Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

E' uscito ed è disponibile nei migliori negozi di dischi e su tutte le piattaforme digitali il nuovo disco: Il male e' dentro il terzo album dei Mutzhi Mambo, band fiorentina fondata nel 1998,...

DAVANTI DIDIETRO

Oggi scelta dolorosa (dolorosissima), cari amici dei Mutzhi Mambo, ma per una volta abbiamo voluto privilegiare non un protagonista bensì un grande attore che si è sempre distinto nelle "retrovie", che con la sua presenza, anche se "defilata", ha caratterizzato grandi personaggi e grandi film.
Oggi infatti è il compleanno dell'immenso ROBERT DUVALL, uno dei migliori “comprimari” della storia del cinema.
Intendiamoci, Robert Duvall e tutto meno che una semplice spalla o un attore di seconda fila: film da protagonista ne ha fatti, e di belli, ma i suoi ruoli più celebri sono defilati, piccole gemme che hanno impreziosito autentici capolavori.
Faccia impassibile ma profondamente umana, seria, quando vuole da duro quando vuole da stronzo, il vecchio leone è riuscito sempre a "bucare" lo schermo, interpretando ruoli a volte minori ma cruciali in alcune delle pellicole che hanno fatto la storia del cinema.

boo radley.560Che parli molto o sia silenzioso non fa alcuna differenza, Duvall imprime sempre la sua presenza nella pellicola e negli occhi dello spettatore, senza alcun tentennamemto.
Un eroe crepuscolare che sembra uscito dalle pagine di una tragedia di Shakespeare o di un romanzo di Chandler, il grande attore californiano è sempre e comunque credibile, sia come mafioso sia come vecchio cowboy, sia che indossi una divisa da poliziotto o i panni di un compassato detective della omicidi, sia che rappresenti un cinico ufficiale dei marines; sa essere arrogante e bonario, saggio e spietato, ma mai demenziale, mai fuori ruolo.
Per questo è cosi perfetto in tutti i suoi ruoli, specie quelli noir o malinconici...
E poi...bastano "Il Padrino" e "Apocalypse Now"?

Robert Selden Duvall nasce a San Diego, il 5 gennaio del 1931, figlio di un ammiraglio e di un'attrice dilettante.
Negli anni cinquanta, si arruola nell'Esercito degli Stati Uniti dal 19 agosto 1953 al 20 agosto 1954 e partecipa alla Guerra di Corea.
Successivamente si diploma in storia e politica.
Nell'inverno del 1955, frequenta corsi d'arte drammatica presso la "Playhouse School of Theatre", di New York e ha come compagni di classe i futuri divi Dustin Hoffman, Gene Hackman (con cui condivide un appartamento) e l'amico James Caan.
Alla fine degli anni cinquanta alterna il teatro alla televisione, partecipando a moltissime serie televisive del momento.
Fa la sua prima apparizione sul piccolo schermo nel 1959, in due episodi della serie "Theater Armstrong Circle".
Nel corso del 1960 appare regolarmente in televisione come guest star, spesso in serie d'azione, drammatiche e poliziesche.
Le serie più famose dove compare sono: "Alfred Hitchcock presenta", "La città in controluce", "Gli intoccabili", "Route 66", "Ai confini della realtà", "The Outher Limits", "Il fuggiasco", "The Lieutenant", "Viaggio in fondo al mare", "Combat!".
Il suo esordio al cinema arriva con "Il buio oltre la sepe" (1962), di Robert Mulligan, dove interpreta il ruolo di un malato di mente e, per calarsi nella parte, se ne sta sei settimane lontano dal sole.
L'anno seguente interpreta un pilota traumatizzato in "Capitan Newman" e nel 1969 gira il suo primo film con Francis Ford Coppola, "Non torno a casa stasera" con James Caan e Shirley Knight.
Il regista Robert Altman lo chiama per interpretare il Maggiore Frank Burns nel satirico "M*A*S*H" (1970), e sempre nello stesso anno viene scelto come protagonista nel cult di fantascenza "L'Uomo che fuggì dal futuro" di George Lucas.
Con gli anni settanta arriva il successo internazionale grazie a film come "Il padrino" (1972) e "Il padrino - Parte II" (1974) di Francis Ford Coppola, dove interpreta il meraviglioso ruolo di Tom Hagen, figlio adottivo e cinico consigliere mafioso di Vito Corleone (Marlon Brando).

Padrino Robert Duvall 05 01L'anno seguente lo vediamo al fianco di James Caan in "Killer Elite" (1975) di Sam Peckinpah, in "Quinto potere" (1976) di Sidney Lumet, "Il grande Santini" (terza nomination all’Oscar) di Lewis John Carlino, e soprattutto in "Apocalypse Now" (1979), di Francis Ford Coppola, dove grazie all’interpretazione del Tenente Colonnello William "Bill" Kilgore ottenne un Golden Globe e la quarta nomination al premio oscar.

