PER UN ANNO MAMBO
Buon 2020 a tutti, belli e brutti!
Per inaugurare il nuovo anno in allegria (una volta tanto…), non potevamo non omaggiare XAVIER CUGAT, il “papà” del mambo, colui che ha reso questo ritmo cubano lascivo e trascinante celebre in tutto il mondo, colui che è responsabile di una bella percentuale degli amorazzi sbocciati nelle piste da ballo fra il 1930 e il 1960!
Perché il mambo è peccato, è passione, è sensualità, è sesso sublimato!
Lo sapete, cari amici dei Mutzhi Mambo, che noi non siamo certo amanti dei ritmi latini ma il mambo lo abbiamo nel cuore.
Tanto che, non a caso, ci chiamiamo Mutzhi…Mambo!
E Xavier Cugat è stato il profeta del mambo, il “re” della rumba, uno dei pionieri della musica dance latinoamericana.
Famoso per il suo onnipresente sorriso e l’immancabile chiuaua in braccio, durante i suoi otto decenni di carriera, Cugat ha contribuito a diffondere anche il tango, il cha-cha , la cucaracha e il tico tico.
Tanto, per gli ammerigani, “latinos” era un termine onnicomprensivo di cui faceva parte qualsiasi prodotto proveniente da Spagna, Italia, Sud America, Messico, Caraibi…non andavano tanto per il sottile e Xavier l’aveva compreso benissimo!
E l’aveva sfruttato a suo vantaggio...
Pur avendo composto pochissimi pezzi, in compenso ne ha resi leggendari a vagonate grazie alle sue lussuosissime orchestre.
Le orchestrazioni di Cugat sono magnifiche appropriazioni, scippi con destrezza.
Rifrullano i brani altrui fino a dargli nuova vita, spesso l'unica di cui resti memoria...
Per esempio: chi si ricorda più del povero messicano Alberto Dominguez, che scrisse “Perfidia” nel 1939?
Nella sua lunga carriera Cugat ha venduto qualcosa come 48 milioni di dischi, ma è morto quasi in bancarotta: «Ho regalato una casa a ognuna delle mie mogli» raccontava.
La più famosa delle quali era quel gran pezzo di gnocca di Abbe Lane, vera bomba sexy ed emblema del fascino latino (che però era un'ebrea di Brooklyn…).
Fu anche l’unica in grado di fare ombra al suo pigmalione, tanto da farsi notare anche nell'Italia delle maggiorate girando film per l'epoca piccanti come “Totò, Vittorio e la dottoressa” e “Totò, Eva e il pennello proibito”. In pratica gli antenati della commedia sexy all’italiana.
Noto cazzaro, Cugat sosteneva essere approdato in America su incoraggiamento di Enrico Caruso; diceva di aver ispirato a Charlie Chaplin la colonna sonora di “Luci della città”; di aver scoperto Frank Sinatra facendogli incidere il primo disco con la canzone “My Shawl”; di aver consigliato a un' avvenente ragazzina mezza spagnola di cambiarsi il nome da Margarita Cansino in Rita Hayworth, di aver fondato il primo Casinò di Las Vegas…
Di sicuro intratteneva rapporti ambigui con personalità controverse: Al Capone, Howard Hughes, Randolph Hearst, il nostro era sempre pronto a suonare alle loro feste “private” e a fornire per le serate procaci “ballerine” pronte ad “animare” l’ “after show”.
Sempre elegantissimo, dirigeva l'orchestra usando l' archetto del violino come bacchetta; però al momento giusto si faceva da parte affinché l'attenzione fosse interamente catturata dalle sue partner.
Pupe con certe curve che non sarebbero comunque passate inosservate!
Ah, già, il nostro, avanzatempo, era pure un grandissimo disegnatore...
Francisco de Asis Javier Cugat Mingall de Cru y Deulofeo (cosi all’anagrafe) nasce a Girona, in Spagna il 1 gennaio del 1900.
Emigra con la sua famiglia a Cuba nel 1905.
Formatosi come violinista classico, suona con l'Orchestra del Teatro Nacional a L'Avana già all'età di 12 anni.
Trasferitosi negli Stati Uniti, verso il 1918, trova rapidamente lavoro accompagnando un cantante d'opera.
