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“Murder is my business”, “l’omicidio è il mio mestiere”, questo era il suo slogan.

Ma non stiamo parlando di un sicario o di un medico legale: si parla del grande WEEGEE, cari amici dei Mutzhi Mambo, il fotografo che ha immortalato come nessun altro le vittime dei crimini e i peggiori vizi della metropoli a cavallo degli anni ’30 e ’40.

Con la sua disarmante cattiveria e cinica ironia, Weegee ha precorso i tempi, lasciandoci una testimonianza diretta e spietata della violenza e della vita fuorilegge che serpeggiava nelle strade americane nel periodo d’oro dei gangsters.

In generale, in questo Vostro Almanacco, non ci occupiamo di cronaca né di “veri” criminali ma è indubbio che la capacità incredibile di Weegee nell’immortalare con splendidi e geniali scatti in bianco e nero i momenti salienti di omicidi, arresti o quant’altro legato alle famigerate gesta della criminalità, ha lasciato un segno indelebile nell’iconografia crime e noir, fornendo il “materiale” umano per scrittori, registi, illustratori e tutti coloro che a quell’immaginario spietato ma a suo modo romantico si sono rifatti.

Malavitosi nei loro splendidi completi ripresi mentre vengono arrestati, caricati sul cellulare, o riversi per terra, in una pozza di sangue.

Inutile sottolineare quanto la sua impronta sia stata fondamentale per costruire l’estetica Pulp.

Ma il nostro ci ha regalato anche un impagabile, disincantato scorcio della vita americana a cavallo degli anni '40: amanti che si abbracciano, bambini che giocano, giovani e anziani sorpresi a dormire sulle poltrone; e poi barboni, freaks, ricconi, divi.

Il lavoro di Weegee è considerato come uno dei più potenti del XX° secolo: la sua profonda influenza sugli altri fotografi deriva non solo dal suo sensazionalismo e dal suo uso del flash accecante, ravvicinato, ma anche dalla sua ansia di fotografare la città a tutte le ore, a tutti i livelli: le caffetterie alle tre del mattino, le afose serate estive nei palazzi, i balli delle debuttanti, le feste in strada, i baci scambiati sulle panchine del parco, la solitudine dei poveri...

Nessun fotografo ha rivelato meglio lo spettacolo senza fine della vita a New York City, un vero occhio indiscreto, caratteristica costante di tutta la sua vita e carriera.

E tutto è iniziato con la cronaca nera.

Weegee, infatti, era famoso soprattutto come fotoreporter: dal 1936 in poi, armato della sua Speed Graphic, iniziò a catturare le immagini dei più efferati assassinii, delle più violente risse notturne e degli incidenti più drammatici della New York di metà secolo.

Era sempre il primo a presentarsi sul luogo di un incendio o di una violenza, diventando presto un mito della scena cronistica americana.

Aveva un vero e proprio fiuto per i fatti più interessanti e “vendibili”.

La sua fama gli consentì di aprirsi una base informale all'interno dell'Ufficio persone scomparse del Dipartimento di Polizia di Spring Street, cosa che gli servirà per riuscire a installare il sistema radio della polizia sulla sua Chevrolet, in modo da essere sempre "informato" su quello che accadeva per le strade della Grande Mela.

Infatti fu il primo cittadino privato a ottenere l'accesso alle trasmissioni radio della polizia.

Viveva dall'altra parte della strada rispetto al quartier generale della polizia di Manhattan, in attesa dell'inevitabile chiamata che avrebbe annunciato un'altra esecuzione da parte di una gang, un raptus omicida o l’ennesimo crimine passionale.

Probabilmente sono pochi i poliziotti che nella loro carriera hanno visto più violenza di Weegee…

Durante gli anni '40 venne esposta la sua prima personale, "Murder is My Business", e successivamente iniziò pure a collaborare con il cinema, chiamato anche da un certo Stanley Kubrick come consulente per "Il dottor Stranamore".

