ORRORI DI FAMIGLIA

Esiste un confine netto fra un urlo e una risata? Fra l’orrido e il meraviglioso?
Cosa si può definire brutto o cosa bello? Cosa buono e cosa cattivo?
Se cercate delle risposte certe, chiare, precise, rassicuranti, a queste domande, cari amici dei Mutzhi Mambo, non rivolgetele al grandissimo CHARLES “CHAS” ADDAMS, il visionario autore de ”La Famiglia Addams”!

Con le sue laconiche, fulminanti, macabre vignette il nostro Addams è riuscito a rendere affascinanti le mise più antiestetiche, a rendere piacevoli le più lugubri dimore, a rendere divertenti le più truci nefandezze, a sovvertire insomma le categorie stesse del “gusto”.
Geniale illustratore, dotato di un appeal unico per tutto ciò che facesse tetro e anticonformista, Charles Addams, oltre a fare ridere di gusto generazioni di lettori prima e telespettatori poi con le vicende grottesche della sua “Famiglia”, ha pure avuto il pregio di rendere popolare l’iconografia horror-gotica che prima era relegata a prodotti di nicchia o appannaggio del depressone di turno.
Di fatto, è riuscito a “sdrammatizzare” tutta quell’estetica morbosa e funerea, fatta di vampiri, streghe, pazzi, serial killer, e mostri vari che tanto ha affascinato e influenzato la cultura Pulp e rock’n’roll.
Molte persone erano convinte (visto il suo mondo immaginario, popolato da mostri e sociopatici), che Chas avesse anch’egli qualche problema psichiatrico.
Ad alimentare questa teoria ci fu anche una leggenda metropolitana, secondo la quale il vignettista andava regolarmente a dei controlli di sanità mentale, perché alla fine si era lasciato troppo influenzare dai suoi personaggi.

Tutto ciò non era assolutamente vero, anzi: Charles Addams veniva considerata una persona “tollerante e pacifica”, che usò il suo talento per mostrare l’ambivalenza dell’animo umano.
Le situazioni che descrive Chas sono familiari, e la sua genialità è stata quella di invertirne i valori: gli impulsi aggressivi e talvolta omicidi, diventano la norma.
Si dilettava a capovolgere le nostre ipotesi sulla normalità e il suo rapporto con il bene e il male.
L’artista riusciva a rendere l’orrore esilarante, ma non solo: anche se inquietante, la sua “Famiglia Addams” è comunque accogliente, serena e unita.
I suoi diabolici membri hanno fatto riflettere sui valori della classe media americana più di mille trattati antropologici o sociologici, inducendo il lettore/spettatore, almeno per un poco, ad identificarsi nei panni meno rassicuranti dei protagonisti.
Ha attinto, come fonte di ispirazione, a quella paranoia presente nel gotico vittoriano prima e americano poi, quella che vede dietro ogni facciata confortante una nascosta rivelazione sulla dualità della natura umana.
Ma dove la letteratura gotica di solito combinava questi temi con il romanticismo, Addams ha reso l'orrore esilarante: inquietante, ma allo stesso tempo amichevole, identificabile e accettabile. E soprattutto assolutamente divertente!