Al culmine della mania del tango, Cugat si unisce a una popolare dance band, i Gigolos (nome profetico…) ma il suo coinvolgimento con il gruppo, tuttavia, è breve.
Mentre la popolarità del tango svanisce, inizia a lavorare come fumettista per il Los Angeles Times, durante il giorno e continua a suonare notte.
Una bizzarra inversione della situazione tipica in cui un artista lavora di giorno e disegna nel tempo libero...
Ma nonostante tutto il suo futuro successo coi concerti, dischi, radio, film e TV, Cugat non smetterà mai di disegnare, illustrando copertine per molti dei suoi album, pubblicando raccolte delle sue caricature di star e persino pitturando un sipario per i cinesi del Teatro Grauman.
Le sue caricature, che ricordano quelle di Al Hirschfeld, sono sempre bonarie e rassicuranti ma straordinariamente stilizzate: il nostro ha davvero una capacità unica nel rendere un'immagine con pochissimi e sintetici segni e il suo talento col pennello non ha nulla da invidiare a quello di musicista.
Comunque, Xavier torna in pianta stabile alla musica nel 1920, formando il proprio gruppo, The Latin American Band.
Sebbene suonino regolarmente al Coconut Grove di Los Angeles e forniscano le colonne sonore per diversi cortometraggi musicali, il gruppo ha il suo più grande successo dopo essersi trasferito a New York, divenendo il gruppo musicale stabile del Waldorf Astoria Hotel.
Nonostante svenga criticato per il suo approccio commerciale, Cugat rimane fedele alla musica popolare, con una costanza a suo modo ammirevole.
Cugat e la sua orchestra rimangono all'hotel per 16 anni.
Le belle top sono costantemente presenti nella band di Cugat (con molte di esse avrà delle relazioni” e sono fra gli ingredienti del suo successo.
Le sue registrazioni degli anni '50 sono cantate da Abbe Lane e coincidono col periodo di massima popolarità della sua orchestra.
A metà degli anni '60, Cugat presenta la sua quarta moglie, la maggioratissima Charo, che pubblicherà poi in seguito come interprete "folk" spagnola.
I maggiori successi del nostro Xavier includono "El Manicero" negli anni '30, "Perfidia" nel 1940 e la registrazione originale di "Babalu" nel 1944.
I membri della sua band comprendono, a parte le famose ballerine, veri pezzi da novanta come Desi Arnaz, Miguelito Valdés, Tito Rodriguez, Luis del Campo e Yma Sumac.
Cugat usa l’esposizione datagli dal successo nella musica (e nel gossip) come trampolino di lancio per una carriera cinematografica con ben 25 pellicole all’attivo, sempre nel ruolo di se stesso: certo non capolavori ma il suo curriculum includeva apparizioni in film come “Gay Madrid” (1930), “You Were Never Lovelier” (1942), “Bathing Beauty” (1945), “Weekend at the Waldorf” (1945), “Holiday in Mexico” (1946), “On a Island With You” (1948), “A Date With Judy” (1948), “Chicago Syndicate” (1955) e “Desire Diabolique” (1959).
Al suo ritiro nel 1970, Cugat ritorna nella sua Spagna, dove vive nel lusso più sfrenato (spesso anche sopra i suoi mezzi…).
Muore a Barcellona il 27 ottobre 1990.
La sua band, inizialmente guidata da Tito Puente dopo il suo ritiro, continua ad esibirsi tuttora, sotto la direzione della ballerina, musicista e cantante Ada Cavallo.
Negli anni '90 i suoi ritmi, snobbati dalla critica "seria" per almeno un trentennio, conoscono una vera e propria riesumazione grazie ai fighetti della “Generazione cocktail” e i revival della lounge music.
Roba che a noi sta un po' sulle palle...
Cugat invece ci sta troppo simpatico, a prescindere da tutto!
W la topa e onore a Xavier Cugat!
…e di nuovo tanti, tanti auguri per un 2020 pieno zeppo di Pulp (nel senso buono…)!
“Meglio suonare “Chiquita Banana” e avere una villa con piscina che eseguire Bach e crepare di fame”
Xavier Cugat