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Lo conoscete P.J. PROBY?

Scommettiamo, cari amici dei Mutzhi Mambo, che sarete in pochi a rispondere affermativamente; anzi probabilmente nessuno (o quasi) di voi lo conosce...

Eppure il nostro P.J. Proby è un grandissimo cantante che ha passato almeno tre generazioni pubblicando canzoni (soprattutto ballads) molto belle ed intense.

Ma è pure un personaggione, dalla biografia assolutamente bizzarra ed estrema!

Di origine texana, divenne famoso soprattutto in Gran Bretagna negli anni Sessanta per la sua attitudine di spaccare ripetutamente i suoi pantaloni troppo aderenti sul palco.

Gli addetti ai lavori pensavano che avesse più potenziale di Elvis, dei Beatles e dei Rolling Stones.

"Il cantante rock’n’roll più talentuoso del mondo", "Più elettrizzante di James Brown", "Le sue ballate surclassano Sinatra": questi erano alcuni dei commenti su di lui…

Tutti ritenevano che avesse così tanto talento che avrebbe potuto battere tutti i grandi.

E per un po’ lo ha fatto: al culmine della sua fama, quando tutti erano concordi sul fatto che la sua versione così grezza di “Somewhere”, dal musical “West Side Story”, fosse la migliore di sempre, arrivò a possedere tre case a Beverly Hills e una a Chelsea, a Londra, tre Rolls-Royce, il suo Learjet privato e uno yacht di lusso.

Ma aveva anche il vizio della bottiglia, la passione per le risse e una morbosa predilezione per le ragazzine.

Le sue cattive abitudini gli sono costate una fortuna ed è riuscito a sperperare tutto: soldi, fama e prestigio.

Dopo diversi fallimenti il rocker, ormai invecchiato, è tornato ad abitare in Gran Bretagna e vive attualmente grazie ai sussidi.

Un altro suo problema è che, dato il suo talento mimetico innato (era a suo agio col repertorio di Johnny Cash quanto con quello di Roy Orbison…), ad un certo punto, si è messo in testa di voler rifare il mitologico Elvis (quello bello kitsch dell'ultimo periodo, però), diventando una replica grottesca di un personaggio che già di suo era assai camp.

Contro certi monumenti, ci vai a sbattere per forza...

James Marcus Smith (così all'anagrafe) nasce a Houston, in Texas, il 6 novembre del 1938.

Cresce in un ranch, dove la sua famiglia alleva cavalli per il polo, ed impara ad amare i gospel perché la sua tata di colore, tenendolo in braccio, glieli canta a mo’ di ninnananna.

Il padre è un banchiere non troppo convinto della disciplina di suo figlio e, a soli nove anni, lo spedisce all'Accademia Militare di San Marcos, all'Accademia Navale di Culver e alla Western Military Academy.

P. J. si fa anche un nome come discreto giocatore di football americano (cosa che gli regalerà, oltre ad un fisico prestante, una lussazione alla spalla mai completamente guarita…) ma la vita nell'esercito non fa certo per lui e, dopo essere stato promosso ufficiale, se ne va in California a cercar fortuna come attore e cantante.

Per sbarcare il lunario, inizia a fare diversi lavori saltuari, come il fattorino in moto e la guardia del corpo per il pianista gay Liberace.

Col nome d'arte di Jett Powers, inizia a prendere lezioni di canto e recitazione e a interpretare piccole parti in alcuni film.

Per una label indipendente pubblica i suoi primi due fantastici singoli, "Go, Girl, Go" (1958) e "Loud Perfume" (1959): puro rock'n'roll!

La sua amica Sharon Sheeley, songwriter per gente come Glen Campbell, Ricky Nelson e Brenda Lee, nonche ex fidanzata di Eddie Cochran, gli suggerisce di adottare il nome di battaglia di P.J. Proby e lo propone per una audizione alla Liberty Records nel 1961: per questa label incide diversi singoli che però non hanno assolutamente successo.

Nel 1962 diviene pure lui scrittore di canzoni per altri e riesce a piazzare dei brani a Elvis Presley e Bobby Vee.

Proby, sempre con la mediazione della Sheeley, se ne va poi a Londra per essere presentato a Jack Good, un famoso presentatore della TV specializzato in programmi musicali.

Appare quindi nello speciale televisivo dei Beatles nel 1964 e incide un album, "Under Good", che contiene dei singoli di enorme successo come "Hold Me", "Together" (in cui suonano le chitarre Big Jim Sullivan e Jimmy Page), "Somewhere", "Maria" e un pezzo di Lennon e McCartney, "That Means a Lot", che poi i Beatles registreranno in seguito.

La personalità istrionica di Proby, le sue spavalde camicie da pirata, i suoi capelli lunghi legati con un nastro in una coda di cavallo, i suoi vestiti di velluto dai colori sgargianti e quella favolosa, calda voce del Sud lo rendono il perfetto teen idol.

La carriera inglese di P.J. però avrà una dura battuta d'arresto dopo che alcune fans scatenate salgono sul palco durante un paio di suoi concerti nel gennaio del '65 e gli strappano letteralmente i pantaloni!

Ora avrebbe ottenuto un miliardo di visualizzazioni sul web, ma all'epoca, la cosa scandalizza parecchio i benpensanti, tanto che viene bandito dalle televisioni inglesi.

