"Pape Satàn, pape Satàn aleppe"!
Occhio, cari amici dei Mutzhi Mambo, che oggi avremo a che fare col diavolo!
Chi di voi si sente timorato di Dio, smetta subito di leggere questo post, ne va della sua anima!
Gli altri continuino pure ad andare avanti, sapendo però di essere stati avvertiti…
Ché non vorremmo certo avere il vostro soggiorno all’inferno sulla coscienza!
Noi invece, anche a costo di dannarci l’anima per sempre (tanto ormai, a questo punto, peccato più, peccato meno…), siamo costretti a celebrare il leggendario JIMMY PAGE, il leader dei Led Zeppelin.
Costretti dalla sua imprescindibile importanza ma anche lieti, chiaramente, visto che Jimmy Page è uno dei nostri chitarristi preferiti!
Musicista oscuro, schivo, controverso, appassionato di esoterismo e di scienze occulte (nonché, ai tempi d’oro, di eroina…), Jimmy Page non è soltanto uno dei migliori chitarristi di tutti i tempi ma uno dei musicisti più lucidi e innovativi della sua epoca.
A dirla tutta era anche un gran tamarrone, uno dei primi, ad esempio, ad usare l’orrenda chitarra con due manici e a presentarsi in pubblico con pantaloni a zampa d’elefante con tanto di dragoni ricamati, ma non ha mai esagerato troppo con solipsismi e virtuosismi, ha sempre messo la sua tecnica al servizio dei pezzi.
E poi i suoi brani parlano da soli…
I suoi riff monolitici serviranno da base, da Bignami, per quello che diverrà poi l’heavy metal, ma il nostro si rifiuterà sempre di essere incasellato in qualsiasi singolo stile musicale, preferendo lambire tutti i generi possibili, dal folk al country, dal funk al blues, dal rockabilly al reggae.
Inoltre era un vero devoto alle forze del male, gestiva una famosa libreria esoterica ed è andato ad abitare nella Boleskine House, la dimora sul Loch Ness appartenuta a quel pazzoide di Aleister Crowley.
Altro che quei baracconi dei Black Sabbath: lui a ‘ste cose ci credeva davvero!
Col senno di poi, tanta fortuna non gli ha portato, però, specie a chi gli ronzava intorno…
Speriamo bene per noi!
Avviata la carriera come sideman pregiato e con l’ultima incarnazione degli Yardbirds, i “suoi” Led Zeppelin furono il complesso che trasformò l'hard-rock, allora ancora in fase embrionale, in un fenomeno di massa, cambiando per sempre la storia della musica.
Furono il primo gruppo a non dipendere dalla programmazione radiofonica per avere successo: prima dei Led Zeppelin le radio e le televisioni erano state dominate dalle hit parade, e quindi dal 45 giri.
Gli Zeppelin divennero rock star senza mai entrare in quelle classifiche, perché intuirono che il pubblico stava iniziando a preferire le radio "free form", che trasmettevano cioè brani più lunghi dei classici tre minuti, brani con debordanti assoli di chitarra e, addirittura, senza ritornello!
Il formato tradizionale delle canzoni radiofoniche ormai andava troppo stretto al rock, che si apprestava a esplorare i territori ignoti (ahinoi…) del progressive e delle sperimentazioni psichedeliche e art rock.
I Led Zeppelin furono bravi a capirlo in anticipo e divennero un fenomeno mondiale.
Page, insieme a quel volpone del manager Peter Grant, ha permesso ai Led Zeppelin di riscrivere le regole del business musicale grazie ad un controllo senza precedenti su tutto ciò che riguardava l’ideazione dei brani, la produzione, la confezione dell’album, e la sua successiva commercializzazione.
Ma la loro fama non si costruì solamente attraverso i dischi: i loro concerti dal vivo erano un’esperienza devastante!
Le loro performance lunghissime, oltre le due ore (considerate che fino ad allora i live duravano al massimo una mezz’oretta), attiravano folle oceaniche e ridefinirono il modo stesso di tenere i concerti.
Festival come Monterey e Woodstock, concerti come quello dei Rolling Stones ad Hyde Park per commemorare la dipartita di Brian Jones, avevano indicato la strada, dimostrando quanto la musica rock fosse capace di attirare grandi masse.
I Led Zeppelin, che esordirono nell'anno di Woodstock, furono i primi beneficiari di questa innovazione.
Pur essendo la loro musica non certo un compendio di filosofia freakkettona, come quella che imperava nelle radio "free form" e nei raduni hippies, si rivelò però perfetta per sfruttare il successo di queste nuove forme di fruizione.
Dopo di loro, gli eventi di massa e le radio “indipendenti” rimarranno in gran parte legati al rock "duro", a quello che i Led Zeppelin avevano reso celebre.
