Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

E' uscito ed è disponibile nei migliori negozi di dischi e su tutte le piattaforme digitali il nuovo disco: Il male e' dentro il terzo album dei Mutzhi Mambo, band fiorentina fondata nel 1998,...

IL MOLLEGGIATO IGNORANTE

Ecco, inesorabile è arrivata l'Epifania, che tutte le feste si porta via!
Oddio, cari amici dei Mutzhi Mambo, visto come siamo messi, c'è rimasto veramente poco da festeggiare...
Ma bando alle tristezze e alle preoccupazioni, perché oggi si festeggia il compleanno del più grande cantante italiano!
Signore e Signori, sua Maestà ADRIANO CELENTANO!

bingo 1620x800Lo sappiamo, lo sappiamo, non è un personaggio che piace a tutti, ad alcuni starà sulle palle, altri lo adorano, altri ancora (e sono i più...) lo fraintendono ma Adriano Celentano è talmente "enorme" (ed enormemente controverso) che è in grado di accogliere e respingere tutti, senza batter ciglio...
Quindi, poche storie, levatevi il cappello, mettetevi in ginocchio, e tributate il giusto onore a uno dei gioielli d'Italia!
Capirete che per noi, compilare questo Vostro Almanacco odierno è stato veramente un casino: di Celentani ce ne sono davvero troppi!
Chi, dunque, dovremmo omaggiare?
Il pioniere del rock'n'roll de noantri?
Il genio ribelle o il paladino del tradizionalismo cattolico?
Il coraggioso regista freakkettone o il principe della commedia all'italiana?
Il cantautore populista o il geniale innovatore della canzone italiana?
Il precursore ecologista o il melenso interprete di romanticherie da camionista?
Il megalomane e visionario autore di kolossal flop o l'ombroso e imprevedibile conduttore di show televisivi?
Il problema è che Celentano è tutto questo e molto altro, e spesso contemporaneamente!

PiginicelentanoCelentano è prima di tutto un personaggione pazzesco, inafferrabile, indefinibile, geniale: presuntuoso all'eccesso, mutevole, carismatico, simpatico e divertente quanto insopportabile e cupo
Cantante, autore, attore, regista, conduttore, ballerino, opinionista, con oltre 60 anni di carriera alle spalle, Celentano si può giudicare a buon titolo il simbolo stesso della musica "leggera" del nostro Paese, un eccezionale capofila ed inteprete di almeno mezzo secolo di trasformazioni avvenute nel costume e nel mondo musicale italiano, capace spesso di precorrere i tempi e di porsi come avanguardia in modo peculiare, intuitivo, non imitando nessuno.
A parte i primi tempi, in cui si rifaceva smaccatamente ad Elvis e agli altri eroi del rock'n'roll americano, Celentano è sempre stato solo Celentano, sempre uguale ma mai uguale a sé stesso, senza imitatori o discepoli credibili (o semplicemente possibili...).
E questo, anche quando interpretava pezzi scritti da altri, perché la sua unicità deriva proprio dalle sue caratteristiche personali, più che da uno stile preciso: di questo gli va dato atto, al di là di ogni giudizio di merito!
Allora è il momento di stare zitti e ammirare il genio!

Adriano Celentano nasce a Milano il 6 gennaio del 1938, al numero 14 di quella via Gluck che diverrà celeberrima per il brano "Il ragazzo della via Gluck" inciso dal nostro nel 1966
Una prima giovinezza trascorsa nella periferia di Milano dove la sua famiglia si era trasferita dal profondo sud, più precisamente da Foggia, per motivi di lavoro.
Adriano, dopo le scuole elementari, molla gli studi e inizia a praticare vari mestieri, tra cui quello di orologiaio in un negozio di via Correnti, esperienza lavorativa che rimarrà impressa nei ricordi del futuro cantante, tanto che riparare orologi resterà sempre il suo hobby preferito.
Appassionatosi alla musica, decide di diventare un cantante rock’n’roll dopo aver visto il film “Il seme della violenza” (1955), soprattutto per la colonna sonora, “Rock around the clock” , eseguita da Bill Haley and The Comets.
Già si era impratichito col mandolino insieme ai suoi parenti, suonando alle feste nel cortile di casa, ma presto si mette a strimpellare la chitarra e ad imitare Bill Haley, così per scherzo, con gli amici, in una sala da ballo in viale Zara.
Di inglese non sa una parola ma presto la voce si sparge: nel quartiere c'è uno che canta il rock'n roll!