Mentre il suo intento era semplicemente quello di fotografare l'anima della città che amava, in tutte le sue contraddittorie sfaccettature, il suo sguardo inflessibile ha segnato la via per tanti giovani fotografi che, negli anni '60, hanno seguito il suo esempio con la tendenza a documentare preferibilmente il lato più crudo e grottesco della società.

I temi di Weegee di nudi non certo erotici, di artisti circensi, freaks e gente miserabile, verranno ripresi in seguito e sviluppati principalmente dalla più dotata dei suoi “discepoli”, Diane Arbus, nei primi anni '60, fotografa che calcherà però la mano sul lato morboso e compiaciuto di tale ricerca.

Soprattutto per il suo descrivere il lato oscuro di New York, Weegee può essere visto come la controparte americana del celebre Brassaï, che ha fotografato le scene di strada di Parigi durante la notte, anche se l’attitudine del nostro, per quanto ricercata, è molto più cruda e meno surreale di quella dell’artista francese.

Nessun altro fotografo ha mai ritratto una città con il livello di intimità, amoralità, complicità e umorismo di Weegee.

Usher Fellig (così all’anagrafe) nasce il 12 giugno del 1899, vicino a Lemberg, nella Galizia austriaca, ora Ucraina.

Il suo nome viene cambiato in Arthur quando emigra con la sua famiglia a New York nel 1909.

Nel 1917, oppresso dalle rigide regole ebraiche osservanti dei suoi, abbandona la casa paterna e vive da senzatetto per un lungo periodo, trovando accoglienza presso le opere missionarie, dormendo nei parchi pubblici e, spesso nella stazione ferroviaria di Pennsylvania Railroad.

Nel frattempo intraprende una serie di lavoretti: bigliettaio di bus, lavapiatti e giornaliero presso una piccola fabbrica di caramelle e biscotti.

Si avvicina al suo futuro mestiere quando si mette a fare il fotografo di strada di bambini in posa sul suo pony e l’assistente di un fotografo commerciale ma si considererà sempre un autodidatta, non avendo mai seguito un’istruzione formale.

Nel 1924 viene assunto come tecnico da camera oscura da Acme Newspictures (in seguito United Press International Photos).

Lascia, tuttavia, nel 1935 per diventare un fotografo freelance, capendo che, per sfondare sul serio, doveva muoversi in totale autonomia.

Se ne va al quartier generale della polizia di Manhattan e per due anni lavora abusivamente, senza tessera di poliziotto o qualsiasi altro tipo di credenziali.

Quando una storia arriva su di una telescrivente della centrale, si fionda immediatamente sul luogo del delitto o dell’incidente.

Gli scatti che riesce a “rubare” vengono comprati volentieri da vari giornali, soprattutto perché, con una sola immagine, Weegee è capace di raccontare una storia.

Lavora preferibilmente di notte e gareggia con la polizia per arrivare il primo sulla scena di un crimine, vendendo poi a caro prezzo le sue fotografie a tabloid e agenzie fotografiche.

Le sue fotografie, incentrate sul quartier generale della polizia di Manhattan, vengono presto pubblicate dall'Herald Tribune, dal World-Telegram, dal Daily News, dal New York Post, dal New York Journal americano, da Sun e da altri.

Fellig si guadagna il suo nomignolo, una rappresentazione fonetica dell’Ouija, la tavoletta per le sedute spiritiche, a causa della sua frequente, apparentemente “paranormale” capacità di arrivare nelle scene del crimine solo pochi minuti dopo che omicidi, incendi o altre emergenze vengano segnalate alle autorità.

Si dice che venga soprannominato Weegee dallo staff della Acme Newspictures o da un ufficiale delle forze dell’ordine.

Trova il modo di sviluppare le sue fotografie in una camera oscura casalinga costruita nella parte posteriore della sua auto.

Ciò lo aiuta a dare ancora maggiore immediatezza e crudezza ai suoi scatti, come esigeva la sua natura di fotoreporter, mestiere che con lui arriva a vette artistiche prima impensabili.

