Pronti a scatenarvi? Pronti a saltare come canguri? Pronti ad andare avanti e indietro come boomerang?
Pronti ad andare agli antipodi del rock’n’roll?
Oggi si balla allo sfinimento, cari amici dei Mutzhi Mambo, grazie al fantastico ritmo del grandissimo JOHNNY O'KEEFE!
Quando si pensa al rock australiano, quasi tutti dicono: "AC/DC" (anche se la maggior parte dei membri sono immigrati scozzesi...): i più spericolati si lanciano citando Nick Cave o gli INXS...
Ma il primo vero rocker di successo della terra dei canguri è stato lui, lo spericolato Johnny O'Keefe, l'autore di pezzi fondamentali come "I'm the Wild One" o "So Tough", il primo australiano ad andare in tour negli States!
È stato definito il “padrino del rock’n’roll australiano”, addirittura "la risposta dell'Australia a Elvis e Jerry Lee Lewis", ma non esageriamo, via…
Era sì tutto questo, ma anche altro.
Fin dal primo momento in cui è apparso alla ribalta, questo giovanissimo rocker di Sydney, crudo, sguaiato, cinico, ma davvero pieno di talento, ha scosso il mondo ultra-conservatore dell'Australia degli anni '50, grazie alle sue esibizioni folli, ribelli, urlate insieme alla sua band, i Dee-Jays.
L'Australia non aveva mai visto nulla di simile a questo ragazzo irrequieto e vestito con giacche bordate di leopardo, un vero matto dell rock’n’roll che si apprestava a “corrompere moralmente” i suoi figli.
E lui non era il solito forestiero sovversivo, corruttore dei costumi nazionali: era proprio un australiano vero vero, e ne era pure fiero!
Johnny O'Keefe ha saputo parlare al cuore e all'anima di una generazione di adolescenti australiani che scalpitavano per trovare la loro identità, e ha cambiato per sempre la cultura del suo paese, perché è stato il primo, il primissimo, a dimostrare al mondo che l'Australia non era solo il paese dei koala ma che poteva rockeggiare duro come qualsiasi altra nazione.
Non va sottovalutato infatti l’impatto che la figura ribelle di O'Keefe ha avuto nel paesaggio grigio della periferia australiana alla fine degli anni '50: è stato un impatto brutale, fatto di spericolati incidenti automobilistici (il nostro ha schiantato diverse macchine sulla Pacific Highway), di goffe e lascive movenze davanti al microfono durante le sue selvagge esibizioni, di solenni ubriacature quando si doveva presentare agli eventi promozionali.
Come molti pionieri del rock’n’roll degli anni '50, si trovò impreparato a capire e affrontare i cambiamenti della musica e della moda, man mano che gli anni '60 creavano nuovi miti e nuovi modi di fare spettacolo, tanto che arrivò a bandire i “capelloni” dal suo celebre show televisivo “Sing, Sing, Sing”.
Poi, quando sarebbe stato il periodo della rinascita artistica e della consacrazione, la sfiga, o meglio il demone che tormenta coloro che suonano la “musica del diavolo”, ci ha messo naturalmente lo zampino…
John Michael O'Keefe nasce il 19 gennaio del 1935 a Sydney, secondo di tre figli di una famiglia cattolica.
Frequenta il Christian Brothers' College, a Waverley, e il primo anno del College di Retailing.
Il padre, un venditore di mobili, come passatempo preferito ama suonare saltuariamente in una band di jazz, mentre la madre è una pianista eccellente.
O'Keefe fa il suo debutto sul palcoscenico all'età di quattro anni nel ruolo di "Cucciolo" nella recita di "Biancaneve ei sette nani".
Pur non essendo in grado di leggere o memorizzare il copione, se la caverà improvvisando a perfezione la sua parte.
Fin da giovanissimo infatti O'Keefe si dimostra intelligente e perspicace, dotato di un grande senso dell'umorismo, anche se i suoi voti scolastici sono altalenanti a causa della sua cattiva condotta e perche non riesce a mantenere a lungo la concentrazione e si distrae facilmente.
Oggi probabilmente avrebbe avuto l’insegnante di sostegno…
A scuola preferisce cantare nel coro, studiare pianoforte e praticare diversi sport.
