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E' uscito ed è disponibile nei migliori negozi di dischi e su tutte le piattaforme digitali il nuovo disco: Il male e' dentro il terzo album dei Mutzhi Mambo, band fiorentina fondata nel 1998,...

Chi ancora osa affermare che i fumetti sono roba da ragazzini, si merita solo una grassa risata in faccia, cari amici dei Mutzhi Mambo!
Fategli leggere “Preacher” o il “Punitore” scritti dal geniale GARTH ENNIS, l’autore dei comics più tosti in circolazione, e poi vedete se ancora trovano il coraggio di blaterare!
Garth Ennis sta ai fumetti come Tarantino sta al cinema o come Ellroy sta alla letteratura hard-boiled: è un innovatore nel solco della tradizione. Garth Ennis2
Nessuno come di lui ha azzardato tanto, è stato più trucido ed emozionante.
Anzi, per certi versi è andato ben oltre i suddetti paragoni: Garth Ennis non si ferma davvero davanti a nulla!
Nessun orrore, nessuna violenza, nessuna bassezza umana e morale sono abbastanza per il nostro Garth!
Pulp nel midollo, fino all’ultima sua molecola, Ennis è stato capace di miracolare ogni personaggio a lui affidato, dandone sempre una chiave di lettura estrema, sgradevole, eccessiva ma, in ogni caso, fottutamente divertente.
Per non parlare del suo capolavoro, quel “Preacher” che rimane ancora l’esempio perfetto di fumetto sarcastico, irriverente, blasfemo, senza perdere mai un briciolo di mordente o di capacità di sorprendere il lettore con trovate inedite e irresistibili.
Chiaramente, Ennis sarebbe impensabile senza autori come Alan Moore e Frank Miller, coloro che hanno radicalmente rivoluzionato gli albi americani a partire dagli anni ’80, iniettando nelle trame ampi dosaggi di letteratura noir e di patologie psichiatriche, e rendendoli finalmente “adulti” ma senza mettere in discussione quella godibilità genuinamente avventurosa e quell’approccio popolare che invece spesso manca al fumetto d’ “autore” classico di stampo europeo e sudamericano, e senza quel “famolo strano per forza” caratteristico di quello underground.
Ma Garth, di questa ondata rivoluzionaria, è il figlio bastardo, quello scavezzacollo, incorreggibile, giocherellone, fondamentalmente kattivo.

Garth Ennis22Un vero enfant terrible delle “nuvole parlanti”, colui che non solo riesce a rinnovare e umanizzare i supereroi, esaltandone i limiti e le debolezze, ma li mette proprio alla berlina, scovando le incongruenze delle loro personalità, i lati più truci, marginali, impliciti ma inconfessabili, e facendone, come dire, virtù…
Le storie avvincenti che tira fuori dal cilindro dimostrano oltretutto che Ennis non è solamente un iconoclasta, uno che fa parodie o estremizzazioni fini a sé stesse ma è uno che sa scrivere ed architettare trame ad orologeria, nella migliore tradizione crime.
Garth è senza dubbio uno degli scrittori di fumetti, e dei narratori tout court, più influenti degli ultimi anni: dissacrante, anticlericale, dotato di un humour nero che più nero non si può, capace di minuziosi ma sempre anticonformisti affreschi storici, l’autore irlandese sa spaziare partendo da invenzioni sconvolgenti come quelle di “Preacher”, “Crossed” e “The Boys”, per passare a cicli memorabili di personaggi già noti come “Punisher”, “Hellblazer” e “Judge Dredd”, arrivando a una delle sue grandi passioni, cioè i racconti di guerra (Ennis è un vero maniaco del II Conflitto Mondiale) come “Dreaming Eagles” e “War Stories”.
Ennis è infatti noto per la sua mancanza di feeling con le storie e i personaggi dei supereroi (che poi sono quelli che dominano l'industria americana del fumetto), preferendo di gran lunga lavorare con personaggi più "radicali" come il Punitore, John Constantine o Nick Fury. 
Il nostro è cresciuto leggendo avidamente i comics di guerra inglesi ed ha conosciuto i supereroi solo da ragazzo, trovandoli ridicoli e totalmente privi di significato.