Charles "Chas" Samuel Addams nasce a Westfield, in New Jersey, il 7 gennaio del 1912, in una famiglia imparentata alla lontana con quella di due presidenti degli Stati Uniti.
Da bambino viene considerato un “monello”, e già allora, come ha affermato un suo amico d’infanzia, “il suo senso dell’umorismo era un po’ diverso da quello di chiunque altro”.
Per due volte viene fermato dalla polizia per violazione di domicilio, dopo che si è introdotto in una casa di Dudley Avenue e poi in una su Elm Street, nella sua città natale.
Questi due tetri edifici sono la fonte di ispirazione per il futuro palazzo della Famiglia Addams, così come il severo College Hall, la più vecchia costruzione nel campus dell’Università della Pennsylvania.
Ama anche frequentare il cimitero presbiteriano su Mountain Avenue.
Il padre, comprendendo bene le qualità artistiche del figlio, lo incoraggia a disegnare, e i suoi primi fumetti vengono pubblicati sul giornale scolastico della Westfield High School.
Si diploma nel 1929, per poi iscriversi alla Colgate University, e, dopo un anno, alla University of Pennsylvania.
Dal 1931 al 1932 studia invece alla Grand Central School of Art a New York City.
In questo periodo Addams invia dei disegni al “New Yorker”, dimenticando però di includere l'indirizzo di ritorno.
Solo dopo qualche mese, ritornando negli uffici della rivista per riprendere i suoi disegni, scopre che questi gli erano stati accettati!
Nel 1932 pubblica la sua prima vignetta sul “New Yorker”, con cui collabora fino alla sua morte, da libero professionista.
La morte di suo padre nel 1933, però, lo spinge a lasciare gli studi ed inizia a lavorare per la rivista “True Detective”, dove ha il compito di ritoccare le foto dei cadaveri, eliminando il sangue (anche se lui apprezza di più gli originali…).
Gli Addams vengono introdotti sul "New Yorker" nel 1938 e, piano piano Chas aggiunge tutti i celebri membri di questa squinternata, surreale ma irresistibile famiglia.
Durante la Seconda guerra mondiale, viene arruolato nel Signal Corps Photographic Center, a New York, dove produce dei filmati d'animazione propagandistici per la U.S. Army.
Nel 1946, Addams incontra lo scrittore di fantascienza Ray Bradbury dopo aver disegnato un'illustrazione per la pubblicazione della rivista “Mademoiselle” del racconto di Bradbury "Homecoming", il primo di una serie di racconti che descrivono una famiglia di vampiri dell'Illinois chiamati Elliotts.
I due divengono amici e decidono di continuare a collaborare a un libro sulla saga completa della famiglia Elliott, scritta da Bradbury e illustrata da Addams, progetto che pero non si concretizzerà mai.
Intanto, alla fine del 1942 Chas aveva incontrato la sua prima moglie, Barbara Jean Day, dalla straordinaria somiglianza con il personaggio di Morticia.
Il matrimonio finisce dopo otto anni, dopo il rifiuto di Charles (che odia i bambini piccoli) di adottare un figlio.
Si risposa nel 1954 con Barbara Barb, una rampante avvocatessa, per poi divorziare una seconda volta dopo soli due anni.
Sembra che lei lo volesse convincere a stipulare una polizza sulla vita di 100 mila dollari e che un avvocato suo amico (consultato all’insaputa della moglie) gli avesse fatto notare che, vista l'entità della cifra, probabilmente lei aveva intenzione di farlo fuori per incassare il premio!
La notorietà della famiglia Addams raggiunge il grande pubblico con la serie televisiva, che va in onda sul canale ABC dal 1964 al 1966.
Piuttosto “edulcorata” e meno “dark” del fumetto, viene comunque eliminata dai palinsesti perché “troppo anticonformista” e giudicata pericolosa per la morale.
Ma ormai il mito della più simpatica famiglia della storia della televisione è nato e la serie viene comunque ritrasmessa, rinnovando ogni volta il successo.
Addams nella sua carriera disegna più di 1.300 vignette.

Quelli che non appaiono nel “New Yorker” sono spesso pubblicate nei magazine “Collier” e “TV Guide”.
Nel 1961, Chas riceve, dai Mystery Writers of America, uno Special Edgar Award per il suo lavoro e, nel 1965 tiene la sua prima mostra “seria” al “Museum of the City” di New York.
Disegna la copertina di “Ghost Ballads” (1957), un album di canzoni country dai temi soprannaturali del musicista country Dean Gitter e i film “The Old Dark House” (1963) e “Murder by Death” (1976) presentano sequenze nei titoli illustrate da Addams.
Più tardi, si sposa una terza volta (con una cerimonia svolta in un cimitero di animali) con la sua terza ed ultima moglie: Marilyn Matthews Miller, conosciuta come "Tee".
Nel 1985 i due si trasferiscono a Sagaponack, nello Stato di New York, in una proprietà che nominano "The Swamp".
Il grande disegnatore muore il 29 settembre del 1988, a 76 anni, dopo un attacco di cuore.
Per sua stessa volontà, viene cremato e sepolto nel “Pet Cemetary” della sua proprietà.
Chissà se ride ancora, accanto a tutti quegli animali morti…
Noi di sicuro si, ogni volta che vediamo le sue vignette!
Onore a Charles Addams!

Nota a margine: Nel '91 e nel '93 “La famiglia Addams” ha fatto il suo debutto sul grande schermo con due pellicole dirette da Barry Sonnenfeld. Nonostante siano ben realizzati e contino un cast stellare (fra cui una tenebrosa Anjelica Huston nella parte di Morticia e una giovanissima Christina Ricci nel ruolo della piccola Mercoledì), i due film non hanno un briciolo del fascino della serie televisiva originale. Un terzo film, “Addams Family Reunion”, è uscito direct-to-video verso la fine degli anni '90, ma non ha nulla a che vedere con i due capitoli di Sonnenfeld, perché è in realtà l'episodio pilota di una inutile serie televisiva dedicata agli Addams (“The New Addams Family”), girata in Canada con attori diversi. Quest'ultima serie (nonostante la presenza di John Astin, il vecchio Gomez, che qui fa la parte del nonno) non è granché ed è andata avanti per un paio di stagioni dal '98 al '99. Recentissimo è uscito un inutile film animato digitalmente che ammazza tutto il fascino estetico della famigliola.

“Non devi torturarti così Gomez, a quello penso io.”
Morticia/Anjelica Huston – La Famiglia Addams