Inizia ad approfondire il canto imitando lo stile “emozionale” dell'idolo del pop americano, Johnnie Ray.
Mentre lavora come commesso nel negozio di suo padre, O'Keefe si iscrive alla facoltà di Economia presso l'Università di Sydney ma, dopo aver sentito Bill Haley cantare "Rock Around the Clock" nel film "Blackboard Jungle" (1955), decide che nella vita avrebbe fatto il rock'n'roll.
Nel mese di settembre 1956, con Dave Owens mette su i "Dee Jays" (utilizzando le iniziali Dee per Dave, e Jay per Johnny).
A loro si uniscono poi Johnny Greenan, Lou Casch, Keith Williams e Johnny “Catfish” Purser e la band inizia ad esibirsi al Pietre Cabaret di Coogee.
All'inizio del 1957 hanno già quattro serate fisse alla settimana (a Chatswood, Coogee, Balmain e Petersham) e suonano pure il sabato durante l'intervallo tra i film che proiettano al Teatro Embassy di Manly.
Vengono ingaggiati dalla Festival Records, e O'Keefe e soci pubblicano la loro prima incisione, "You Hit the Wrong Note Billy Goat", un pezzo di Bill Haley, nel mese di luglio del 1957.
Il loro secondo singolo è "Am I Blue?"/"Love Letters in the Sand".
Dopo un tenace su e giù dal suo ufficio, il famoso promotore Lee Gordon (che aveva portato in Australia gente come Nat King Cole, Johnnie Ray e Bill Haley and the Comets) viene preso per sfinimento e convinto da Johnny a dargli una chance di esibirsi in uno dei megafestival da lui organizzati.
I Dee Jays vengono scelti come supporter per Bill Haley e, nel mese di ottobre, i suonano allo stadio con Little Richard, e Eddie Cochran, al posto di Gene Vincent, che era rimasto bloccato alle Hawaii.
Cinque mesi più tardi O'Keefe pubblica il suo pezzo più famoso, "I'm the Wild One", scritto con Owens, Greenan e Tony Withers, un disc jockey; la canzone sarà un immediato successo e farà di lui il primo rocker australiano a raggiungere la vetta delle classifiche nazionali.
Il pezzo verra ripreso in seguito dai Crickets, da Jerry Lee Lewis ed altri, fino alla famosissima versione di Iggy Pop.
Seguono "So Tough" (1958), "Shout" (1959), una cover del celeberrimo pezzo degli Isley Brothers, e "She's my Baby" (1960).
Di statura media e bello piazzato, O'Keefe sembra in realtà più un pugile che un cantante: ma anche se il suo aspetto non è così accattivante e le sue doti vocali non particolarmente eccezionali, sul palco fa sempre la sua porca figura.
Gioca continuamente su espliciti riferimenti sessuali e gestisce il microfono in modo unico.
Una volta dichiarerà: "Non importa come canti la canzone; importa quello che fai".
Nonostante la sua immagine da "Ragazzo Selvaggio", per lui il rock'n'roll era un divertimento sano, fino ad arrivare a sostenere (contrariamente a ciò che comunemente si ritiene all'epoca, e pure contro ogni evidenza...) che la musica è uno dei più grandi freni alla delinquenza giovanile!
Nel 1959, O'Keefe, come pagamento per la sua ultima apparizione al Big Show tour di Lee Gordon, chiede un biglietto aereo e nel novembre dello stesso anno, parte alla volta di Los Angeles, col chiodo fisso di entrare nel mercato americano ma senza la minima idea di come farlo.
La leggenda vuole che, appena arrivato, la prima cosa che fa è di visitare un drugstore accanto al motel dove alloggia, per "saggiare" sul campo il gusto degli americani.
Si era portato dietro solo un acetato del suo singolo "Shout" e qualcuno gli chiede di mostrargli il disco che ha con sé: caso vuole che quel "qualcuno" sia proprio un dirigente della Liberty Records!
Dopo un rapido ascolto, nel giro di mezz'ora, O'Keefe ha il suo primo contratto discografico americano.