Ciò che rese subito leggendarie le loro esibizioni dal vivo fu l'energia: mai un gruppo aveva suonato il blues con tale ferocia.
Se i Cream avevano inventato l’hard rock, i Led Zeppelin lo stravolsero, lo trasformarono in un'orgia di suoni assordanti, di ritmo scatenato, di urla psicotiche.
I Led Zeppelin, almeno inizialmente, non avevano nessuna velleità intellettuale, anzi furono coloro che promossero con più efficacia (prima dell’esplosione del punk) il ritorno alla brutalità che contraddistingueva le radici del primo rock’n’roll.
Dopo il “Dirigibile” la carriera del nostro Jimmy non è stata certo irresistibile (che rime ragazzi!), ma quello che aveva fatto prima basta e avanza per almeno un centinaio di vite...
Inutile poi stare ad elencare la sterminata serie di chitarristi che hanno copiato, o che si sono solo ispirati al suo stile: anche qui non basterebbero 10 di questi Vostri Almanacchi solo per nominarli tutti!
James Patrick Page, detto Jimmy, nasce il 9 gennaio del 1944 a Londra, nel sobborgo di Heston.
Sin dall'adolescenza si appassiona alla chitarra e impara i primi rudimenti da autodidatta, a soli 13 anni, ascoltando "Baby Let's Play House”, di Elvis Presley.
Diviene presto allievo di Big Jim Sullivan, session man che già era stato l'insegnante di Ritchie Blackmore, dei Deep Purple.
A quattordici anni prende parte a "Search for stars", programma televisivo in cerca di nuovi talenti, mentre due anni più tardi decide di lasciare la scuola per intraprendere definitivamente la carriera musicale.
Dopo aver collaborato con il cantante Red E. Lewis e il poeta Royston Ellis, segue Neil Christian e la band dei The Crusaders a Parigi, prima di suonare per il singolo intitolato "The road to love".
Purtroppo Page si ammala gravemente (di febbre ghiandolare) ed è costretto a smettere di suonare coi Crusaders e a impegnarsi nella riabilitazione.
A questo punto prende in considerazione l’idea di abbandonare la musica e di concentrarsi su un altro interesse, la pittura, e si iscrive a una scuola d'arte a Sutton, nel Surrey.
Ma con l'emergere, nei primi anni ’60, della British Invasion, con band come i Rolling Stones e il successo del blues-rock bello grintoso, l'interesse di Page per la musica torna di nuovo alla ribalta ma invece di formare subito una band, decide di affinare il suo mestiere diventando uno dei chitarristi e produttori di session più richiesti del suo Paese.
Una sera infatti, Jimmy viene notato da John Gibb, componente dei The Silhouettes, che gli chiede di collaborare con lui per registrare alcuni brani per la Emi; la stessa offerta gli viene avanzata dalla Decca Records, che gli promette un lavoro come turnista in studio.
Dopo aver suonato, tra l'altro, per Mickey Finn and the Blue Men, registra per Marianne Faithfull, i Rolling Stones, The Nashville Teens, Brenda Lee, Dave Berry e Van Morrison e i Them.
Prima che salga all’Olimpo come divinità della sei corde con gli Yardbirds e i Led Zeppelin, Page è già considerato uno dei migliori chitarristi in Inghilterra.
La sua presenza su una canzone garantisce un sound rovente, in grado di sollevare di diverse tacche la qualità del pezzo, donandogli quel “non so che” in più, e persino di trasformarne completamente l’atmosfera.
Apprezzatissimo dalle band con cui lavora (i suoi “interventi” sono sempre e comunque unici e riconoscibili), partecipa alla registrazione di "I can't explain", primo singolo degli Who, anche se poi nel missaggio finale le parti suonate da lui vengono tagliate.
Nel 1965, Page viene assunto dal manager dei Rolling Stones Andrew Loog Oldham, come produttore della casa Immediate records, appena nata: egli, così, ha la possibilità di produrre brani per Eric Clapton, Chris Farlowe, Nico e John Mayall.
Nel frattempo, incide "The bells of Rhumney", cover della ballata omonima di Pete Seeger.
Dopo aver rifiutato il posto di Eric Clapton negli Yardbirds (al suo posto raccomanda Jeff Beck, suo amico), partecipa alla registrazione di "Beck's Bolero" con Keith Moon: di lì a poco, torna sui suoi passi e decide di accettare un ruolo negli Yardbirds, anche se come bassista.
Le cose, tuttavia, non vanno benissimo, a causa dell'abbandono di Jim McCarty e di Keith Relf e dei dissapori con Jeff Black.