Pur apprezzando il lavoro di gente come Alan Moore e Warren Ellis su “Miracleman”, “Watchmen” e “Supergods”, Ennis rileva che i supereroi sono comunque un prodotto schiavo dell’industria dell’intrattenimento, le cui storie sono totalmente condizionate dal mercato. 
Essendo un appassionato della Seconda Guerra Mondiale, trova inoltre i personaggi come Capitan America offensivi per chi, nella Seconda Guerra Mondiale ci ha combattuto davvero, in miserabili trincee invase dal fango .
Alla fine pure lui ha scritto diverse storie di supereroi, ma cercando sempre e comunque di "sovvertire" il genere, non guardando in faccia a nessuno, anche in caso di “mostri sacri” come Superman e Wonder Woman. 
Quindi vi invitiamo a godervi un bell’albo scritto da Ennis: al di là di tutte le considerazioni, leggere i suoi fumetti è davvero un grande, immenso piacere…

Garth Ennis nasce a Holywood, con una “elle” sola, in Irlanda del Nord, il 16 gennaio del 1970.
Il periodo storico non è certo dei migliori e il suo Paese è teatro di brutali scontri tra protestanti fedeli alla corona britannica e cattolici separatisti.
Questo clima di violenza, in cui la fede viene usata come bandieruola politica e giustifica ogni abuso, segna il piccolo Garth: le sue opere future rifletteranno infatti il suo feroce rancore e disincanto verso le istituzioni e i dogmi religiosi, visti come sistema per manipolare le persone e per veicolare idee deliranti e irragionevoli.
Ennis inizierà la sua carriera di scrittore di fumetti nel 1989 proprio con la serie “Troubled Souls”, la storia di un giovane protestante e apolitico ma coinvolto suo malgrado nella violenza dei "Troubles" irlandesi, disegnata da John McCrea, che appare nella acclamata rivista antologica britannica “Crisis”, purtroppo di breve durata. 
La serie avrà un seguito, “For a Few Troubles More”, ambientata a Belfast, con protagonisti due dei personaggi secondari della prima, Dougie e Ivor, che più tardi otterranno la loro serie di albi in America, “Dicks,”, (1997), e diverse riprese. 
In seguito, Ennis sarà piuttosto critico nei confronti del suo debutto, che giudicherà come “pura ambizione”. 
Un'altra serie pubblicata su “Crisis” è “True Faith”, una satira religiosa ispirata ai suoi tempi della scuola, questa volta disegnata da Warren Pleece, raccolta in una graphic novel nel 1990; le proteste delle associazioni religiose porteranno però al suo rapido ritiro dalle vendite, sembra per ordine dell'editore Robert Maxwell.
Successivamente, cambiati un po’ i tempi, verrà ripubblicata nel 1997 dalla Vertigo.
Poco dopo Ennis comincia a scrivere per la rivista “2000 DC”, passando rapidamente a curare le storie del personaggio principale, “Judge Dredd”, prendendo il posto di John Wagner, il creatore del giudice più spietato dei comics, per diversi anni.
I cicli di “Dredd” più importanti firmati da Ennis includono “Muzak Killer” (una sorta di satira sulla musica pop), “Emerald Isle” (una storia ironica ambientata in Irlanda del Nord di Ennis) e l'epico “Judgement” diviso in venti parti; il nostro ha anche contribuito con il surreale “Time Flies” (con l'artista Philip Bond), che parla di paradossi nei viaggi temporali e di nazisti.
Il primo lavoro per Ennis su un fumetto americano arriva nel 1991 quando gli viene affidato il detective dell’occulto John Constantine, protagonista di “Hellblazer” per la DC Comics, che scriverà fino al 1994, firmando uno dei periodi migliori dell’ambiguo personaggio creato da Alan Moore.
Su questa serie dai tratti orrorifici, Garth affina le sue abilità come narratore sopraffino e mai banale e può dal sfogo a tutto suo umorismo macabro, specie quando debutta il compianto Steve Dillon come disegnatore regolare.
I due formeranno una coppia artistica formidabile, con gli efficaci e puliti disegni di Dillon, capaci di assecondare l’ironia e le vicende pazzesche architettate da Ennis ma stemperando e rendendo più digeribili le crudezze e gli eccessi dei testi.
