Premessa: ci sono chitarristi bravi e chitarristi virtuosi.
E a noi i chitarristi virtuosi di stampo "guarda come so' bravo e veloce" tipo Metal, Fusion o AOR ci fanno cacare.
Ma cacare proprio!
Gli andrebbero tarpate le mani, o almeno mozzate le dita, cari amici dei Mutzhi Mambo!
Tutta quella tecnica inutile per dimostrare di essere bravi ci sembra una inutile sborata, tipo il biblico Onan....seghe, appunto, solo seghe...e noia, solo noia.
La bravura non è questione di tecnica ma di gusto e di “viscere”; non di cervello né tantomeno di “cuore”, nel senso sentimentale/sdolcinato del termine...
Ma i chitarristi, quelli buoni sul serio, quelli bravi sul serio, ci piacciono, eccome se ci piacciono!
E ROBERT QUINE è stato uno di questi, anzi uno dei più grandi di questi!
Non certo quello che si defirebbe una “bestia da palcoscenico” (anzi, diciamolo, aveva propio l’aria da nerd), Robert Quine era un chitarrista bravissimo, innovativo, eclettico, modesto, dotato di una tecnica bizzarra, unica ma sempre al servizio del pezzo e non dell'ego; ha dato valore a dischi magnifici, magari non per tutti i gusti ma vera storia della musica.
Ha lavorato con i Voidoids, Lydia Lunch, Lou Reed, Tom Waits, Brian Eno, Andrè Williams…per dire!
Altro che i loffi e tamarri allievi di Blackmore e Satriani!
Robert Quine nasce a Akron, in Ohio, il 30 dicembre del 1942.
Dopo il diploma all' Earlham College, nel 1965 consegue una laurea in legge alla Washington University di St. Louis, ma non praticherà mai come avvocato.
Disgustato dal mestiere forense, si iscrive alla Berklee School of Music nel semestre 1967-1968, per seguire la sua vera vocazione.
Nel 1969, Quine fa una serie di registrazioni pirata su cassetta degli spettacoli live dei Velvet Underground (che hanno visto la luce solo nel 2001 col titolo "Bootleg Series Volume 1: The Quine Tapes"), gruppo che lo folgora sulla Via di Damasco.
Anche se veramente lo-fi nella qualità del suono, il materiale ripreso dal nostro è un documento importante di quanto sia stato seminale e importante il gruppo di Reed e soci all'epoca e di quanto Quine sarà in grado di raccoglierne l'eredità concettuale.
Nelle note di copertina, il nostro Robert scrive: "Ho avuto un sacco di piacere e ispirazione da queste performance. Come chitarrista, erano un elemento importante nel plasmare quale direzione musicale che ho voluto prendere".
Quine lavora poi in un negozio di gadget cinematografici a New York City dove, come colleghi, ha Richard Hell e Tom Verlaine.
Più tardi, Hell lo invita a unirsi alla sua nuova band, The Voidoids e il nostro accetta subito.
I due album dei Voidoids svetteranno su tutto il materiale contemporaneo proprio per il lavoro di chitarra distintivo di Quine, ma ne parliamo nel post dedicato a Richard Hell ed è inutile ripetersi.
il lavoro di Robert coi Voidoids e talmmente fondamentale che per il grande chitarrista Marc Ribot (che in seguito lavorerà proprio con Robert al servizio di Tom Waits), Quine "è sicuramente l'inventore della chitarra solista in ambito punk rock"!
Si può essere d'accordo o meno con questo giudizio, certo è che prima di Quine, nessuno aveva mai suonato come Quine...
Dopo lo split-off dei Voidoids, Quine collabora con Lydia Lunch, Jody Harris e i Materials.
Da settembre 1979 al luglio 1980, Quine e Harris registrano varie improvvisazioni di chitarra con una drum machine; nel 1981, alcuni di questi esperimenti di pura no-wave vengono pubblicati come album a titolo "Harris/Quine - Escape".
Con il compagno di band nei Materials, Fred Maher, Quine realizzerà poi il suo unico altro album solista, "Basic", uscito nel 1984, un po' più plasticone (ma forse più digeribile) del precedente.
Nei primi anni ‘80, Lou Reed vuole Quine al suo fianco, coronando il sogno del suo vecchio fan.
Ma a volte i miti musicali non si rivelano altrettanto mitici nella realtà…
Il chitarrista di Akron appare sull'album "The Blue Mask" (1982), acclamato come uno dei migliori album solisti dell'ex leader dei Velvet, contraddistinto proprio dall'originale e prezioso intreccio fra le due chitarre.
Purtroppo, si sa, Lou non è proprio-proprio un tipo modesto e la sola idea di poter essere messo in ombra dal suo valente chitarrista è troppo da sopportare.
Nell'album del 1983 "Legendary Hearts", il lavoro di Quine si sente appena, tanto è sommerso dal missaggio.
Alla fine Quine lascia il gruppo a causa di queste tensioni con Reed che però lo convince di riunirsi a lui per un tour mondiale, documentato dal video "A Night with Lou Reed" (1983) e dall' album "Live in Italy" (1984).
A Quine non piace per niente andare in tour, e ormai è disilluso dal suo ex-mentore, ma accetta perché è a corto di denaro...
Per il bene di tutti riuscirà a troncare definitivamente la sua collaborazione con Reed nel 1985.
Per tutto il resto degli anni '80, Quine fa apparizioni sparse come turnista si lusso su dischi di Tom Waits, Marianne Faithfull e Scritti Politti.
Tra la fine degli anni '80 e all'inizio dei '90, Robert collabora con alcuni musicisti più di nicchia, tipo il sassofonista/compositore John Zorn con cui lavora per diversi progetti sperimentali.
Appare nell'album industrial "Dirtdish" (1986) dei Wiseblood, in "Strange Weather" (1987), di Marianne Faithfull, in "Quilt" (1991), delle Shams, in "Nerve Net" (1992), di Brian Eno e in "John Henry" (1994) della band post-punk They Might Be Giants e lavora perfino con cantautori pop come Lloyd Cole e Matthew Sweet.
L'ultima collaborazione che ricordiamo è quella nel bel "Bait and Switch" (2001), del “Godfather” Andre Williams.
Entrato in depressione a seguito della morte della moglie Alice, (avvenuta nell'agosto del 2003), il 31 maggio del 2004 Robert si suicida per overdose di eroina, nella sua casa a New York.
E il mondo della musica si è trovato improvvisamente col fiato più corto....e più a corto di idee!
Meno male che i virtuosismi tamarri sembrano un po' passati di moda.
Peccato che il nostro Quine ormai non potrà più godersi questa “rivincita dei Nerds”...
Peccato...
Onore al grande Robert Quine!
Siccome oggi è pure il compleanno del nostro immenso PAOLO VILLAGGIO, recentemente scomparso (30 dicembre 1932/03 luglio 2017), la citazione è naturalmente tutta sua:
"Per me... La Corazzata Kotiomkin... è una cagata pazzesca!"
Ugo Fantozzi/Paolo Villaggio - Il secondo tragico Fantozzi