L'ORRIDA EREDITÀ
È difficile raccogliere l'eredità di un mostro sacro, cari amici dei Mutzhi Mambo, specie se il mostro sacro in questione si chiama H.P. Lovecraft.
Bisogna essere dei grandi scrittori, cosa che la maggior parte degli scribacchini che hanno provato a seguire le orme del Solitario di Providence non è, mentre RAMSEY CAMPBELL è veramente un magnifico autore del terrore, uno dei più grandi narratori viventi, capace sia di ricreare e aggiornare le atmosfere arcane e inquietanti dei Miti di Chtulhu nella sua nebbiosa Inghilterra sia di indagare nell'orrore che si nasconde dentro di noi.
Certamente gran parte della potenza del suo lavoro deriva esclusivamente dal suo eccezionale stile di prosa, uno dei più fluidi, densi e suggestivi di tutta la letteratura moderna.
Il suo occhio per i dettagli anche degli oggetti più banali, e la sua capacità di esprimerli in modo netto e quasi poeticamente, dà al suo lavoro una chiarezza e insieme una visionarietà onirica che è difficile da descrivere, ma facile da percepire quando si leggono le sue storie.
Il suo modo di narrare, attento, a volte anche ossessionato dalle sensazioni fugaci dei processi psicologici, le ambientazioni suggestive e crude che gli permettono di osservare le più spinose questioni sociali contemporanee, culturali e politiche, la sua capacità di immedesimarsi nei suoi personaggi, la sua fantasia morbosa hanno fatto di Campbell un faro per tutti gli scrittori che si vogliono avvicinare all' horror.
John Ramsey Campbell nasce a Liverpool, il 4 gennaio del 1946 e viene educato nel severo college St. Edward dai Christian Brothers.
L'infanzia e l'adolescenza di Ramsey sono caratterizzate dal rapporto tremendo tra i suoi genitori, che si separano poco dopo la sua nascita.
Dal momento che, come cattolici osservanti, non possono divorziare, arrivano ad un accordo imbarazzante: il padre vive al piano di sopra nella loro casa a Wavertree mentre Ramsey e sua madre stanno al piano di sotto.
Il padre diventa presto una presenza indistinta più spesso sentita parlare che vista.
Afferma lo scrittore: "Non ho visto la sua faccia per quasi venti anni, fino a quando stava per morire."
Anni dopo, lo stato della madre degenera nella malattia mentale diventando paranoica e schizofrenica, e rende la vita del giovane figlio un inferno.
Scrive moltissimo ma la maggior parte dei lavori della mamma rimane inedito a parte una manciata di racconti pubblicati su riviste.
Comunque ha l’indubbio merito di incoraggiare anche il figlio a scrivere e pubblicare fin dalla più tenera età.
Ramsey ha infatti un intelletto precoce, sa leggere a due anni e inizia a scrivere per diletto a sette, attratto fin da bambino da tutto ciò che fosse strano o bizzarro.
Un frammento di thriller fantascentifico scritto a quell'età, "Black Fingers from Space" è incluso nell'introduzione a "The Height of the Scream".
Cresciuto nel paesaggio di Liverpool distrutta nel dopoguerra, Ramsey divora avidamente i lavori di Lovecraft, Bierce, Kafka e si fa grosse scorpacciate di film noir.
Il suo insegnante di inglese, Brother Kelly, impressionato dal talento del suo studente, usa fargli leggere le sue storie alla classe.
I primi racconti veri e propri, Campbell li scrive quando ha 11 anni (1957-1958), influenzato da una rivista pubblicata in Lancashire, chiamata "Phantom".
Comprendono una collezione di sedici racconti auto-illustrati e un poema da lui intitolati "Ghostly Tales".
Vuole sottoporli a Phantom per la pubblicazione ma sua madre, che considera il successo letterario del figlio come una possibile scappatoia per sfuggire dal suo disastroso matrimonio, lo convince ad aspettare fino a quando avesse avuto un intero libro da mostrare agli editori.
Campbell presenta il manoscritto di "Ghostly Tales" a numerosi editori tra cui Tom Boardman che lo respinge perche non pubblica questo genere di storie di fantasmi, ma nella sua lettera di rifiuto incoraggia comunque Ramsey a proseguire questa carriera.
Questa raccolta di opere giovanili appare poi trent'anni dopo, come numero speciale della rivista “Crypt of Cthulhu”.
In questa acerba produzione un po' ingenua spicca però una storia "The Hollow in the Woods", che contiene già tutti i segnali dello stile dello scrittore maturo.
