Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

E' uscito ed è disponibile nei migliori negozi di dischi e su tutte le piattaforme digitali il nuovo disco: Il male e' dentro il terzo album dei Mutzhi Mambo, band fiorentina fondata nel 1998,...

Niente Pulp per oggi, cari amici dei Mutzhi Mambo.
Sul serio, niente roba marcia, bizzarra, violenta; niente personaggi assurdi, alienati, pazzi o drogati, niente storie disperate, sordide, ciniche o drammatiche, ma solo la poesia di una voce e di una musica senza tempo.
E, pensate un po’, addirittura una bella favola a lieto fine…
Mentre aspettiamo la Befana, abbiamo deciso infatti di farvi un grande regalo, presentandovi l’eterna ELIZABETH COTTEN, una delle più grandi leggende del folk americano.

60667560Una musica datata, eppure senza tempo, la sua, capace di risvegliare nell’ascoltatore sensazioni ataviche, infantili, primordiali.
La musica delle roots, delle radici, e non solo americane: le radici profonde di ognuno di noi...
La sua voce, fragile, stonata, sbilenca, sembrerebbe a primo acchito quella di una vecchia alcolizzata a fine serata ma piano piano ti entra sotto la pelle e ti scalda il cuore, ti rassicura, ti tranquillizza, come quella di una ninna nanna fatta dalla nonna. 
Anzi dalla nonna delle nonne, dalla quintessenza delle nonne, dalla “nonna” per eccellenza…
La voce della Befana, appunto!
Oltretutto aveva un modo assolutamente unico, originale di suonare: Elizabeth Cotten fu una delle prime e pochissime chitarriste donne ad ottenere il rispetto dovuto a dei veri maestri.
Autrice di brani ormai storici che hanno influenzato a vario titolo una miriade di strimpellatori della sei corde più o meno famosi, è sicuramente stata, insieme a John Hurt e Gary Davis, una delle ispirazioni maggiori per molti chitarristi bianchi che negli anni '50 e '60, hanno iniziato a riascoltare i vecchi suonatori in stile fingerpicking neri e bianchi, cercando di riscoprire le varie matrici tradizionali, portando poi avanti questa lezione in vario modo.
Chi riproponendo le forme tradizionali con passione filologica, chi evolvendo da quella stessa tradizione un approccio contemporaneo all’american-music, come John Fahey, Leo Kottke, Peter Lang ed altri.
La musica della Cotten, pur essendo apparentemente semplice (“Freight Train”, il suo brano più famoso, viene comunemente indicato come pezzo adatto per i principianti del fingerpicking), è in realtà una geniale sintesi di vari stili musicali che hanno prodotto il suo unico approccio alla musica, uno degli stili chitarristici americani più originali.
La Cotten è una delle prove inconfutabili (semmai ve ne fosse bisogno) di come le incongruenze tecniche e l’ignoranza della musica formale, e un modo empirico di approcciare gli strumenti non siano in realtà un limite, anzi, siano stati uno dei tratti principali ed emblematici di molti grandi musicisti tradizionali.
La nostra dichiarerà che, pur avendo da piccola assorbito una miriade di influenze musicali, rimpiangeva di non aver avuto nessuno che gli insegnava a suonare “sul serio”, le nozioni di base e roba del genere; ma è probabile che non avrebbe suonato la stessa musica.

7071478529 818aef9a31 zRiuscì a stupire chiunque per il suo modo di suonare, scomodo e privo di senso eppure funzionale e per lei efficace: teneva la chitarra al contrario come un mancino, ma senza invertire l'ordine delle corde.
Contro qualsiasi regola ed oltre qualsiasi logica (come si fa a suonare la chitarra così?...), si ritrovava ad avere le corde basse in basso e quelle acute in alto, cambiando radicalmente di conseguenza l'uso della mano sinistra che pizzicava le corde.
Questo modo unico di maneggiare la sei corde è quello che è stato poi definito “two-fingerpicking” o “Cotten-picking”.
Il repertorio della Cotten rimane in bilico tra elementi musicali della cultura nera e di quella bianca: ci sono ricordi del “parlor-style” della fine dell'800, elementi di blues rurale, tematiche e brani tipici del country vecchio stile, stralci ragtime e inni religiosi di varia provenienza: praticamente un Bignami della musica americana popolare.

Elizabeth Nevils (così all’anagrafe), detta “Libba”, nasce a Chapel Hill, nel North Carolina, il 5 gennaio del 1893, la più giovane di cinque figli.
Impara a suonare il banjo e la chitarra in tenera età; anche se le è vietato, spesso prende in prestito gli strumenti di suo fratello quando è fuori casa, invertendo il banjo e la chitarra per renderli più facili da suonare con la mano sinistra.
Alla fine riesce a metter via i 3,75 dollari (equivalenti a circa un centinaio di adesso) necessari per acquistare una chitarra in uno spaccio locale. 
Inizia immediatamente a sviluppare uno stile unico di chitarra caratterizzato da semplici figure suonate stringendo le corde con la mano destra e pizzicandole con la sinistra, il contrario del metodo usuale, ma non invertendole per suonare da mancina, creando così un sound inimitabile, che verrà poi chiamato “Cotten-picking”. 
Scrive (per modo di dire…) anche i suoi primi pezzi originali. 
A 13 anni inizia a lavorare come governante insieme alla madre.
Sposa Frank Cotten quando ha solo 15 (o forse 17) anni (per l’epoca, non è neanche troppo presto…) ed ha una figlia, Lillie. 
Da brava donna sposata e timorata di Dio, trascorre molto più tempo frequentando la chiesa, dove le viene caldamente consigliato di lasciar perdere quella musicaccia demoniaca, se non vuole finire arrostita all’inferno. 
Solo molti anni dopo la Cotten, in gran parte per un fortuito incontro casuale, sarà in grado di sfruttare il suo immenso talento in una carriera musicale da professionista.
Mentre lavora in un grande magazzino a Washington, Libba trova la piccola Peggy Seeger che si era perduta tra gli scaffali e la riporta a sua madre, Ruth Crawford Seeger. 