clan 3In realtà la sua strabiliante carriera inizia, vista la notevole somiglianza, come imitatore del celebre attore comico Jerry Lewis.
Il suo vero debutto infatti, avviene al Teatro Smeraldo, dove insiemep a Elio Cesari (a.k.a. Tony Renis), si presentano, con il nome di battaglia "Gli allegri menestrelli del ritmo", in una divertente parodia della coppia Jerry Lewis - Dean Martin.
In quel frangente avviene anche il battesimo del fuoco dei Rock Boys, gruppo fondato insieme a 4 suoi amici: i tre fratelli Ratti, alla batteria, al basso e alla chitarra, e Ico Cerutti, alla seconda chitarra.
Il loro debutto ufficiale è nel 1956 all’ "Ancora", un locale di Milano, dove la neo band strimpella cover di rock'n roll americano, cantato dal giovane Adriano con uno slang totalmente inventato (tanto l'inglese mica lo sa nessuno...).
Dopo breve tempo si esibiscono al Santa Tecla e in altri teatri milanesi.
Il 18 maggio 1957 è una data fondamentale per la musica del nostro Paese: al Palazzo del Ghiaccio di Milano si tiene il primo "Festival Italiano di Rock'n'Roll"!
I Rock Boys, i cui componenti vantano ora pure Enzo Jannacci al pianoforte, partecipano insieme a due altri complessi.
L'attrazione della serata dovrebbe essere il ballerino Alberto Longoni, che in questo periodo si presenta sia con il nome d'arte di Jack La Cayenne che con quello di Torquato il Molleggiato, che si deve esibire nei suoi balli durante le esibizioni delle band.
Fatto sta che il Longhi ha la sventura di uscire dal Palazzetto per bersi un caffè e la polizia non lo fa più rientrare per sopraggiunti limiti di capienza del locale.
A questo punto il nostro Celentano, per tenere in piedi lo spettacolo, si mette in prima persona a dimenarsi dinoccolato sul palco, guadagnandosi a furor di popolo il titolo di "Molleggiato", tanto che lo stesso Longoni sarà costretto in futuro a rinunciare a tale nome d'arte...
A fine serata ci saranno pure dei disordini fra le forze dell'ordine e il pubblico rimasto fuori dall'evento mentre la stampa si affretterà a stigmatizzare il nuovo fenomeno musicale come violento ed eversivo...
Per i Rock boys comunque è un trionfo: tre giorni dopo firmano il loro primo contratto con la casa discografica milanese "Saar", per la quale debuttano incidendo "Rip It Up", "Jaihouse Rock" e "Tutti Frutti" (con scarso successo...).
Ma per le serate iniziano ad essere richiesti dappertutto; anche Luigi Tenco si unirà a loro in Germania nel ruolo di sassofonista.
"Adriano il Molleggiato" può vantarsi infatti di essere il primo cantante rock'n'roll a livello europeo!
Poco dopo il festival, Ico Cerutti e due dei fratelli Ratti lasciano il gruppo, venendo sostituiti da Gino Santercole e Giorgio Gaber alle chitarre e Flavio Carraresi alla batteria.