Page appare nell'album “Little Games” e in diversi tour prima che la band si divida nel 1968.
Ma con una serie di date ancora prenotate in tutta Europa, Page decide di mettere insieme una nuova band, soprannominata New Yardbirds, che include il bassista session man di lunga data John Paul Jones, più i nuovi arrivati Robert Plant alla voce e John Bonham alla batteria.
Nascono così i Led Zeppelin, nome suggerito da una frase di Keith Moon, che aveva detto, dopo gli abbandoni degli altri membri, che la band sarebbe caduta come il famoso dirigibile “lead zeppelin".
Alla faccia di Moon, col suo leggendario gruppo, Page otterrà un successo stratosferico, nel doppio ruolo di produttore e chitarrista: diventa uno degli esponenti più importanti del sound hard del tempo, grazie all'unione del suono della Gibson Les Paul e quello dell'amplificatore Marshall (anche se per il primo album degli Zep utilizzerà una Fender Telecaster).
L'impiego di chitarre acustiche, slide e distorsioni rendono il suo stile il modello di diverse rock band degli anni e dei decenni seguenti.
Oltre a tamarrate come la chitarra a doppio manico e l’uso pionieristico della tecnica tapping (quanto male porterà con sé, quanto male…), arriva ad impiegare un archetto di violino per ottenere suoni inediti dalle corde della chitarra.
Il nostro trova anche il tempo di lavorare con l'artista folk Roy Harper (in particolare il suo album del 1971, “Stormcock”, sotto lo pseudonimo di S. Flavius Mercurius).
Purtroppo diventa schiavo delle droghe pesanti soprattutto negli anni Settanta: inizia ad abusare di eroina nel 1975, proseguendo durante le registrazioni di "Presence".
La droga rappresenta ormai un problema evidente nella vita del chitarrista: il tour americano del 1977 ne risentirà pesantemente.
Page cala vistosamente di peso e la sua dipendenza causa diverse tensioni nella band (anche Bonham gli dava sotto con le droghe ma apparentemente reggeva meglio…), soprattutto con Robert Plant, che non sopporta più le altalenanti performance di Jimmy.
Inoltre la mania di Page per l'occulto inizia a destare preoccupazioni a coloro che lo circondano, soprattutto quando arriva ad acquistare la villa sul Loch Ness in Scozia che un tempo possedeva dal famoso satanista Aleister Crowley.
Poi ci si mette anche la sfortuna di traverso e vere tragedie si abbattono sul quartetto: nel 1977 muore il figlio di Plant e, nel 1980, la morte per abuso di alcool di John “Bonzo” Bonham, metterà la parola fine ai Led Zeppelin.
Ma della prodigiosa carriera di questo grande gruppo ce ne occuperemo quando dedicheremo i Vostri Almanacchi agli altri membri della band, quindi inutile ripetersi e andiamo avanti.
Dopo un paio di anni di ritiro assoluto, passato probabilmente a dintossicarsi, Page torna alla grande in un'esibizione del 1983 tenuta alla Royal Albert Hall: un concerto benefico cui partecipano anche Jeff Beck e Eric Clapton.
L'anno successivo, registra un disco di cover rock’n’roll con Robert Plant, Jeff Beck e Nile Rodgers, a nome The Honeydrippers.
Forma anche la sua prima band dalla scomparsa di Zeppelin, The Firm, con l'ex cantante della Free Paul Rodgers, ma nonostante che il loro debutto omonimo sia un lusinghiero successo, il progetto si arena.
Il nostro realizza la colonna sonora dei film "Il giustiziere della notte II" e "Il giustiziere della notte III", e i fan dei Led Zeppelin hanno il raro piacere di rivedere insieme i loro beniamini quando i tre membri sopravvissuti si riuniscono (con i batteristi Tony Thompson e Phil Collins) per il Live Aid al Philadelphia's JFK Stadium nel luglio 1985, sfortunatamente consegnando un'esibizione veramente pessima.
Gli Zeppelin si riuniscono di nuovo nel 1988 per il concerto del 25° anniversario della Atlantic Records al Madison Square Garden di New York (questa volta sarà il figlio di Bonham, Jason, a sostituire il defunto padre dietro i tamburi), e ancora un altro mini concerto funestato da errori di esecuzione.
Lo stesso anno Page viene ospitato nell’album di Plant, “Now & Zen”, e pubblica la sua prima registrazione come solista, il loffissimo “Outrider”, a cui segue un tour in cui esegue brani di tutte le epoche della sua già sterminata carriera.
All'inizio degli anni '90, continuano a circolare ulteriori voci su un'imminente riunione degli Zeppelin, ma dopo che Plant declina l'invito, Page decide di collaborare con l'ex cantante dei Deep Purple e dei Whitesnake David Coverdale, il cui stile vocale spesso ricorda molto (troppo?) quello del vocalist della sua ex band.