Il suo primo incontro con un racconto di Lovecraft lo aveva avuto all'età di otto anni (1954), con la storia "The Colour Out of Space" e, da adolescente si appassiona alle storie di orrore di Arthur Machen e di alcuni gialli di John Dickson Carr, che lo spingono a scrivere un incompiuto romanzo di 100 pagine, intitolato "Murder By Moonlight", in perfetto Carr-style.
Lasciando la scuola a sedici anni, Campbell va a lavorare per l'Agenzia delle Entrate come ufficiale di imposta (1962-1966).
In quegli anni l'influenza del Solitario di Providence è fortissima tanto che scrive diversi racconti incentrati sui Miti di Cthulhu tra il 1961 e il 1963 e riesce a venderne alcuni agli editori August Derleth e Robert AW Lowndes.
La prima raccolta di Campbell, "The Inhabitant of the Lake and Less Welcome Tenants" (1964), pubblicata quando ha diciotto anni, raccoglie i suoi racconti lovecraftiani del primo periodo.
Su suggerimento di August Derleth, riscrive molti dei suoi primi racconti, che aveva originariamente ambientato nelle canoniche Arkham, Dunwich e Innsmouth, nel Massachusetts, e li trasla in Inghilterra, nella città immaginaria di Brichester, vicino al fiume Severn, in Gloucestershire, adattando al proprio ambiente gli orrori senza nome del Maestro.
Brichester è profondamente influenzata infatti dalla natia Liverpool e gran parte del suo lavoro successivo lo ambienterà proprio in location reali di questa città e dell'area del Merseyside.
La storia che da il titolo alla raccolta introduce l'invenzione di Campbell di un libro occulto simile al Necronomicon, "The Revelations of Glaak".
L'innovativa storia "Cold Print" (1969) segna la fine del suo “apprendistato” letterario, perché finalmente riesce a cogliere l'essenza di Lovecraft, tirandola fuori dai boschi del New England e trasportandola in un contesto urbano moderno, cosa che diventerà il suo marchio di fabbrica.
Successivamente, per un breve periodo, sconfessa pure il suo maestro, mentre lavora su racconti radicalmente sperimentali (1964-1968) che confluiranno poi nella raccolta "Demons by Daylight".
Con gli anni, avendo scoperto scrittori come Vladimir Nabokov, Robert Aickman, William Burroughs e Henry Miller, si interessa a espandere le possibilità stilistiche del suo lavoro.
Finisce la raccolta "Demons by Daylight" nel 1968 (ma non avrebbe visto la luce fino al 1973).
Nel frattempo, fra il 1969 e il 1973, continua a scrivere racconti in cui, a poco a poco, sviluppa il suo stile personale e i temi a lui più legati e lascia l'opera di Lovecraft sempre più sullo sfondo.
Ma poi, viste le polemiche che lo vogliono semplice epigono, si trova costretto a riconoscere l'influenza delle opere del Solitario in tutta la sua carriera e i suoi successivi racconti pubblicati nei "Miti di Cthulhu" (1993), si confermano come espliciti omaggi a Lovecraft.
Per sbancare il lunario, Campbell in quel periodo lavora nelle biblioteche pubbliche di Liverpool fino al 1973.
Al di fuori dell’orrore, scrive una serie di racconti sci-fi con protagonista Ryre the Swordsman, che combatte i nemici in un mondo alieno chiamato Tond.
Inizialmente pubblicate in varie antologie, queste storie vengono infine raccolti nella collezione "Far Away & Never" (1996).
Nel 1976 "completa" tre delle storie incompiute del Solomon Kane di Robert E. Howard, "Hawk of Basti, "The Castle of the Devil" e "The Children of Asshur", e nello stesso anno la Arkham House pubblica la sua seconda raccolta rilegata di storie dell’orrore, "The Height of the Scream": finalmente Ramsey sta cominciando a essere visto come uno dei maggiori scrittori moderni di libri “de paura”.
Il 1976 vede anche la pubblicazione del suo primo romanzo, "La bambola che divorò sua madre", che attira immediatamente consensi da figure come Fritz Leiber e T.E.D. Klein.
In questo e in "La faccia che deve morire" (1979), una storia di un serial-killer svolta in soggettiva, inizialmente rifiutata dagli editori perché troppo cupa, Campbell inizia ad esplorare a fondo l'enigma del male, toccando i temi psicologici del possesso, della follia e dell’alienazione che caratterizzeranno molti dei suoi romanzi successivi.
Campbell romanza poi e introduce una serie di adattamenti letterari di classici film horror della Universal.
Solo tre dei romanzi vengono effettivamente scritti da lui, "La sposa di Frankenstein", "La figlia di Dracula" e "The Wolfman", anche se contribuisce all' introduzioni a tutti i sei volumi usciti.