Verso la fine del periodo in cui si occupano di “Hellblazer”, Ennis e Dillon collaborano anche per pubblicare uno speciale, “Heartland”, in cui esplorano uno dei personaggi secondari della serie, e, parecchi anni dopo aver lasciato, il nostro Garth ritornerà brevemente a lavorare su Constantine per la storia in cinque parti “Son of Man”, insieme all'artista John Higgins.
Mentre sono ancora alle prese col detective dell’incubo, Ennis e Dillon creano l’incredibile “Preacher”, le avventure di un trucidissimo prete dotato di poteri sovrannaturali, in cerca di vendetta nei confronti di Dio.
Nulla vi può preparare alle sue bizzarre e deliranti vicende, che si dipanano per 66 numeri, dal 1995 al 2000: per chi non lo conosce, c’è l’obbligo di leggerlo, se si ama davvero il Pulp (e non vale vedersi solo la serie TV della AMC partita nel 2016, che non è male ma il fumetto è un'altra cosa…).
Tra il 1993 e il 1995, Ennis insieme al disegnatore John McCrea lavora a un altro titolo DC, “The Demon”, durante il quale crea il potentissimo sicario Tommy Monaghan, noto anche come “Hitman”, la cui serie avrebbe permesso alla loro sodalizio creativo di continuare, una volta conclusa la collaborazione su “Demon”.
“Hitman”, pur essendo nettamente inferiore rispetto al “Predicatore”, verrà pubblicato per 60 numeri (oltre a vari speciali) dal 1996 al 2001, in bilico fra action violentissima e ironia, sempre esaltando l’amicizia virile, un altro dei temi ricorrenti della “poetica” del nostro. 
Altri progetti a cui lavora Ennis in questo periodo sono : “Dea”, “Bloody Mary”, “Unknown Soldier” e “Pride & Joy”, tutti per la DC/Vertigo, oltre alle storie dell’origine per le serie “The Darkness” della Image Comics e “Shadowman” per la Valiant Comics.
Dopo la fine di “Hitman”, Garth viene ingaggiato dalla Marvel Comics, dietro la promessa che avrebbe potuto scrivere “Il Punitore” in totale libertà creativa.
Il lavoro che il nostro fa sul vigilante più famoso dei fumetti (dopo Batman, si intende...) è straordinario, riuscendo da un lato a ridefinire in senso fascistoide-reazionario la sua personalità, calandola in un contesto più brutalmente crime, dall’altro creando avventure fantastiche in cui si fa beffe di tutto l’Universo Marvel e dei super eroi in generale.
Nello speciale del 1995, il “suo” Punitore uccide l'intero universo Marvel, elimina ogni singolo supereroe e super criminale dalla faccia della Terra.

Garth Ennis9
La prima serie di 12 numeri scritta dal nostro, viene illustrata dal fido Steve Dillon, che realizza anche quella successiva composta da 37 albi; la loro collaborazione termina quando Ennis decide di cambiare direzione, rinunciando al tono grottesco (che trovava in Dillon il suo perfetto visualizzatore), per affrontare temi più seri, più decisamente hard-boiled.
Questo Punisher in versione ancora più cinica e spietata, viene, rilanciato sotto l'etichetta MAX della Marvel, una sorta di equivalente di quello che la Vertigo rappresenta per la DC.
Oltre alla serie regolare usciranno diverse miniserie limitate (come “Born” e “Barracuda”) e one-shots (“The End”, “The Cell” e “The Tyger”). 
I creatori del film “Punisher: War Zone” (per ora il migliore realizzato sul nostro vigilante preferito) indicheranno nel “Punisher MAX” di Ennis la loro maggiore influenza.
Mentre è alla Marvel, Ennis scriverà anche storie per “Spider-Man”, “Ghost Rider”, “Hulk” e “Thor”.
