venire.
Il suo lavoro successivo, sia come regista che come fotografo ruoterà più o meno intorno agli stessi temi: negli anni a seguire infatti vedranno la luce volumi come "Teenage Lust" (1983) ed "A Perfect Childhood" (1992), in cui approfondisce il tema della sessualità giovanile piuttosto che le tossicodipendenze.

Larry Clark4Nel 1993, Larry Clark affronta con entusiasmo la macchina da presa, girando il videoclip di "Solitary Man" di Chris Isaak.
Interessato alle possibilità creative di questo nuovo mezzo, nel 1995 dirige l'agghiacciante "Kids", prodotto da Gus Van Sant e sceneggiato dal giovanissimo Harmony Korine, che avrà a sua volta un futuro come filmaker indipendente ed estremo (dirigerà infatti roba delirante come "Gummo" e "Trash Humpers").
Quando esce, nonostante venga candidato a premi ambitissimi come la Palma d’oro a Cannes, non avrà un gran successo, anzi scatenerà numerosissime polemiche proprio per la crudezza del realismo descritto senza compromessi.
Il film parla di un gruppo di giovani skater newyorkesi alle prese con la loro quotidianità, fatta di sballi, sesso precoce e ed esplosioni di violenza gratuita.
Non c’è una trama vera e propria, a parte la vicenda parallela di due giovanissimi amanti che si infettato con l'AIDS, ed è giudicabile come una sorta di proseguimento più complesso del lavoro fotografico riportato nei suoi precedenti libri.
Dopo questa prima esperienza cinematografica il regista decide di concentrarsi sui film, realizzando lavori sempre focalizzati sulle subculture (in particolare quella skater) e non smettendo mai di sollevare polemiche, talvolta andando incontro anche a censure.
Per il suo secondo lungometraggio, il crime "Un altro giorno in paradiso" (1998), tratto dall'omonimo romanzo di Eddie Little, utilizza attori noti come James Woods e Melanie Griffith, ma la storia di questa famiglia disfunzional-criminale non è centratissima.
Segue il cattivissimo "Bully" (2001), spietato ritratto dei figli di papà americani e il fantascentifico "Adolescente delle caverne" (2002), confus pasticcio post-apocalittico con ragazzini gremita allo stato primitivo c riscoprono le gioie del sesso (?).
Pare quasi un pretesto per riprendere insistentemente il didietro dei giovani protagonisti...
Per fortuna Clark si riscatta col disturbante "Ken Park" (2002), di nuovo un ritratto di emarginazione che regna sovrana nella provincia americana, dove il sesso diventa l'unica via di fuga.
Condito da scene davvero forti, al limite della pedo-pornografia, non è facile arrivare in fondo alla sua visione...
Tra l'altro il film subirà dei problemi a circolare nelle sale, non solo per l'ovvia censura, ma anche perché il nostro Larry prende a cazzotti il distributore inglese, in seguito ad una discussione politica...
Sempre di questi simpatici argomenti si occupa pure "Wassup Rockers" (2005), contraddistinto da un'ottima colonna sonora metallara.

Larry Clark3"Impaled", il racconto del provino di un giovane ragazzo per un film a luci rosse, fa parte dell'antologico "Destricted" (2006), film realizzato da vari registi con veri attori porno.
Distribuito solo sul web è "Marfa Girl" (2012), un film che segue un sedicenne che vive nella città di Marfa, in Texas, e le sue relazioni sessuali con la sua ragazza adolescente.
Avrà pure un seguito, "Marfa Girl 2", uscito nel 2018.
Ad ora il suo ultimo pellicola per il cinema è il pesissimo "The Smell of Us" (2014), vera summa del lavoro di Clark e concentrato di aberrazioni veramente insostenibili.
Tutto sommato però, le continue critiche e censure, non hanno fatto che accrescere la popolarità di Larry Clark, fino a trasformarlo in un'cona generazionale e riuscendo anche a fargli vincere diversi premi internazionali e numerose nomination.
Come dire: parlane male ma parlane...
Vi abbiamo avvertiti: se non avete voglia di affrontare i film di Clark e vi volete rilassare con un banale "cinecomic", per una volta sarete giustificati...
Tanti auguri, Larry!

"At the end of the day, what I show is real life. I tell the truth. And the truth can be shocking."
Larry Clark



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