Al Pacino e Robert Duvall Padrino 05 01Nei primi anni ottanta si dedica a ruoli più complessi e impegnati, vincendo un premio alla Mostra del cinema di Venezia per la parte del detective Tom Spellacy in "L'assoluzione" (1981) di Ulu Grosbard, a fianco di Robert De Niro.
Sempre nel 1983 debutta alla regia con "Angelo, amore mio", di cui scrive anche la sceneggiatura.
Tornerà dietro la macchina da presa nel 1997 con "L'apostolo", premiato con due Independent Spirit Awards e l'ennesima candidatura all’Oscar.
Nel 1984 vince finalmente un Oscar per il ruolo di Mac Sledge, un cantante country alcolizzato sulla via del declino in "Tender Mercies" di Bruce Beresford.
Dopo il polpettone con Robert Redford "Il migliore" (1984) alla fine degli anni ottanta viene diretto da Dennis Hopper in "Colors - Colori di guerra" (1988), dove interpreta il vecchio sbirro Bob Hodges alle prese con una recluta testa di cazzo (Sean Penn).
Negli anni novanta lo vediamo in molti film variando dagli action alle commedie e un'altra grande prova di attore ce la offre in "Un giorno di ordinaria follia" (1993), dove riprende il personaggio del poliziotto ad un passo dalla pensione antagonista di un pazzo armato, interpretato da Michael Douglas.
Gira poi le commedie "Cronisti d'assalto" (1994), di Ron Howard, e "Qualcosa di cui... sparlare" (1995), di Lasse Hallstrom, il pessimo "La lettera scarlatta" (1995) remake dell'omonimo film di Victor Sjöström, il bel thriller "Conflitto d'interessi" (1998) di Robert Altman e il legal-thriller "A Civil Action" (1998), di Steven Zaillian, con cui ottiene la sesta nomination all'Oscar.
Con il nuovo millennio si cimenta nell'action "Fuori in 60 secondi" (2000) di Dominic Sena, nel fantascientifico "Il sesto giorno" (2001), di Roger Spottiswoode, con Arnold Schwarzenegger, nel melenso "John Q" (2002), di Nick Cassavetes, al fianco di Denzel Washington e James Woods.
Sempre nel 2002 è la volta del mezzo fallimento del thriller "Assassination Tango" che lo vede impegnato nel ruolo da protagonista ma anche come regista, sceneggiatore e produttore.
Negli ultimi anni accetta ruoli minori essendo impegnato nell'ambito della produzione cinematografica, ma non delude nelle interpretazioni di un cowboy in "Broken Trail - Un viaggio pericoloso" (2006) (miniserie tv di Walter Hill, dove vince 2 Emmy Award e nomination al Golden Globe).
Offre buone performance nel western "Terra di confine" (2003) di Kevin Costner, nello scorrettissimo "Thank You for Smoking" (2005), di Jason Reitman, con Aaron Eckhart, nel pokeristico "Le regole del gioco", nel bellissimo crime "I padroni della notte" (2007), di James Gray, con Joaquin Phoenix (se non l'avete visto, fatelo!), nel cupissimo "The Road" (tratto da un romanzo di Cormac McCarthy), di John Hillcoat, con Viggo Mortensen, e nel bel dramma ambientato nel mondo della musica country "Crazy Heart" (2009), di Scott Cooper, con un grande Jeff Bridges.

Crazy Heart Robert Duvall 05 01Torna protagonista nel tristissimo "Get Low" (2010) di Aaron Schneider, con Bill Murray e Sissy Spacek, che gli fa vincere (ex aequo con Murray) il premio al miglior attore al Torino Film Festival.
Sempre nel 2010 il regista Terry Gilliam annuncia che Duvall interpreterà Don Chisciotte della Mancia nel suo prossimo film "The Man Who Killed Don Quixote" affiancato da Ewan McGregor, progetto che purtroppo si è più volte arenato (alla fine sarà Jonathan Pryce ad interpretare il personaggio).
Nel 2011 il nostro è protagonista dello sport-movie indipendente "Seven Days in Utopia", di Matt Russell, mentre l'anno successivo del drammaticissimo "Jayne Mansfield's Car - L'ultimo desiderio", di Billy Bob Thornton, memtre lo si vede pure nel divertente action con Tom Cruise "Jack Reacher - La prova decisiva", di Christopher McQuarrie.
Nel 2014 è co-protagonista insieme a Robert Downey Jr. del buon "The Judge" diretto da David Dobkin, ruolo che gli vale la settima nomination agli Oscar e ai Golden Globe.
Torna dietro la macchina da presa col western moderno “Wild Horses” nel 2015, uscito direttamente per il mercato home video.
Ultimamente lo si è visto nell'interessante adattamento de "La battaglia" di John Steinbeck, uscito in Italia col titolo "In Dubious Battle - Il coraggio degli ultimi" (2016), diretto e interpretato da James Franco, e nel bel heist-movie al femminile "Widows - Eredità criminale" (2018), di Steve McQueen.
Insomma, come si può intuire da questo popò di curriculum, Duvall ha pienamente dimostrato che, a volte, ci vogliono più palle per essere i secondi che per essere i primi…
Tanti auguri, Robert!

"Mi piace l'odore di Napalm al mattino."
Tenente Colonnello William "Bill" Kilgore/Robert Duvall - Apocalypse Now

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