e4a5c86616adc373c4e5ea9ae1fa847cNel 1958 partecipa al secondo "Festival del Rock'n'Roll", che questa volta dura un'intera settimana.
Il produttore Walter Gurtler comincia a temere di aver preso una cantonata e, visto l'insuccesso discografico, decide di dirottare il cantante milanese alla sua nuova etichetta, la Jolly, e di consentirgli di incidere anche brani in italiano, i primi dei quali ("Buonasera signorina" e "La febbre dell'hoola hop") sono comunque inseriti come lati B di pezzi ancora in inglese.
Con la collaborazione di Ezio Leoni, arrangiatore, direttore artistico e responsabile del repertorio della Jolly, Celentano comincia a riscontrare i suoi primi successi.
Nel gennaio del 1959 viene pubblicata "Ciao ti dirò", la canzone con cui Celentano aveva partecipato due anni prima al festival del rock'n'roll italiano.
Il 13 luglio 1959 si esibisce alla kermesse musicale del Festival di Ancona, trasmessa in TV, dove stravince con "Il tuo bacio è come un rock" e si aggiudica pure il secondo posto (il nostro, scherzando, dichiarerà che se avesse cantato tre brani, invece di due, sarebbe pure arrivato terzo...).
La canzone in breve tempo scala le vette delle classifiche di vendita dando grande fama al Molleggiato in tutta Italia.
Già nel 1957 aveva fatto la sua prima comparsa sul grande schermo, nella sigla de "I frenetici", film americano con Bill Haley ma il suo vero debutto al cinema è con "I ragazzi del Juke-box", di Lucio Fulci, seguito a ruota da "Juke box - Urli d'amore", di Mauro Morassi; nel 1960 Federico Fellini lo vuole in una sequenza della "Dolce Vita", nel ruolo di se stesso che canta “Reddy Teddy".
Nello stesso anno recita anche in "Urlatori alla sbarra", di Lucio Fulci, "Dai, Johnny dai!", di Paul Landres e Piero Vivarelli, e "Sanremo la grande sfida", sempre di Vivarelli, mentre l'anno successivo è la volta di "Balliamo insieme il twist", di Greg Garrison, e "Io bacio... tu baci", di Piero Vivarelli.
Sciolti i Rock Boys, con Gino Santercole alla chitarra, Domenico Pasquadibisceglie al basso Enzo Jannacci alle tastiere (per poco) e Giorgio Benacchio alla seconda chitarra, fonda I Ribelli.
L'esordio con il nuovo gruppo avviene a metà settembre, al Festival dell'Avanti! a Milano, dove viene proposto il nuovo singolo "Teddy girl"; sempre lo stesso anno esce l'inno generazionale "Il Ribelle".
L'anno seguente Adriano parte per il militare, ma riesce ugualmente a partecipare al suo primo Festival di Sanremo con "Ventiquattromila baci", in coppia con Little Tony.
In quell'occasione non vince e si classifica al secondo posto, ma è il suo il disco più venduto del momento.
Desta parecchio scalpore il fatto che al Festival Celentano si presenti volgendo le spalle al pubblico, evento che solleva nel Paese un dibattito così esacerbato da approdare alla Camera dei Deputati, con tanto di interrogazione parlamentare annessa.
Altro successo dell'anno è "Nata per me", presentata a Canzonissima dove si classifica seconda.
Nel 1961 il nostro abbandona la Saar e fonda il "Clan Celentano", il primo esperimento di un artista italiano che sceglie, in autonomia e con spitito imprenditoriale, di autoprodursi, oltre che investire su giovani promesse della musica, lanciando negli anni molti cantanti ed autori di successo.
Sia vecchi amici come Ricky Gianco, Miki Del Prete, Luciano Beretta, i Ribelli, Detto Mariano, sia nuovi talenti come Don Backy, Pilade, Natale Massara, Ugolino, spesso fatti incidere sotto pseudonimo.
"Stai lontana da me" (1962) è il primo disco del Clan: vince il Cantagiro e arriva repentinamente in vetta alle classifiche.
Il 10 ottobre esce il singolo "Pregherò", versione italiana di "Stand by me" di Ben E. King, altro enorme successo; a stretto giro vengono pubblicati "Grazie, prego, scusi" e "Il tangaccio".
La Jolly non accetta però la decisione di Celentano e lo denuncia per inadempienze contrattuali chiedendogli un risarcimento di 495 milioni di lire (il contratto scadrebbe il 30 aprile del 1962...).
L'erichetta continua a pubblicare 45 giri con canzoni registrate dal nostro e rimaste inedite, facendo così concorrenza alle uscite del Clan; ad esempio pochi giorni prima di "Stai lontana da me" viene pubblicato "Veleno" e "Si è spento il Sole".
La causa con la Jolly terminerà solo nel marzo del 1965, con la piena vittoria di Celentano che verrà quindi assolto dall'accusa e non dovrà pagare alcuna penale.
Il Clan però durerà solo sette anni: Celentano si rivelerà un leader dispotico e dagli atteggiamenti quasi mafiosi e l'esperienza dell'etichetta si trascinerà tra infiniti problemi contrattuali e transfughi vari, come Ricky Gianco o i Ribelli, o addirittura con code giudiziarie, come il caso di Don Backy.
Dopo la dolorosa separazione con quest'ultimo il Clan comincerà a ridurre la sua attività di lancio di nuovi cantanti, fino a distribuire, nell'ultimo periodo, solamente le produzioni di Celentano stesso e di sua moglie Claudia Mori.
Ma torniamo al 1963: il Molleggiato è nuovamente ai vertici della classifica dei 45 giri con la canzone "Sabato triste" e canta "Furore" sui titoli di testa del primo giallo all'italiana, "La ragazza che sapeva troppo", d Mario Bava.