elizabeth cotten by diana daviesRiconoscente, la signora Seeger, un mese dopo si ricorda di Elizabeth e la chiama offrendole il posto di governante in casa sua.
Per puro culo, la Cotten si ritrova ad essere assunta non da una “normale” famiglia agiata di bianchi, ma in Casa Seeger: Ruth Seeger è una nota compositrice e insegnante di musica mentre suo marito, Charles, è un importante pioniere nel campo dell'etnomusicologia. 
Passarono alcuni anni prima che la figlia Peggy beccasse la Cotten mentre suonava di nascosto la chitarra che era in casa.
Libba, imbarazzata, si scusa per aver suonato lo strumento senza chiedere il permesso, ma la giovane rimane estasiata da ciò che aveva sentito.
Alla fine i Seeger scoprono che la loro donna si servizio è in realtà una eccezionale virtuosa della sei corde e che possiede un ricchissimo repertorio.
Grazie in gran parte alle prime registrazioni del suo lavoro effettuate dal figlio Mike Seeger (anche lui musicista folk), la Cotten si ritrova ben presto a dare piccoli concerti nelle case di membri del Congresso e senatori, tra cui quella di John F. Kennedy.
Nel 1957, alla bella età di sessantadue anni, Libba registra il suo album di devutto, “Elizabeth Cotten: Negro Folk Songs and Tunes”.
Meticolosamente registrato da Mike Seeger, questo è uno dei pochi autentici album di musica folk disponibili all'inizio degli anni '60, e sicuramente uno dei più influenti. 
Oltre all'ormai ben nota "Freight Train", scritta dalla Cotten quando aveva solo undici o dodici anni, l'album fornisce diversi esempi accessibili di roots americane, suonando vari stili di chitarra e banjo. 
Mentre la sua musica diventa un elemento fondamentale del revival folk degli anni '60, Elizabeth inizia a fare tournée in tutto il Nord America.
Tra le sue esibizioni di spicco ci sono il Newport Folk Festival, il Philadelphia Folk Festival, l'University of Chicago Folk Festival e lo Smithsonian Festival.
La sua carriera e la sua vicenda così singolare, suscita molta attenzione da parte dei media e vince numerosi premi, tra cui il “Burl Ives” del National Folk 1972 per il suo contributo alla musica folk americana. 
La città di Syracuse, New York, dove trascorre gli ultimi anni della sua vita, la onorerà nel 1983 intitolandole un piccolo parco: l' “Elizabeth Cotten Grove”.

FAF1969 0190 horizontal e1473954740943Momento altrettanto importante è la sua inclusione nel libro “I Dream a World: Ritratti di donne di colore che hanno cambiato l'America”, di Brian Lanker, in compagnia di Rosa Parks, Marian Anderson e Oprah Winfrey.
I successivi dischi di Libba, “Shake Sugaree” (1967), “When I'm Gone” (1979) e “Elizabeth Cotten Live” (1985), continuano a ottenere il plauso della critica, coronato da un Grammy per la migliore registrazione etnica o tradizionale nel 1985.
Elizabeth Cotten continuerà a fare tour ed esibirsi fino agli ultimi giorni della sua lunga vita, senza perdere un briciolo di fascino. 
Pur con una voce sempre più stanca e la progressiva difficoltà delle mani nello schiacciare le corde, il suo stile si manterrà fino alla fine incredibilmente lucido, ancora tecnicamente preciso e ricco di quella miriade di variazioni e di abbellimenti occasionali che caratterizzano un buon fingerpicker.
Il suo ultimo concerto è quello che la leggenda della musica popolare Odetta organizza per lei a New York City nella primavera del 1987, poco prima della sua morte, avvenuta il 29 giugno, alla ragguardevole età di 94 anni.
La sua eccezionale eredità artistica non continua a vivere solo nelle sue registrazioni, ma anche grazie ai molti artisti che continueranno a suonare i suoi pezzi: i Grateful Dead faranno diverse interpretazioni di "Oh, Babe", Bob Dylan coverizzerà "Shake Sugaree", mentre "Freight Train" sarà interpretata, tra gli altri, da Mike Seeger , Taj Mahal e Peter, Paul and Mary. 
Ma soprattutto il suo lascito risiede nelle decine di migliaia di chitarristi che amano le sue canzoni, riproponendole nel loro repertorio, in ogni parte del mondo.
Non c’è dubbio, la musica di Libba è eterna…
Onore a Elizabeth Cotten!

“Freight train, freight train, run so fast
Freight train, freight train, run so fast
Please don't tell what train I'm on
They won't know what route I'm going
When I'm dead and in my grave
No more good times here I crave
Place the stones at my head and feet
And tell them all I've gone to sleep
When I die, oh bury me deep
Down at the end of old Chestnut Street
So I can hear old Number Nine
As she comes rolling by…”
Elizabeth Cotten – Freight Train

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