La collaborazione fra i due durerà lo spazio di un singolo album, intitolato appunto “Coverdale/Page”(1993), disco pesantemente simile agli Zeppelin.
Pur rilevando l’assoluta inopportunità dell’operazione, pur indispettiti dallo scimmiottamento di Plant da parte di Coverdale e pur essendo l’album guastato da fastidiosi echi A.O.R. di sapore Whitesnake, bisogna ammettere che qualche pezzo del disco è veramente formidabile: “Absolution Blues”, “Pride and Joy”, “Shake my Tree” e “Over Now” avrebbero tranquillamente fatto la loro porca figura in un qualsiasi album del “Dirigibile”.
Anche questo progetto però si inabissa velocemente, dopo che viene scartata la proposta di un tour mondiale in favore di poche date selezionate in Giappone.
L’anno seguente, poi, Jimmy suona di nuovo con Plant all’ "Mtv Unplugged" (Jones, chissà perché, non viene invitato…) in uno speciale di novanta minuti che raccoglie un enorme successo, al punto da dare origine a un album chiamato "No quarter".
L’idea di “rinfrescare” in senso folk e “world music” alcuni pezzi del repertorio degli Zeppelin, insieme a qualche inedito sempre di sapore esotico, si rivela vincente.
Sinceramente, pur non essendo amanti di questo tipo di operazioni, bisogna ammettere che il disco ha un suo fascino.
Segue un tour nell'anno successivo, che anticipa il nuovo disco del ritrovato duo, "Walking into Clarksdale", il quale però si rivela un album assolutamente inutile.
Alla fine degli anni '90, Page si unisce ai Black Crowes per un tour e un album dal vivo, “Live at the Greek” (2000), con i “Corvi Neri” a fare la (ottima) cover band degli Zeppelin con Page come guest star.
Bravissimi, per carità, ma l’operazione lascia il tempo che trova.
Lo stesso anno dell'uscita dell'album, un altro tour dei Crowes con Page viene interrotto a causa di un grosso infortunio alla schiena occorso al nostro.
Nel giugno del 2001, Page sale sul palco insieme a Plant per celebrare il 60 ° compleanno di Roy Harper.
Nel frattempo il musicista inglese si dedica anche ad attività di beneficenza, soprattutto in favore dell'Action for Brazil's Children Trust, organizzazione fondata nel 1998 dalla moglie Jimena Gomez-Paratcha, che mette a disposizione istruzione, cibo e supporto medico per i bambini brasiliani che vivono in povertà.
Nel 2005, Page viene insignito, proprio per la sua attività benefica, dell'Order of the British Empire, mentre poco dopo, per lo stesso motivo, gli viene assegnata la cittadinanza onoraria di Rio de Janeiro.
Chi lo avrebbe mai detto da un adepto di Crowley?
Un ultimo, questa volta bellissimo concerto di beneficenza con tutti i membri dei Led Zeppelin sopravvissuti e Jason Bonham alla batteria, viene eseguito el 2007 all'O2 Arena di Londra.
Dopo aver preso parte alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Pechino del 2008, suonando la canzone "Whole lotta love" interpretata da Leona Lewis, Page partecipa a "It might get loud", film-documentario dedicato alla chitarra, insieme a Jack White dei Dead Weather e a The Edge degli U2.
Nel frattempo, non rinuncia all'intenzione di tornare a suonare con i Led Zeppelin, in occasione della ristampa riveduta e corretta della discografia della band ma John Paul Jones e Robert Plant non sembrano essere dello stesso avviso.
Archiviata ormai definitivamente (?) l’idea di una reunion della più formidabile hard rock band di sempre, Page ha annunciato per il 2019 un nuovo disco a suo nome.
Siamo curiosi di sentire cosa ci propinerà, anche perché, sinceramente, di vecchi tromboni asfittici che si rimettono insieme per denaro, c’è nel sono già troppi.
Quindi mettiamoci tutti l’anima in pace e lasciamo stare il Dirigibile, che ormai vola lassù nel cielo.
Irraggiungibile…
Tanti auguri, Jimmy!
“…Well it's been ten years and maybe more
Since I first set eyes on you
The best years of my life gone by
Here I am alone and blue
Some people cry and some people die
By the wicked ways of love
But I'll just keep on rollin' along
With the grace of the Lord above
People talkin' all around 'bout the way you left me flat
I don't care what the people say, I know where their jive is at
One thing I do have on my mind, if you can clarify please do
It's the way you call me by another guy's name when I try to make love to you, yeah…”
Led Zeppelin – Heartbreaker