adriano celentano LCome attore gli viene offerta una importante chance recitando nel film "Il monaco di Monza", di Sergio Corbucci, accanto a Totò, e successivamente nella commediola sentimentale "Uno strano tipo", di Lucio Fulci; galeotto sarà questo film, in quanto Adriano conosce, durante le riprese, Claudia Mori, la donna della sua vita, con la quale si unirà in matrimonio l'anno seguente.
"Super rapina a Milano" (1964), è il suo debutto alla regia.
Nel 1966 riappare al Festival di Sanremo presentando "Il ragazzo della via Gluck", canzone nostalgico-ecologista che supererà il milione e mezzo di copie vendute, entrando nella nella storia della musica italiana come uno dei brani più celebri e suonati in assoluto.
Poco dopo esce anche "Mondo in Mi 7°", dove prosegue col filone predica-ecologista-antimodernista.
Con Claudia Mori presenta la canzone "La coppia più bella del mondo" (pezzo che ahinoi, spianerà la strada al genere matrimoniale nazional-popolare tipo Al Bano e Romina...), nata dalla collaborazione con un grande autore, Paolo Conte che fortunatamente gli regalerà pure la meraviglisa "Azzurro" (1968), uno dei pezzi italiani più conosciuti nel mondo; sul lato B, un altro grande successo, "Una carezza in un pugno".
Il 1969 è l'anno della splendida "Storia d'amore", scritta insieme con Nando de Luca, e della visionaria "Il bimbo sul leone", splendida cavalcata soul che in origine vorrebbe essere un inno animalista filtrato con occhi da bambino ma alla fine somiglia più ad una specie di sinistro trip sotto acido.
Le smanie da predicatore de noantri tornano in "Tre passi avanti, Torno sui miei passi" e, soprattutto, in "Chi non lavora non fa l'amore", pezzo cantato con la moglie che vince Sanremo nel 1970 ma lo rende odioso al pubblico giovane e politicizzato del periodo della contestazione, che lo bolla come vecchio rudere reazionario.
Nel 1971, pubblica l'inquietante singolo "Una storia come questa", uno dei vertici della canzone noir in assoluto, e l'anno dopo il disco "I mali del secolo" che contiene la nuova sparata ecologista "Un albero di trenta piani", la pazzesca "Ballata di Pinocchio" e la bellissima "La siringhetta", un pezzo sulla tossicodipendenza di rara intensità.
Ma soprattutto esce la delirante "Prisencolinensinanciusol", un irresistibile pezzo dall'andamento funk che il nostro interpreta con un serratissimo canto ritmato in uno slang inglese totalmente inventato, per molti il primo vero esempio di rap italiano.
Ancora una volta Celentano dimostra la stoffa del precursore, tanto che entra in classifica prima in America (al settantesimo posto..) che dalle nostre parti.
Intanto il nostro inizia ad avere sempre più successo al cinema: si parte con "Serafino" (1968), di Piero Germi, per continuare con "Er più - Storia d'amore e di coltello" (1971), di Sergio Corbucci, "Bianco, rosso e..." (1972), di Alberto Lattuada, "Le cinque giornate"(1973), di Dario Argento, "L'emigrante" e "Rugantino", entrambi del 1973 ed entrambi per la regia di Pasquale Festa Campanile.