Durante gli anni '80 diventa ancora più prolifico, pubblicando otto romanzi (di cui sei vincono importanti premi) e tre raccolte di racconti.
Dopo essersi finalmente affrancato dalla pesante ombra Lovecraftiana ora i suoi modelli sono "The Chicago and San Francisco tales" di Fritz Leiber, perché vuole raggiungere quel senso di terrore soprannaturale annidato nel paesaggio urbano di tutti i giorni piuttosto che da invasioni arcane; e perché ama lo stile accurato e "tradizionale" ma comunque contemporaneo di Leiber.
I romanzi horror soprannaturali scritti in questo periodo sono "Incarnate" (1983), scritto durante l' "anno terribile" dell'ultimo crollo mentale della madre, in cui i confini tra sogno e realtà diventano a poco a poco indistinti, "Midnight Sun" (1990), in cui un'entità aliena cerca un ingresso in questo mondo attraverso la mente di uno scrittore per bambini.
In questi anni è pure lo "scopritore" di Clive Barker, che aiuta a pubblicare e per cui scrive l'introduzione al primo "Books of Blood".
Anche gli anni '90 vedono ancora una volta Campbell pubblicare otto romanzi, anche se nella seconda metà di questo decennio si allontana dall' horror tradizionale per esplorare il crimine e l'alienazione sociale con romanzi come "The Last Voice They Hear" (1998).
Un serial killer simpatico appare nella commedia nera "The Count of Eleven" (1991), che mostra la bravura di Ramsey per i giochi di parole, che non smette di essere divertente anche nei momenti più truci.
Altri romanzi non soprannaturali, come "The One Safe Place" (1995), utilizzano il thriller con grande carica emotiva per esaminare i problemi sociali, come la privazione e l'abuso sui bambini.
Anche quattro dei romanzi di questo decennio hanno vinto premi importanti.
A partire dal 2000 continua la pubblicazione in media di un romanzo di un anno, oltre a racconti autonomi.
Dopo aver trascorso un certo numero di mesi di lavoro a tempo pieno in un negozio di libri scrive "The Overnight (2004), sul personale di un bookshop intrappolato nel loro infernale posto di lavoro.
Notevole anche "Needing Ghosts", un lavoro da incubo che unisce l'orrore e il comico.
Campbell contribuisce anche numerosi articoli sul cinema horror per "The Penguin Encyclopedia of Horror and Supernatural" (1986) passa in rassegna i film e DVD per una rubrica settimanale per la BBC Radio fino al 2007.
Tiene una rubrica cinematografica mensile, "Ramblings of Ramsey", per la rivista Video Watchdog.
I suoi lavori recenti includono un ulteriore raccolta di racconti, che raccoglie il suo lavoro dagli anni 2000, i romanzi "L'ultima rivelazione di Gla'aki" (2013) e "The Pretence" (2013), e più recentemente il racconto "Reading the Signs", incluso nell'antologia "The New Gothic".
Nel 2018 esce la sua ultima fatica "Thirteen Days By Sunset Beach", su una vacanza in Grecia che lentamente si trasforma in un incubo.
Chiaramente i libri di Campbell li consigliamo a tutti!
Pochi autori infatri sono così efficaci ed evocativi nel comunicare il disagio, il mistero e l’inquietudine con una prosa così lineare.
Un consiglio, però: anche se sa essere molto ironico, non leggetelo quando vi girano i coglioni!
Però leggetelo…
Tanti auguri, Ramsey!
"La narrativa Horror è la branca della letteratura che più si interessa a quello che avviene quando ci si spinge troppo lontano. E' l'ultima forma escapista della fantasia. Ci mostra Luoghi da cui normalmente distoglieremmo lo sguardo o ci ricorda intuizioni che preferiremmo non ammettere di aver avuto. Ci rende intimi con le persone con cui vorremmo attraversare la strada da evitare. Essa ci mostra il mostruoso e forse ci rivela che stiamo solo guardando in uno specchio. Ci dice che abbiamo diritto di avere paura, o che non ne abbiamo abbastanza di paura. Inoltre abbraccia frequentemente, o almeno è contiguo con la storia di fantasmi. Fiorisce qua e là nei campi della fantascienza e noir , e non di rado si dondola nel mainstream, qualunque cosa esso sia. Nonostante il suo nome, è spesso più preoccupata per la produzione di soggezione e terrore nel suo pubblico, ma non è insolito che una storia dell'orrore possa comprendere una gamma emotiva più ampia."
Ramsey Campbell