Per carpire la foto “giusta” non guarda in faccia nessuno, arrivando (come verra poi dimostrato) anche ad allestire vere e proprie messe in scena per dare più enfasi alle sue immagini.

Il primo libro di Weegee, “Naked City” si rivela un grande successo che lo rende immediatamente una celebrità; inizia ad avere incarichi per riviste prestigiose come “Life” e “Vogue”.

È tra i primi a sviluppare appieno la potenzialità unica della fotocamera per catturare in uno scatto il dramma di un secondo, riuscendo a caricarlo di un'emozionalità esagerata.

Verso la metà degli anni '40, Weegee fotografa le più grandi dame impellicciate e ingioiellate al Metropolitan Opera e celebrità come Marilyn Monroe, Andy Warhol, John F. Kennedy e Liberace, ma continua a usare in preferenza i suoi amati personaggi di strada.

Convola a nozze con Margaret Atwood nel 1947ma si separerà

Nel 1948, l'estetica di Weegee diventa la base per il noir di Jules Dassin, “The Naked City” (“La citta nuda”), basato su una storia del 1948, scritta da Malvin Wald, sull'indagine riguardo all'assassinio di una modella a New York.

In seguito il titolo “Naked City” verrà usato nuovamente per una serie televisiva di polizieschi realistici, e negli anni '80 verrà adottato dalla omonima band free jazz noise sperimentale capitata da John Zorn.

Weegee sperimenta lui stesso i film 16mm a partire dal 1941: il suo primo cortometraggio “Weegee's New York” (20 minuti, bianco e nero, muto, in 16mm) viene rappresentato nella mostra “50 Photographs by 50 Photographers” organizzata da Edward Steichen al Museum of Modern Art di New York.

Lavora anche nell'industria di Hollywood dal 1946 all'inizio degli anni '60, come comparsa e consulente degli effetti speciali non accreditato.

Viene accreditato come fotografo di scena per il film di Stanley Kubrick del 1964 “Il Dottor Stranamore”; il suo accento tedesco viene preso a modello da Peter Sellers per interpretare il personaggio del dottore nazista del titolo nel film.

Negli anni '50 e '60 il nostro sperimenta le fotografie panoramiche, le distorsioni fotografiche e le fotografie attraverso i prismi: usando una lente di plastica, realizzato il famoso ritratto di Marilyn Monroe in cui il suo viso è grottescamente distorto ma ancora riconoscibile.

Per il film del 1950 “The Yellow Cab Man”, Weegee contribuisce a realizzare la sequenza in cui il traffico automobilistico è fortemente distorto.

Nel 1957, dopo essersi ammalato di diabete, si trasferisce con Wilma Wilcox, un’impiegata dei servizi sociali che conosceva sin dagli anni '40, e che si prenderà cura di lui e poi della sua opera.

Weegee viaggia molto in Europa fino al 1968, lavorando per il “Daily Mirror” e su diversi progetti di fotografia, film, conferenze e libri.

Nel Vecchio Continente si dedica molto a soggetti di nudo e, a Londra, fa amicizia con il pornografo Harrison Marks e con la modella Pamela Green.

Il 26 dicembre 1968, nella “sua” New York, l’ “occhio indiscreto” della strada ci lascia, all'età di 69 anni.

Sarà stato pure morboso e cinico ma i suoi scatti possiedono una poesia innegabile e il fascino senza tempo delle vere opere d’arte.

Dopotutto non siamo certo i più adatti a giudicare la “moralità” del suo lavoro.

A volte il talento ha bisogno di vittime…

Onore a Weegee!

“Names make news. There's a fight between a drunken couple on Third Avenue or Ninth Avenue in Hell's Kitchen, nobody cares. It's just a barroom brawl. But if society has a fight in a Cadillac on Park Avenue and their names are in the Social Register, this makes news and the papers are interested in that.”

Weegee

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