Del 1975 è lo straordinario "Yuppi Du" (1975), una specie di sconclusionato e surreale musical hippie che il nostro dirige ed interpreta che con gli anni conquisterà sempre nuove schiere di appassionati che lo eleggeranno a fenomeno di culto al pari di roba come "Tommy" o "Jesus Christ Superstar".
Tra l'altro non è facile da trovare per la ferma volontà di Celentano di non farlo uscire in cassetta (forse se ne vergogna...).
Incide l'album "Svalutation" nel 1976, forse il suo disco più pienamente "politico", i cui testi sono dei moniti contro la crisi economica che in quel momento storico affligge l'Italia e tutto l'Occidente.
Continua la sua fortuna col grande schermo con commediole divertenti in cui dà fondo alla sua innata verve comica: "Bluff - Storia di truffe e di imbroglioni" (1976), "Ecco noi per esempio..." (1977), e "Sing Sing" (1983), tutti di Sergio Corbucci; "Zio Adolfo in arte Führer" (1978), "Mani di velluto" (1979), "Il bisbetico domato" (1980), "Asso" (1981), "Innamorato pazzo" (1981), "Grand Hotel Excelsior" (1982), "Segni particolari: bellissimo" (1983), "Il burbero" (1986), tutti di Castellano e Pipolo; "Qua la mano", episodio "Il prete ballerino" (1980), e "Bingo Bongo" (1982), entrambi di Pasquale Festa Campanile; "Lui è peggio di me" (1985), di Enrico Oldoini.
Discorso a parte meritano le sue regie, soprattutto perché molla la briglia del suo irrefrenabile narcisismo: il surreale "Geppo il folle" (1978), la storia di un superdivo (lui naturalmente...) col pallino per Barbara Streisand, e il megalomane flop "Joan Lui - Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì" (1985), in cui il nostro interpreta i panni di un redivivo messia (nientemeno!).
Sono film talmente brutti e assurdi che possiedono un loro fascino innegabile...
Dopo questo clamoroso insuccesso, tornerà al cinema per un'ultima volta, con lo stanco "Jackpot" (1992), di Mario Orfini, di cui scrive anche la sceneggiatura.
E a questo punto ci sembra giusto fermarci, cari amici dei Mutzhi Mambo, perché sinceramente di quello che ha combinato in seguito ci frega il giusto...
Certo, qualche pezzo decente qua e là, l'ha tirato fuori ma i dischi di cover, i duetti con Mina, i melensi album scritti da Mogol e Gianni Bella, i pallosissimi spettacoli televisivi (per non parlare del recente, famigerato "Adrian"...aaaargh!!!), i monologhi populisti, le comparsate ecc. sono veramente roba fuori dalle nostre corde che preferiamo non commentare...
Anche solo per rispetto ad un immenso artista che forse sarebbe l'ora facesse festa...
Tanti auguri, Maestro!

"Solo me ne sto alla finestra
oggi è un giorno in bianco e nero, pioverà.
Cerco malinconico nel tempo
qualche sogno che ho già fatto fatto, anni fa.
Il gelo ha disegnato sopra i vetri fiori blu
e c'è una nuvoletta che discende di lassù
Si apre in due metà qui di fronte a me...
Quanti belli colori in quella nuvola
e quanta gente allegra
sopra a un leone c'è
un bimbo che invita anche me
a cavalcare tutti gli animali
che san parlare come noi
e ridendo han ragione di pensare
che le bestie siamo noi..."
Adriano Celentano - Il bimbo sul leone

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