Nel 2001 torna brevemente a lavorare per il Regno Unito con l'epico “Helter Skelter”, una saga di “Judge Dredd”, ma rimarrà insoddisfatto di questa opera, soprattutto perché, da grande fan del personaggio, non è riuscito a mantenere quella dovuta distanza emotiva che gli permette di lavorare in totale libertà quando affronta i supereroi
Altri fumetti prodotti da Ennis sono “War Story” (illustrato da vari artisti) per la DC; “The Pro” per la Image Comics; “The Authority” per la Wildstorm; “Just a Pilgrim” per la Black Bull Press, “303, Chronicles of Wormwood” (una miniserie di sei numeri sull'Anticristo) e un fumetto western, “Streets of Glory” per la Avatar Press. 
Nel 2006, Ennis lavora ad una nuova serie, “The Boys”, originariamente pubblicata dalla Wildstorm, un gruppo di antieroi che lavora per la CIA col compito di tenere a bada e contrastare la grande proliferazione di supereroi, eliminando quelli considerati un pericolo per la popolazione e la Terra.
Dopo soli sei numeri, viene però cancellata, probabilmente perché alla DC Comics (di cui la Wildstorm era un’associata, prima che venisse sciolta) non gradiscono il tono anti-superoistico del lavoro. 
La serie viene però ripresa dalla Dynamite Entertainment. 
“The Boys”, di cui escono 72 numeri in totale, viene illustrato da Darick Robertson, che in precedenza aveva lavorato con lo scrittore irlandese nella serie Marvel “Fury: Peacemaker” e “Punisher: Born”, e si concluderà nel 2012.
Per il 2019 ne viene annunciata una versione TV, prodotta per Amazon dallo stesso team creativo di “Preacher”.
Ennis scritto il primo ciclo di “Midnighter” per la WildStorm (uno spin-off di “The Authority”) e lavorato anche con John Woo per una miniserie di 5 numeri intitolata “Seven Brothers” per Virgin Comics.
Dopo aver concluso, dopo un lustro, la sua opera su “Punisher MAX”, debutta con un nuovo titolo Marvel, “War Is Hell: The First Flight of the Phantom Eagle”, una serie limitata disegnata dal celebre Howard Chaykin, incentrata su “Phantom Eagle”, un pilota della prima guerra mondiale che apparve originariamente in un fumetto Marvel degli anni '60 e che era praticamente dimenticato. 
Nel 2008, Ennis scrive una nuova miniserie del classico del fumetto fantascientifico “Dan Dare”, pubblicata dalla Virgin Comics.
Oltre a svariati altri progetti, il nostro lavora anche con Jimmy Palmiotti in “Back to Brooklyn”, una miniserie crime per la Image Comics. 
Nel 2011 scrive e dirige un cortometraggio, “Stitched”, prodotto per promuovere la serie Avatar con lo stesso nome.
Nell’aprile 2012, la Dynamite pubblica “The Shadow No. 1”, col celeberrimo personaggio dell’epoca d’oro della letteratura Pulp.
Garth cerca anche di finanziare un libro per bambini, attraverso la piattaforma Kickstarter. 
Ritorna poi alla Marvel, ricongiungendosi con l'artista Goran Parlov, per “Fury: My War Gone By” (2013).
Inserita nel filone “sovvertiamo i supereroi”, questa serie della MAX depura le avventure del superagente segreto Nick Fury dalle stronzate fantascientifiche per calarle nelle spietate operazioni finanziate dalla CIA durante la Prima Guerra dell'Indocina; nello stesso anno, torna a lavorare con Howard Chaykin, per il numero 7 di “Red Team”, per la Dynamite.
Nel 2014, la Avatar pubblica la sua serie horror/sci-fi, ispirata al film “Prometheus”, di Ridley Scott; sempre quell'anno, Ennis scrive nuove puntate di “War Stories”.
Si ricongiunge col disegnatore John McCrea per una miniserie DC nel 2015, seguendo le avventure di personaggi secondari del loro “Hitman”.
Scrive anche una serie per Marvel, “Where Monsters Dwell”, inserita nel continuum “Secret Wars” e la divertente parodia di 007, “Jimmy’s Bastards”, coi disegni di Russ Braun. 
Ora non vi resta che versarvi un liquore bello forte e prendervi qualche ora di puro divertimento con i fumetti di Ennis.
Sarà tutto meno che tempo perso.
Garantito!
Tanti auguri, Garth!

“Scrivere cose assurde è forse la mia versione di scrivere cose normali.”
Garth Ennis



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