Quella settimana registra diverse canzoni e torna in Australia con quello che diverrà il suo primo numero 1 in classifica: il singolo "She's my Baby" (1960), nel quale, seguendo l'esempio di Elvis, attenua il suo scapestrato rock’n’roll a favore di un pezzo un po' più pop (e se lo faceva Elvis...).
Nel 1960, ad aprile, O'Keefe torna in America con in tasca solo l'anticipo della Liberty, più ogni centesimo che riesce a prendere in prestito, nonché qualche centinaio di boomerang (!) con inciso su il suo nome, che progetta di utilizzare come gadget per "lanciare" l'uscita del suo album americano.
Johnny, durante il tour, viene infatti presentato come "il ragazzo boomerang" e i promoters offriranno 5 dollari a ogni spettatore che sia in grado di lanciare l'arma aborigena più lontano del nostro O'Keefe: a quanto pare, saranno costretti a pagare solo una volta, perché il cantante di Sidney è troppo ubriaco per gareggiare…
La trasferta negli USA si rivela però un mezzo fiasco: pur affrontando un tour estenuante (ben 35 stati), pur piazzando la sua "It's too late" al primo posto in classifica a New Orleans, O'Keefe non riesce a conquistare appieno il pubblico statunitense.
Inoltre si dà un po' troppo alla bella vita, presentandosi in ritardo a diversi eventi promozionali.
Ligia al motto "Prima di tutto la puntualità!", la Liberty Records perde rapidamente interesse per lui e lo scarica alla fine del tour.
Johnny torna in Australia con un nulla di fatto e le tasche vuote ma, come impone il copione, deve fingere il contrario: come simbolo del suo "successo" negli USA, si compra (a rate) una Plymouth Belvedere, rossa fiammante.
Il 27 giugno del 1960, O'Keefe si va a schiantare con la sua auto mentre torna a Sydney, riportando gravi lacerazioni facciali, un bel trauma cranico, e un forte shock.
Ma ci vuole ben altro per far fuori il vecchio Johnny: nel giro di un mese, è di nuovo al lavoro!
Ad agosto, con tanto di faccia sfregiata, appare nuovamente in tv; oltretutto, pur essendo un rocker di razza, come la maggior parte delle star dell'epoca, punta a raggiungere un pubblico più vasto possibile, tentando la via delle ballad sdolcinate.
Sforna così i suoi successivi tre numeri uno in classifica: "I'm Counting on You," "Move Baby Move," and "She Wears My Ring" che pero, vi assicuriamo, trattati dalla voce grintosa del buon Johnny, si lasciano sentire che è una meraviglia.
Poi, di colpo, la generazione dei Beatles scompagina tutto, gettando da un giorno all'altro nel dimenticatoio quella precedente che pure aveva permesso la sua ascesa.
Però anche se la radio smette di mandare in rotazione i suoi nuovi brani, O'Keefe rimane sempre sul pezzo, costruendo una solida società di tour management e di promozione.
È ancora uno dei più infaticabili musicisti meglio pagati d'Australia quando muore, il 6 ottobre del 1978, per un attacco cardiaco indotto da un' overdose di barbiturici.
Si pensa al suicidio ma è solo sfiga: O'Keefe sbaglia ad assumere la dose prescritta...
Come avevamo detto, il demone del rock’n’roll non si è fatto desiderare a lungo!
Il suo funerale verrà seguito da una folla incredibile che bloccherà letteralmente il traffico di Sydney.
In Australia, la leggenda continua, tanto che nel 2001, viene allestito un musical per celebrare la carriera e i successi di Johnny O'Keefe, sold-out in tutto il paese.
Da noi, veri aborigeni italiani, O'Keefe è poco conosciuto ma seguite il consiglio dei Vostri Mutzhi Mambo: cercatevi qualche video e poi ci dite chi era Johnny O'Keefe!
Onore a Johnny O'Keefe!
"Well I'm-a just outa school, like I'm real real cool
Gotta shake, gotta jive
Got the message that I gotta be alive, I'm a wild one
Ooh yay I'm a wild one
Oo-oo-ooh baby, gonna break loose, I'm gonna keep her movin' wild
I'm gonna keep her shakin' baby, I'm a real wild child…"
Johnny O'Keefe - Wild One