Altri singoli seguono nel 1966 ma sono dei flop commerciali: P.J. ormai ha perso il treno…

Nel 1967 Proby ritorna ad avere un discreto successo con "Niki Hoeky" e nel 1969, registra il bel "Three Week Hero", una collezione di brani di ballate country-blues suonate, come backing band, dai The New Yardbirds (che più tardi prenderanno il nome di Led Zeppelin...).

Nel 1971 appare nel ruolo di Cassio nel musical rock tratto dall' “Otello” di Shakespeare e continua a cantare covers anni '60 nei night club.

La vita sentimentale di P.J. è altrettanto disastrosa: si innamora della ricca ereditiera Judy Howard, la cui famiglia possiede il famoso cavallo da corsa Seabiscuit.

Insieme iniziano a metter su casa alle Hawaii ma il matrimonio non è certo un successo: il nostro passa la maggior parte del tempo a cercare di fermare le overdosi di barbiturici della compagna ma alla fine, quando si trova lontano da casa, lei riesce finalmente a suicidarsii.

La storia d'amore che vive in seguito sembra essere un vero paradiso.

Ma non tutto è ciò che sembra…

Tornato a Los Angeles infatti incontra Claudia, figlia del crooner Dean Martin.

È amore a prima vista e P.J. la sposa immediatamente.

Il suocero, insieme al suo amico Frank Sinatra, nel fratrempo insegna a P.J. come migliorare il suo rapporto con l'alcol.

La “scuola” del Rat-Pack non è proprio Oxford e Proby se ne accorge il giorno che viene a sapere che la moglie se la fa col meccanico.

Si scola una bottiglia di Jack Daniel’s ed esce di casa con la pistola: quando becca la coppia che va in giro felice mano nella mano, inizia a sparare all’impazzata in aria.

All'improvviso si ritrova con una un calibro 48 in un orecchio, un fucile sotto il mento e una calibro 45 sull'altro lato: è circondato dall'intero dipartimento dello sceriffo e viene arrestato per tentato omicidio.

Trascorrerà tre mesi in gattabuia, in compagnia di “signorini” destinati a San Quintino e al braccio della morte.

In seguito avrà altri bei problemi, a causa della sua predilezione per le ragazzine ma lui si difenderà sempre dicendo che “pure Elvis si era sposato con una ragazzina di 11 anni, non di 14 come venne detto: dopotutto noi gente del Sud siamo fatti così…”

Un rilancio della sua carriera viene tentato con la sua interpretazione di Presley nel famigerato "Elvis – The Musical", uscito per vampirizzare la morte del "Re": il musical ha chiaramente un successo strepitoso e vince diversi premi ma il nostro viene licenziato perché si prende troppe libertà con la sceneggiatura.

Nel 1978, registra "Focus with Proby" col gruppo rock tedesco Focus ma poi se ne torna tristemente a cantare nei night.

Finisce talmente male che si ritrova a spalare letame in una fattoria dello Yorkshire, da dove però deve scappare per avere intrecciato una relazione con la figlia quattordicenne del contadino...

Nel 1985, Proby pubblica una serie di cover arrangiate in stile disco-new wave per la Savoy Records fra cui "Tainted Love" di Gloria Jones, "Love Will Tear Us Apart" dei Joy Division, "Sign o' the Times", di Price, "Heroes" di David Bowie e perfino "Anarchy in the UK" dei Pistols e "Garbageman" dei Cramps!

Il trash del trash!

Sentire per credere!

Nei primi anni '90 passa alla J'Ace Records, pubblicando il singolo "Stage of Fools", e un album, "Thanks".

Un bell'infarto lo coglie nel 1992 in una spiaggia della Florida, mentre è, come al solito, in compagnia di una teen, e il nostro P.J. si trova costretto a rarefare gli impegni per diversi anni.

Riappare sulle scene, nel ruolo di se stesso, nel musical "Good Rockin' Tonight" e in quello di Roy Orbison nel musical "Only The Lonely".

Torna poi a reinterpretare Presley in una nuova produzione del musical "Elvis – The Musical", e pubblicato l'album "Legend", scritto e prodotto da Marc Almond e Neal X dei Sigue Sigue Sputnik (!).

Nel 1997, Proby è in tour con gli Who negli Stati Uniti e in Europa, nel ruolo del personaggio "Godfather" di "Quadrophenia".

Nel 2002, Van Morrison lo omaggia con una canzone, "Whatever Happened to P. J. Proby?", inclusa nel suo album "Down the Road"; pezzo che poi ricanterà, in duetto con P.J. stesso, nell'album "Duets" che Proby pubblica nel 2015.

Il nostro, in questi ultimi anni è spesso in tour più vispo che mai (a parte una fastidiosa accusa di frode fiscale per cui verrà poi assolto) e continua a registrare vari album, compresi alcuni di spoken word e di letture di poesie.

Continua così, vecchio P.J., ormai non hai più bisogno di correr dietro alle ragazzine e di fare il verso al "Re"!

E tanti, tanti auguri!

"…Listen to me now

Niki Niki Niky Hoeky

Your pappy's doin' time in the pokey

Your sister's on a trip your mama got hip

Little girl you lookin' okay

You oh booga-boo you

You oh booga-boo you little girl

Get hip to the conversation

Of the boolawee

I'm talkin' 'bout your boola

I'm talkin' 'bout your wee

I'm talkin' 'bout your boola

Talkin' 'bout your wee.."

P.J. Proby - Nick Hoeky

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